Biografia
Ellen Burstyn è un’attrice statunitense che nella sua carriera è stata candidata sei volte ai Premi Oscar come Migliore Attrice per molti dei film interpretati magistralmente.
Ellen Burstyn, la casalinga con il vestito rosso
(Detroit, 7 dicembre 1932)
Meravigliosa interprete, nata a Detroit il 7 dicembre del 1932, Ellen Burstyn è stata capace di infondere in molti personaggi da lei interpretati un tratto di umanità e realtà tale da conferire maggior spessore all’intera storia, anche laddove non figurava in veste di interprete principale.
Poco sostenuta dai genitori, che non credono in lei, Ellen a diciotto anni decide di andarsene di casa, dove lascia una madre violenta e dura (i suoi hanno divorziato quando lei è ancora piccola). Nel frattempo ha frequentato il liceo, preso lezioni di ballo, lavorato come cuoca e cameriera ed è rimasta incinta (senza portare a termine la gravidanza) di un uomo sposato, William Alexander, con cui convolerà a nozze nel 1950.
Ellen Burstyn, gli inizi come modella e showgirl
Dapprima si trasferisce in Texas, poi a New York, dove lavora come modella e come showgirl nel programma televisivo “Jackie Gleason Show” (1952). Successivamente fa la ballerina in un nightclub di Montreal e nel 1957 esordisce come attrice a Broadway. Intanto divorzia dal primo marito e si lega a Paul Roberts, con cui nonostante l’adozione di un bambino, non resterà a lungo.
Nel 1958 è nel cast di un episodio dei telefilm della Hallmark. In questo e negli altri ruoli per la tv appare con il nome Ellen McRae. L’esordio sul grande schermo avviene nel 1964 con “Ciao, Charlie” di Vincent Minnelli con Tony Curtis e Debbie Reynolds. In seguito decide di studiare recitazione con Lee Strasberg all’Actor’s Studio, si sposa con Neil Burstyn da cui ha un figlio e con il cui nome continuerà a recitare e nel 1970 affianca Donald Sutherland in “Il mondo di Alex” di Paul Mazursky, oltre a recitare in “Tropico del cancro”.
Nel 1971 è accanto a Jeff Bridges ne “L’ultimo spettacolo” di Peter Bogdanovich, grazie al quale viene nominata come Miglior Attrice non Protagonista agli Oscar. Nel 1972 è con Jack Nicholson ne “Il re dei giardini di Marvin” (1972) di Bob Rafelson e divorzia da Neil Burstyn, malato di schizofrenia. L’uomo la molesterà per molto tempo e morirà suicida nel 1978.
Ellen Burstyn, “L’esorcista” e l’inizio di una carriera in salita
Il grande successo arriva con una pellicola che passerà alla storia del cinema: stiamo parlando de “L’esorcista” (1973) di William Friedkin, con cui la scatenata Ellen ha una relazione. L’intensità con cui l’attrice interpreta la mamma sconvolta per la possessione della figlia, che fa di tutto per guarirla le vale la seconda nomination, questa volta come Attrice Protagonista. In una scena del film riceva uno scossone dalla piccola Linda Blair, che nel ruolo dell’indemoniata la spinge su una parte dura del letto, provocandole un danno permanente alla colonna vertebrale a causa del cattivo funzionamento della cintura di sicurezza. L’urlo di dolore di Ellen, che Friedkin ha voluto lasciare, lo si può ascoltare vedendo il film in versione originale.
Ritrova Mazursky in “Harry e Tonto” (1974) per poi ottenere finalmente l’ambita statuetta come Miglior Attrice non Protagonista per la prova resa in “Alice non abita più qui” (1975) di Martin Scorsese. Il premio viene ritirato da Scorsese stesso, probabilmente per lo scontento della diva, che aveva protestato con una lettera indirizzata all’Academy per l’eliminazione dalla corsa di Liv Ullmann, presentatasi con “Scene da un matrimonio”. In questi anni l’agguerrita star si mobilita anche per la liberazione del pugile Rubin “Hurricane” Carter.
Nel 1977 è diretta dal francese Alain Resnais in “Providence”, seguito da “Lo stesso giorno, il prossimo anno” (1978) e “Resurrection” (1980) con cui ottiene altre due nomination all’Oscar. Nel 1986 la ABC crea per lei “The Ellen Burstyn Show”, che tuttavia viene cancellato l’anno dopo.
Ellen Burstyn, un successo dopo l’altro
Nel 1988 è co-presidente della giuria del Festival di Berlino, per il quale era già stato membro della giuria nel 1977. Tra le varie interpretazioni ricordiamo, poi: “L’esecuzione… una storia vera” (1986) di John Mackenzie; “Il club delle vedove” (1992) di Bill Duke; “Un adorabile testardo” (1995) di Peter Yates; “Gli anni dei ricordi” (1995) con Anne Bancroft e Winona Ryder; e “L’impostore” (1997) di Jonas e Josh Pates con uno splendido Tim Roth.
