Romania e Italia a confronto nella vicenda di una ragazza, Francesca, arrivata in Italia alla ricerca del cambiamento
Regia: Bobby Paunescu – Cast: Monica Birladeanu, Doru Boguta, Teo Corban – Genere: Drammatico, colore, 96 minuti – Produzione: Romania, 2009 – Distribuzione: Fandango – Data di uscita: 27 novembre 2009.
Attraverso il desiderio di una ragazza rumena di venire a lavorare in Italia, “Francesca” mostra in modo semplice ma incisivo, uno spaccato della vita attuale in Romania. Il film, presentato a Venezia, viene erroneamente identificato come una pellicola sul razzismo italiano verso i rumeni, invece il centro della narrazione è costituito dai problemi di una giovane repubblica, che dopo anni di dittatura, cerca affannosamente un equilibrio (non ancora raggiunto) tra la propria identità culturale e la libertà finalmente conquistata.
Nei giovani cresce il desiderio dei cambiamenti, di uno sviluppo che si vorrebbe indolore, di una rinascita che utopicamente si vede all’estero. Nei decenni passati la meta era la Germania, dove bastava lavorare un paio d’anni per portare in patria i soldi necessari per una casa, la macchina, iniziare una vita con basi economiche solide. Ora il sogno si è spostato in Italia e in Spagna, che accolgono ciascuna più di un milione di immigrati.
Per noi italiani, abituati ad essere i padroni di casa, è veramente strano ribaltare le posizioni e sentire cosa gli altri pensano di noi. Il regista si prende gioco dei luoghi comuni con i quali in Romania veniamo dipinti: i più anziani hanno la convinzione che gli uomini, certi di essere “stalloni da monta”, siano solo interessati a sottrarre le donne ai rumeni. La generazione di mezza età, come il padre di Francesca, ci ritiene un popolo di razzisti, mentre per la trentenne protagonista l’Italia è l’oasi dove potersi rinfrancare e rinascere, realizzando le proprie ambizioni lavorative.
La pellicola, volutamente statica, trova la sua valenza nel messaggio che trasmette: ogni conquista costa fatica, ogni paese ha le sue difficoltà, i propri demoni da combattere, ma è necessario per crescere parlarne apertamente. Per il regista la cultura, in questo caso la cinematografia, deve aiutare la Romania a trovare la propria strada, la propria crescita sociale, il vero progresso umano.
Maria Grazia Bosu