Ad Hollywood continua l’opera di censura di pellicole che hanno fatto la storia del cinema. Disney+ censura tre capolavori dell’animazione.
La delirante ricerca del politicamente corretto ha portato il colosso americano a censurare tre classici dell’animazione
Questa volta è toccato a tre pellicole che hanno segnato l’infanzia di tutti noi: “Dumbo” (1941), “Peter Pan” (1953) e “Gli aristogatti” (1970). I tre cartoni animati sono stati rimossi dal catalogo di pellicole dedicate ai più piccoli nella piattaforma Disney+. Sono ancora disponibili nella sezione dedicata agli adulti preceduti, però, da un disclaimer che avvisa gli spettatori degli argomenti trattati nel film. Prima dei titoli di testa si può infatti leggere: “Questo programma include rappresentazioni negative e/o denigra popolazione e culture. Questi stereotipi erano sbagliati allora e lo sono ancora. Piuttosto che rimuovere questo contenuto, vogliamo riconoscerne l’impatto dannoso, imparare da esso e stimolare il dibattito per creare insieme un futuro più inclusivo”. Un posticcio revisionismo storico che, in realtà, può provocare più danni che altro. Se nel passato sono stati fatti errori, è bene conoscerli e affrontarli, per non ripeterli. Nascondere la testa sotto la sabbia, censurare alcuni aspetti del passato, pur sbagliati, di certo non aiuta ad evitare di ripeterli. Una disperata ricerca per arrivare a quel politically correct che, alle volte, può portare più danni che benefici. Come se, cancellare due corvi da un cartone animato, fosse utile a debellare la piaga del razzismo ai giorni nostri.
Ma quali sono gli “stereotipi dannosi” citati da Disney?
Secondo il colosso americano, in “Dumbo” verrebbero offesi gli schiavi di colore, con i corvi neri presenti nel film a fargli il verso. Ne “Gli aristogatti” ad essere presi in giro sarebbero gli asiatici, con il gatto siamese Shun Gon, raffigurato con dentoni, occhi a mandorla e bacchette. In “Peter Pan”, invece, a essere offesi sono i nativi americani con il personaggio di Gilio dorato e la sua tribù ‘pellerossa’.
Già nel 2019, erano stati eliminati due gatti siamesi dal live-action di “Lilli e il vagabondo”. I due animali, secondo Disney, veicolavano un messaggio di “discriminazione razziale nei confronti degli asiatici”. La stessa sorte dei tre cartoni animati censurati era toccata pochi mesi fa al film “Robinson nell’isola dei corsari”. Anche in questo caso, secondo Disney, la pellicola veicolava messaggi dannosi per i più piccoli