Arriva il contro-cine-panettone di Pieraccioni, che oppone romanticherie e leggerezza alle gag volgari del classico prodotto natalizio di casa DeLaurentis
Regia: Leonardo Pieraccioni – Cast: Leonardo Pieraccioni, Ariadna Romero, Rocco Papaleo, Andrea Buscemi, Shel Shapiro, Thyago Alves, Michela Andreozzi, Maurizio Battista – Genere: Commedia, colore, 93 minuti – Produzione: Italia, 2011 – Distribuzione: Medusa – Data di uscita: 16 dicembre 2011.
Leonardo Pieraccioni ogni due anni, puntuale come una cambiale, ripropone se stesso, cambiano i luoghi, la professione del protagonista, la bella donna che lo affianca, ma non la storia: un ingenuo e laborioso protagonista, pure un po’ sfortunato, vede apparire all’improvviso nella sua vita una splendida donna, che lo ammalia senza via di scampo… scontato l’happy end.
Stavolta il ‘cenerentolo’ è Benedetto, musicista quarantenne che insegna al conservatorio di Lucca e sogna di aprire una scuola di musica, dove poter avvicinare i ragazzi a quest’arte in modo spontaneo e naturale. Durante una riunione di condominio suonano alla porta i famosi postini del programma di Maria De Filippi, che gli consegnano una lettera scritta da una ‘sventolona’ brasiliana, che dice di essere la sua sorella adottiva. Benedetto scopre così, a poco tempo dalla scomparsa della mamma, che era stata lei ad adottare a distanza, tanti anni prima, una bimba brasiliana. Inutile approfondire, il seguito è sempre il solito.
Ora, pur considerando che i lavori di Pieraccioni conservano un garbo ed un’educazione cui va reso merito, vista la grevità delle commedie natalizie che tanto appassionano il nostro Belpaese, l’evidente ripetitività rende i suoi film più che noiosi. Le sceneggiature sono prive di freschezza, d’inventiva, è come rivedere ogni due anni il remake dei suoi primi lavori. Ma se “I laureati” e “Il ciclone” hanno spopolato per brio e fantasia, le altre pellicole sono diventate via via più tediose.
Il lieto fine piace al pubblico natalizio, che mai come quest’anno ha bisogno di evadere per un paio d’ore dai propri guai, ma se stiracchiato non è più troppo lieto.
Insomma, non basta la parlata toscana per far ridere di gusto se è la storia a latitare.
Daniele Battistoni