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Edhel – Recensione: un fantasy tutto italiano per il debutto di Marco Renda
Edhel, opera prima del trentenne Marco Renda, ha trionfato ai Los Angeles Film Awards, dove è stato premiato come Miglio Film, Miglior Regia, Miglior cast e Miglior Film Indipendente
Edhel è una ragazza di dodici anni affetta da una malformazione genetica del padiglione auricolare che rende le sue orecchie a punta, come gli elfi delle favole.
La giovane cerca di superare il lutto del padre rinchiudendosi in se stessa e sotto il cappuccio che la protegge dagli occhi del mondo. L’unico conforto lo trova al maneggio, dove con il suo cavallo Caronte, cavalca ogni pomeriggio come faceva con il padre prima che morisse in un incidente avvenuto durante una gara.
La scuola per Edhel è un incubo, gli insegnanti non colgono la sua sensibilità, così come le compagne di classe, che la bullizzano per via del suo atteggiamento introverso ed evasivo. La situazione non è diversa a casa, dove vive un rapporto complicato con la madre.
In questo scenario di oppressione senza apparente via di fuga, Edhel conosce Silvano, giovane bidello della scuola, abile disegnatore e appassionato di fumetti fantasy, che la inizia a un mondo fatto di elfi, maghi e portali magici. Inizia così per lei un viaggio di formazione.
Chi conosce il mondo del fantasy – il regista lo conosce benissimo, proprio in quanto fan del genere – saprà che la parola Edhel proviene dal Sindarin, una delle lingue elfiche create dalla penna di J.R.R. Tolkien, e viene tradotto con la parola Elfo.
Marco Renda, pur essendo alle prime armi dietro la macchina da presa, ci sorprende mostrandoci chiaramente le sue capacità con un film girato in soli 18 giorni e con un budget ristrettissimo.
Edhel: molti difetti per una storia che affronta troppe tematiche
Il film però non è privo di pecche, il breve lasso di tempo e le ristrettezze economiche fanno sì che la narrazione e la messa in scena ne risentano fortemente. La maggior nota dolente va alla recitazione di un cast che mette in scena dei personaggi vuoti, bidimensionali, che sembrano recitare per uno spot pubblicitario. Neanche le doti di Roberta Mattei e Mariano Rigillo, rispettivamente la madre di Edhel e il proprietario del maneggio, riescono a correggere questo errore. La figura del nerd incarnata da Silvano, Nicolò Ernesto Alaimo, si mostra fin troppo stereotipata e così vicina a quella del perdente dei film americani di 30-40 anni fa. Inoltre, l’abbondanza delle tematiche messe in scena danneggiano la narrazione anziché impreziosirla.
Il fantasy è solo vagamente accennato e Edhel non varcherà mai pienamente il velo che separa il nostro mondo da quello della fantasia, rendendola così un personaggio in perenne sospensione. Ci si augura che la serie televisiva, attualmente in produzione con lo stesso cast, riuscirà a mostrare qualcosa di più.
Renda è abile, ma ancora acerbo dietro la macchina da presa; dopo le bellissime scene a cavallo riprese dal drone notiamo una certa titubanza nella soggettiva di Edhel, in cui la macchina da presa non segue bene lo stacco dall’occhio della bambina a quello dello spettatore.
“Edhel”, aldilà delle note negative, è tuttavia un ottimo mezzo di denuncia contro il bullismo e la paura del diverso. Un film didattico che colpisce il pubblico lì dove deve, al cuore, e che si presta come punto di riflessione tra i più giovani.
Riccardo Careddu
Trama
- Regia: Marco Renda
- Cast: Gaia Forte, Roberta Mattei, Mariano Rigillo, Nicolò Ernesto Alaimo, Fioretta Mari, Camilla Rinaldi, Christian Borromeo, Gianluca Gobbi, Silvia Siravo, Lidia Vitale, Pietro De Silva, Margherita Paoluzi, Gianni Rosato, Paola Lavini, Claudia Mancinelli, Ivano Conte, Davide Faggioli, Gianna Martorella, Martina Serini, Carlo Carulli
- Genere: Drammatico, Colore
- Durata: 84 minuti
- Produzione: Italia, 2017
- Distribuzione: Vinians
- Data di uscita: 25 gennaio 2018
Edhel è una bambina che si ritrova a chiudersi in se stessa ed evitare i contatti con i suoi compagni di scuola, a causa di una malformazione che le rende le orecchie a punta. Sua madre vorrebbe che lei si operasse per poter avere dei tratti “normali”, ma Edhel si rifiuta pur sentendosi a disagio con la propria situazione. Sarà il bidello della scuola che, dopo averla introdotta nel mondo fantasy, a riuscire a far sentire la bambina in pace con se stessa: Edhel si convincerà, infatti, di discendere dagli elfi e la magia sarà non solo la sua salvezza ma anche la chiave per accettarsi completamente.
Edhel: l’esordio di Marco Renda
Marco Renda guida la regia della sua prima opera, “Edhel”. Il film è stato realizzato soltanto in 18 giorni di riprese e con un budget piuttosto basso. Nonostante ciò, la pellicola si è piazzata al secondo posto al Giffoni Film Festival, dove il talento del regista è stato considerato innegabile. Il cast vede alcuni attori esordienti, come Gaia Forte (nel ruolo della protagonista) , Nicolò Ernesto Alaimo, Camilla Rinaldi e Christian Borromeo, affiancati da interpreti già noti agli spettatori come Roberta Mattei, Mariano Rigillo, Fioretta Mari e Pietro De Silva.
“Edhel” indaga uno dei temi più attuali e più problematici, ossia il tema del bullismo. L’indagine mossa da Renda è, però, condotta in modo davvero originale. Il regista infatti stravolge le carte in tavola, ponendo la magia come il contatto più efficace con la realtà e come il mezzo di aiuto migliore per una bambina che si sente fuori posto nel proprio mondo.
Trailer
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