Recensione
Flavioh – Tributo a Flavio Bucci – Recensione: Alla Festa del Cinema di Roma un ritratto senza filtri di un grande attore
Flavio Bucci ha attraversato il grande cinema italiano ed è stato un grande interprete del teatro di prosa insieme a mostri sacri come Carmelo Bene. É apparentemente sparito dalla scena per ricomparire ora in “Flavioh – Tributo a Flavio Bucci”, documentario di Riccardo Zinna, recentemente scomparso, che firma anche la sceneggiatura e la fotografia. A lui va il merito di aver raccontato un uomo e un artista come Bucci in un road movie carico di poesia e leggerezza nonostante lo stato di salute piuttosto critico.
Flavioh – Tributo a Flavio Bucci: un viaggio nell’anima attraverso la testimonianza in prima persona del protagonista
C’è tutta la vita nel bene e nel male di Flavio nel documentario di Zinna. L’istrione che ha incarnato la follia di Ligabue ci mette la faccia e, diremmo noi, anche il cuore. Il suo viso stropicciato, segnato da mille eccessi, parla da solo. In un viaggio in camper l’interprete si mette a nudo e riesce a trasmettere il fascino da mattatore che lo ha contraddistinto. Non nasconde nessuno dei suoi demoni, dalla cocaina all’alcool. Di lui parlano le sue donne, la prima moglie Micaela Pignatelli e la sua ultima compagna olandese Loes Kamsteeg. Ne viene fuori il ritratto di un marito non facile, nonché padre quasi assente per i suoi tre figli.
Flavioh – Tributo a Flavio Bucci: un documentario per un grande artista
Con il suo fedele bastone, Flavio incontra la sua famiglia di origine e racconta del suo primo amore con il teatro in una cittadina di provincia. Seguono in rapida successione tutti gli uomini che hanno segnato la sua carriera. Spicca tra questi, quello con Elio Petri, il suo maestro per stessa definizione di Bucci. É stato lui a farlo entrare, insieme a Gian Maria Volontè, nel circuito del cinema militante degli anni ’70 con film come “La classe operaia va in paradiso”.
Ci si commuove davanti all’incontro tra Alessandro Haber e il protagonista, uniti da una lunga amicizia. Il vecchio leone dalla criniera bianca, claudicante, continua per tutto il documentario a riempire lo schermo con la sua ironia.
Passano diversi filmati di repertorio tratti dai suoi spettacoli teatrali e dai suoi film, tra cui la scena immortale dell’esecuzione di Don Bastiano, il prete anarchico de “Il Marchese del Grillo”, che non cedeva davanti alle minacce della morte incombente. Lo stesso atteggiamento dell’uomo Flavio che ora si dichiara pubblicamente in rovina dopo aver sperperato tutti i suoi guadagni in cocaina, vodka, ma non in donne perché, quelle non le doveva pagare. Il documentario di Riccardo Zinna è una sorta di “cupio dissolvi” di chi ha vissuto ogni giorno come se fosse l’ultimo. “Flavioh – Tributo a Flavio Bucci” è un blues in immagini che restituisce al suo pubblico un grande artista che ancora avrebbe molte cose da dire.
Ivana Faranda
Trama
- Regia: Riccardo Zinna
- Cast: Flavio Bucci
- Genere: Documentario, colore
- Durata: 80 minuti
- Produzione: Italia, 2018
- Distribuzione: n/d
- Data di uscita: n/d
Il cineasta Riccardo Zinna racconta Flavio Bucci, l’uomo e l’artista, attraverso un viaggio tra i luoghi più significativi della sua vita personale e artistica.
Flavioh – Tributo a Flavio Bucci: il racconto di un artista quasi sconosciuto
Il regista e attore Riccardo Zinna presenta alla Festa del Cinema di Roma 2018 un documentario su Flavio Bucci.
L’opera di Zinna nasce dalla volontà di far conoscere a molti giovani, ma anche a chi non ne ha memoria, questo interprete eccezionale, personaggio di cinema a tutto tondo. Il risultato di questo lavoro è un vero e proprio tributo, dove viene descritta la parabola dell’uomo e dell’artista, che ha vissuto la sua storia da battitore libero, vincendo, perdendo, sbagliando ma mai barando con gli altri e soprattutto con se stesso.
Un viaggio nella vita di un fuoriclasse: colui che è stato la voce di Gerard Depardieu e John Travolta, il coproduttore del primo film di Nanni Moretti, che ha dato voce ad una serie infinita di tipi umani.