Nato dai fumetti ideati delle sorelle Giussani e pubblicati da Astorina, e portato sul grande schermo dai Manetti Bros, Diabolik torna al cinema con il terzo e ultimo film della trilogia. Cosa dobbiamo aspettarci da questo terzo film? La produzione, già lo sapevamo, aveva avuto non pochi problemi che, a malincuore, dobbiamo ammettere che sono evidenti. Forse, la chiusura della trilogia si è rivelato essere un bene per molti aspetti, il perchè? Scopritelo nella recensione.
Indice
Diabolik- chi sei?: la trama
Diabolik – Chi Sei? rappresenta il terzo e ultimo capitolo della trilogia dei Manetti Bros., basata sui celebri fumetti di Angela e Luciana Giussani. Il film si apre con l’attacco di Ginko, interpretato da Valerio Mastandrea, che innesca una trama intricata che esplora l’origine di Diabolik e introduce una nuova minaccia esterna. Una banda di rapinatori spietati coinvolge il Re del Terrore e il suo arcinemico, l’Ispettore Ginko, mettendoli in pericolo di vita e, soprattutto, portandoli a collaborare. La narrazione si sviluppa attraverso flashback e incastri narrativi, concentrando l’attenzione sulle donne della vita di Diabolik e Ginko, Eva Kant e Altea, interpretate magistralmente da Miriam Leone e Monica Bellucci, che si trovano a dover salvare i due protagonisti.
Diabolik- chi sei?: la recensione
Centrali, in questo nuovo Diabolik, sono le donne, rispettivamente le due compagne di Diabolik e Ginko: Eva Kant e Altea. . Miriam Leone, sempre impeccabile nel suo ruolo, e Monica Bellucci, nuova entrata nel secondo film, nonostante la sua assenza nell’albo originario, si integrano perfettamente nella trama, contribuendo alla sua riuscita. Quelli che ci aspettavamo, invece, essere i protagonisti risultano più dei personaggi secondari e messi da parte. Un cambiamento di trama e narrativa piuttosto inaspettato che, se da un lato ha portato una novità nel film, dall’altro ci ha lasciato non poco perplessi.
Quei personaggi, come anche il Sergente Palmer, che avevano mostrato un percorso di crescita fino a questo momento sembrano improvvisamente perdersi davanti al nulla. Non sono più in grado di gestire le situazioni più semplice e sembrano essere quasi regrediti. Certo, si tratta di un sistema per far emergere le figure femminili ma, purtroppo, è stato reso estremamente visibile ed evidente da risultare troppo semplice.
Diabolik- chi sei? è una pellicola stanca e… ridondante.
Le prime due pellicole non ci avevano di certo lasciati senza dubbi ma questo terzo capitolo sembra aver perso tutto il mordente e l’energia che sembrava tanto promettere. Se la narrazione sarebbe dovuta risultare più energica ed intrigante grazie ai flashback e la storyline ad incastro: beh, non è così. Come spesso accade per i prodotti Rai Fiction, anche in questo caso il film sembra aver il bisogno di spiegare tutto, non lasciando niente di sottinteso e anzi, ripetendo le stesse cose più volte. Un elemento alquanto fastidio e che, soprattutto, rallenta di moltissimo la pellicola, annoiando lo spettatore e allungando il brodo fino alla nausea.
A coronare una pellicola già dalla narrazione incerta e poco convincente, ci sono le sceneggiature, i costumi e gli interpreti. Come l’andamento della storia in Diabolik- chi sei? , anche loro ci hanno lasciato con qualche dubbio. Lorenzo Zurzolo, nei panni del giovane Diabolik, è piuttosto teatrale e didascalico, lasciando qualche perplessità sulla scelta del suo ruolo. Allo stesso modo, lo è anche Miriam Leone: non parliamo del suo aspetto che riesce ad incarnare bene Eva Kant, quanto, piuttosto, della sua recitazione, che, come Zurzolo, risulta spesso teatrale. Certo, non possiamo dare tutta la colpa agli attori: la sceneggiatura e i dialoghi sono piuttosto elementari, forse troppo, e non valorizzano di certo i personaggi e la loro interpretazione.
Giudizio e Conclusioni
Insomma, costumi, musiche, sceneggiatura, dialoghi e trama: in ognuno di questi elementi in Diabolik- chi sei? c’è qualcosa che non va. Se il film sembrava già andare a rilento nel secondo capitolo, ora sembra essersi bloccato del tutto, annoiando lo spettatore in sala e finendo con l’essere ridondante nelle continue spiegazioni. Non possiamo ritenerci soddisfatti per come sia finita questa trilogia ma, d’altra parte, possiamo dire che sia un bene averla finita qui: un quarto capitolo avrebbe fatto sicuramente troppa fatica.