Nel 2000 regala un’altra emozionante performance in “Requiem for a Dream”, uno dei più bei film di Darren Aronofsky, praticamente ignorato nel nostro paese. Il ruolo della farmaco e teledipendente le fa ottenere una nuova nomination agli Oscar. Lo stesso anno diventa co-presidente dell’Actor’s Studio insieme ad Al Pacino e Harvey Keitel. Per Aronofsky torna a recitare nel 2006 in “The Fountain – L’albero della vita”. Sempre nel 2006 è nel pessimo “Il prescelto” con uno sbiadito Nicolas Cage, mentre nel 2008 interpreta Barbara Bush in “W.” di Oliver Stone.
Dal 2007 al 2009 è impegnata nella serie tv “Big Love” e nel 2008 è ospite speciale della decima stagione di “Law and Order: Special Victims Unit”.
Nel 2011 è diretta da Roberto Faenza nel dramma “Un giorno questo dolore ti sarà utile”. Nel 2014 partecipa al film di Christopher Nolan “Interstellar“, mentre nel 2016 prende parte a “Wiener-Dog“, commedia diretta da Tood Solondz. Attualmente Ellen Burstyn non è sposata e pratica il sufismo.
Nel 2018 prende parte alla realizzazione del film “Nostalgia” di Mark Pellington con Jon Hamm, Catherine Keener, Nick Offerman, Bruce Dern, Amber Tamblyn e John Ortiz.
Massimiliano Ponzi
Filmografia
Ellen Burstyn Filmografia – Cinema
- L’ultimo spettacolo, regia di Peter Bogdanovich (1971)
- L’esorcista, regia di William Friedkin (1973)
- Harry e Tonto, regia di Paul Mazursky (1974)
- Alice non abita più qui, regia di Martin Scorsese (1975)
- Providence, regia di Alain Resnais (1977)
- Lo stesso giorno, il prossimo anno, regia di Robert Mulligan (1978)
- Resurrection, regia di Daniel Petrie (1980)
- Due volte nella vita, regia di Bud Yorkin (1985)
- Scelta d’amore – La storia di Hilary e Victor, regia di Joel Schumacher (1991)
- Il club delle vedove, regia di Bill Duke (1993)
- Il giuramento di Diane, regia di Roger Young (1994)
- Amarsi, regia di Luis Mandoki (1994)
- Gli anni dei ricordi, regia di Jocelyn Moorhouse (1995)
- Un adorabile testardo, regia di Peter Yates (1995)
- La ragazza di Spitfire Grill, regia di Lee David Zlotoff (1996)
- L’impostore, regia di Jonas Pate (1997)
- Scherzi del cuore, regia di Willard Carrol (1998)
- The Yards, regia di James Gray (2000)
- Requiem for a Dream, regia di Darren Aronofsky (2000)
- I sublimi segreti delle Ya-Ya sisters, regia di Callie Khouri (2002)
- La finestra di Vermeer – Brush with Fate, regia di Brent Shields (Film TV) (2003)
- Hubert Selby Jr: It/ll Be Better Tomorrow, regia di Michael W. Dean e Kenneth Shiffrin (Documentario) (2005)
- The Fountain – L’albero della vita, regia di Darren Aronofsky (2006)
- Il prescelto, regia di Neil LaBute (2006)
- W., regia di Oliver Stone (2008)
- L’amore impossibile di Fisher Willow, regia di Jodie Markell (2008)
- Greta, regia di Nancy Bardawil (2009)
- Main Street – L’uomo del futuro, regia di John Doyle (2010)
- Un giorno questo dolore ti sarà utile, regia di Roberto Faenza (2011)
- Another Happy Day, regia di Sam Levinson (2011)
- Political Animals, regia di Greg Berlanti (Miniserie TV) (2012)
- Coma, regia di Mikael Salomon (Miniserie TV) (2012)
- Interstellar, regia di Christopher Nolan (2014)
- Draft Day, regia di Ivan Reitman (2014)
- The Calling, regia di Jason Stone (2014)
- Adaline – L’eterna giovinezza, regia di Lee Toland Krieger (2015)
- Wiener-Dog, regia di Todd Solondz (2016)
- Quando arriva l’amore, regia di Susan Walter (2017)
- Nostalgia, regia di Mark Pellington (2018)
Filmografia – Televisione
- La signora Lambert è fuggita (Film TV) (1991)
- Il giuramento di Diane (Getting Gotti), regia di Roger Young (Film TV) (1994)
- La finestra di Vermeer – Brush with Fate (Brush with Fate), regia di Brent Shields (Film TV) (2003)
- Political Animals, regia di Greg Berlanti (Miniserie TV) (2012)
- Coma, regia di Mikael Salomon (Miniserie TV) (2012)
- Louie, regia di Louis C.K. (Serie TV) (2014)
- House of Cards (Serie TV) (2016)