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Recensione
Dickens – L’uomo che inventò il Natale – Recensione: una ricostruzione della genesi del capolavoro di Charles Dickens
Siamo nel 1483 e Charles Dickens (Dan Stevens) è a un punto morto della sua brillante carriera. Le sue ultime opere sono state massacrate dalla critica ed è sommerso dai debiti. In piena crisi creativa, nelle settimane che precedono il Natale decide di scrivere un racconto sullo spirito delle feste. Lo aiuterà senza volerlo la nuova tata Tara (Anna Murphy) con le sue storie spaventose tradizionali che racconta ai bimbi dell’autore e il suo amico di sempre John Forster (Justin Edwards).
Non è un film per bambini “Dickens – L’uomo che inventò il Natale” ma è perfetto per riunire le famiglie. I personaggi del racconto di Natale di Dickens prendono letteralmente vita nella narrazione, venendo dalle profondità più recondite della sua anima. Il regista parte dalla crisi umana dell’autore per farne uscire i fantasmi di un passato doloroso.
Lo scrittore si muove in una Londra vittoriana ricostruita perfettamente dalle scenografie che fanno trapelare anche i lati più oscuri del tempo. La luce dei salotti letterari si alterna con le stradine buie e opprimenti dove vivono i più poveri. C’è una doppia lettura in quest’opera, quella fantastica gotica chiusa nella stanza dell’autore e quella realistica di una società crudele con i più poveri. Le due prospettive si riuniscono felicemente nel vissuto di Charles ossessionato dai debiti e dalle continue richieste di denaro del padre interpretato da un eccellente Jonathan Pryce.
Dickens – L’uomo che inventò il Natale: una dimensione onirica è il segno distintivo di questa favola nera
“Dickens – L’uomo che inventò il Natale” è un continuo passaggio dal presente al passato di Charles, con un dialogo continuo con il vecchio e odioso Ebenezer Scrooge (Christopher Plummer), protagonista del suo racconto e presente in carne e ossa nel corso di tutta la narrazione. Questo mischiare le percezioni spazio temporali è un elemento di forza iniziale dell’opera che prende troppo il sopravvento, creando spaesamento nello spettatore. La narrazione assume spesso dei toni gotici, quasi horror. Tuttavia, Nalluri riesce nel difficile intento di rendere fruibile anche ai più piccoli una storia venata di malinconia come quella del Racconto di Natale. Infatti, il finale è catartico e si apre alla luce e all’ottimismo.
Ottimo il cast tutto, perfetto per un’opera corale come questa. Meritano una citazione a parte Dan Stevens, Jonathan Pryce e Ebenezer Plummer rispettivamente nei panni di Charles Dickens, del padre John e del cattivissimo ma non troppo Scrooge.
Trama
- Titolo originale: The Man Who Invented Christmas
- Regia: Bharat Nalluri
- Cast: Dan Stevens, Jonathan Pryce, Christopher Plummer, Simon Callow, Bill Paterson, Cosimo Fusco, Justin Edwards, Sean Duggan, David McSavage, Mark Schrier, Miriam Margolyes, Ian McNeice, Donald Sumpter, Annette Badland
- Genere: Biografico, Colore
- Durata: n/d
- Produzione: Irlanda, Canada 2017
- Distribuzione: Notorious Pictures
- Data di uscita: 21 Dicembre 2017
“Dickens – L’uomo che inventò il Natale” è il biopic sullo scrittore inglese Charles Dickens. Il film racconta un momento di crisi di Dickens, un blocco della scrittura che si ripercuote anche nella sua vita.
Il Natale lo aiuterà a tornare sui suoi passi, infatti, l’ispirazione torna quando inizia la stesura di “A Christmas Carol“, che riporta l’ordine nella sua esistenza, consacrandolo come lo scrittore invento del Natale.
Dickens – L’uomo che inventò il Natale: Charles Dickens ha salvato il Natale
Il film mostra uno spezzone di vita di uno dei scrittori da adulti e bambini più amati della letteratura inglese. Tutti abbiamo letto uno dei suoi romanzi Dickens o visto uno dei svariati adattamenti cinematografici di “A Christmas Carol”; ma questa volta, invece di portare sullo schermo l’avaro Scrooge, il cinema mette in scena lo stesso autore, a cui è affidato il duro compito di riportare in auge la festa del Natale.
Di fatto, nell’Inghilterra dell’Ottocento questa festività stava andando ‘fuori moda’ per vari motivi; a cominciare dal lungo periodo di festeggiamenti che duravano fino all’Epifania e il suo lato sempre più pagano messo il risalto, soprattutto in un’epoca tanto ‘bigotta’ come l’età vittoriana. Dickens con la sua opera lo riporta a nuovo splendore, ridona al Natale una nuova veste e lo fa durare meno di due giorni (24 e 25 dicembre), fornendo alla stesso tempo una critica nei confronti della società a lui contemporanea, indirizzandola verso la solidarietà.
Inizia così una nuova tradizione, più familiare e confortevole, quello spirito natalizio che aleggia ancora oggi e che possiamo sempre ritrovare nel suo “Canto di Natale“. Ecco perché Charles Dickens inventò e salvò la festa più bella del mondo.
Trailer
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