Muore a Roma, il 21 marzo 2023, all’età di 92 anni, il regista Francesco Maselli, noto a tutti come Citto Maselli. Negli anni ’60 e ’70 è stato artefice di un interessante cinema d’impegno, dopo aver esordito come assistente di Michelangelo Antonioni.
Citto Maselli, scopriamo chi era
Nato a Roma, nel 1930, battezzato nientemeno che da Luigi Pirandello, amico del padre, Francesco Maselli, noto ufficialmente col vezzeggiativo di Citto, muore all’età di 92 nella sua Roma.
Dopo aver iniziato a muovere i passi come assistente alla regia di Michelangelo Antonioni nel 1948 per il documentario “L’amorosa menzogna”, col quale poi dirige anche il film ad episodi “L’amore in città“, dirige poi poco meno di una ventina di film, nei quali manifesta una sua dedizione socio politica nel raccontare il paese.
Tra i titoli più interessanti della sua filmografia troviamo la pellicola d’esordio “Gli sbandati” (1955), col quale vince il premio a Venezia per il regista esordiente, ma anche la sua seconda opera “I delfini” (1960), un ritratto della borghesia italiana, nel quale dirige un giovane Tomas Milian e Claudia Cardinale.
Si segnala anche per “Il sospetto” (1975), in cui dirige Gian Maria Volontè, in un racconto ambientato nell’Italia del ventennio fascista.
Fiero esponente di sinistra, Citto Maselli, dirige anche numerosi documentari tra il 1949 e i primi anni ’80, ed espone al meglio il suo pensiero nel film “Lettera aperta a un giornale della sera” 81970), dove racconta di un gruppo di intellettuali di sinistra che si oppongono alla guerra in Vietnam e vince il premio speciale della giuria al Festival di Venezia per il film “Storia d’amore” (1986), nel quale Valeria Golino vince il premio Coppa Volpi per l’interpretazione, ottenendo notevoli consensi anche ai nastri d’argento e ai David di Donatello, prestigiosi festival del nostro panorama cinematografico.
Lavora anche per la televisione, in particolare negli anni ’80 e per il teatro, realizzando adattamenti de “Il trovatore”.