Il mondo del cinema è in continua evoluzione, e le opinioni dei registi di fama possono influenzare il dibattito su come fruiamo dei film. David Cronenberg, noto per opere iconiche come “La Mosca“, ha recentemente rivelato le sue riserve riguardo all’esperienza di visione nei cinema. In un’intervista con Interview Magazine, il regista ha condiviso le sue impressioni, sollevando interrogativi su come i cinefili percepiscono le proiezioni nelle sale rispetto alle nuove modalità di fruizione.
La visione di Cronenberg sul cinema moderno
Durante l’intervista, Cronenberg ha affermato di vedere film al cinema solo sporadicamente, principalmente in occasione di festival. Ha descritto le proiezioni come non particolarmente entusiasmanti, esprimendo una certa delusione per l’esperienza complessiva. “Vedo i film al cinema solo una volta ogni tanto, principalmente ai festival, e di solito trovo che la proiezione non sia poi questo granché”, ha dichiarato. Queste parole rivelano un punto di vista inaspettato da parte di un regista che ha dedicato la sua vita all’arte cinematografica.
Cronenberg ha anche condiviso un aneddoto che mette in luce il suo approccio alla visione dei film. Ricordando un evento al Festival di Venezia, ha raccontato di aver assistito a una conversazione con Spike Lee, il quale parlava della sacralità del cinema. Cronenberg ha risposto scherzosamente di guardare “Lawrence d’Arabia” sul suo smartwatch, sottolineando che, nonostante la dimensione ridotta dello schermo, riusciva a vedere tutti i dettagli, come i cammelli sullo sfondo. Questo commento, sebbene fatto in tono ironico, evidenzia la sua percezione della visione cinematografica come un’esperienza meno coinvolgente rispetto al passato.
Riflessioni sul senso di comunità al cinema
Un altro aspetto interessante delle dichiarazioni di Cronenberg è la sua riflessione sul senso di comunità che tradizionalmente caratterizza l’andare al cinema. Il regista ha accennato alla sua età e a come questo possa influenzare la sua percezione dell’esperienza cinematografica. “Forse è perché sono vecchio e non avverto quel senso di comunità”, ha affermato, suggerendo che la connessione emotiva che molti cinefili provano in sala potrebbe non essere così forte per lui.
Questa osservazione invita a una riflessione più ampia sul cambiamento delle dinamiche sociali legate al cinema. Mentre alcuni spettatori continuano a considerare il cinema come un luogo sacro per la condivisione di emozioni e storie, altri, come Cronenberg, possono sentirsi distaccati da questa esperienza. La sua posizione potrebbe stimolare un dibattito tra i cinefili e i professionisti del settore su cosa significhi realmente “andare al cinema” nell’era delle piattaforme di streaming e delle proiezioni domestiche.
Reazioni e possibili risposte dal mondo del cinema
Le affermazioni di Cronenberg non possono passare inosservate, specialmente considerando la sua influenza nel panorama cinematografico. È probabile che altri registi e professionisti del settore possano sentirsi ispirati a rispondere o a condividere le proprie opinioni in merito. La comunità cinematografica potrebbe reagire in modi diversi: alcuni potrebbero concordare con la sua visione, mentre altri potrebbero difendere la sacralità dell’esperienza cinematografica tradizionale.
In un’epoca in cui il modo di consumare film sta cambiando rapidamente, le parole di Cronenberg offrono uno spunto di riflessione su come la tecnologia e le nuove abitudini influenzino la nostra percezione del cinema. La sua posizione potrebbe anche incoraggiare un dialogo più ampio su come i cinefili e i creatori di contenuti possano adattarsi a queste trasformazioni, mantenendo viva la magia del grande schermo.
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