Trama
- Regia: Pierre Morath
- Genere: Documentario, bianco e nero
- Durata: 90 minuti
- Produzione: Svizzera, Francia, Belgio 2016
- Distribuzione: Kitchen Film
- Data di uscita: 1 giugno 2017
“Free to Run” è un documentario nato dalla passione del regista Pierre Morath per lo sport della corsa a corpo libero. L’artista ha voluto creare un lavoro di grande qualità e curato nel minimo dettaglio, utilizzando come materiale, un’approfondita ricerca storica, usata anche come base per la realizzazione di un libro, scritto in collaborazione con un esperto sociologo.
La disciplina della corsa – la storia c’insegna – non è soltanto uno sport completo e adatto a chiunque, ma anche un complesso specchio antropologico, in cui s’inseriscono grandi lotte, sacrifici e interessanti movimenti di mutamento sociale.
Sono passati, infatti, ormai quarant’anni da quando la sportiva Kathrine Switzer partecipava alla maratona di Boston, iscritta regolarmente nel registro ufficiale e veniva inseguita e strattonata dal direttore di gara Jack Semple; nel tentativo di privarla del suo pettorale perché contrario all’idea che una donna gareggiasse durante la manifestazione.
“Free to Run” è un viaggio, che attraverso alcune importanti personalità di rilievo, come lo svizzero Noel Tamini, fondatore della rivista “Spiridon” e promotore del movimento per una pratica podistica aperta a tutti, e Fred Lebow, ideatore della famosissima maratona di New York, che negli anni seguenti alla sua prima edizione, ha visto crescere esponenzialmente il numero dei partecipanti, racconta la storia di questa sempre più amata pratica sportiva.
Free to Run: la volontà di mostrare anche la fragilità di alcune conquiste
Ma la volontà di Morath, non è soltanto quella di mostrare un’apologia della corsa, bensì quella di osservarne anche aspetti meno felici, come la fragilità di alcune conquiste.
L’immagine inquietante di un’atleta, ripresa allo stremo delle forza, mentre percorre quasi allucinata per la stanchezza gli ultimi metri che la separano dal traguardo; per esempio, ha rischiato di rendere vano il progresso che ha permesso la partecipazione delle donne alle gare, se non si fosse ripresa rapidamente da quella difficile condizione fisica.
Con una parentesi anche sulla grande espansione dell’attività commerciale che ruota attorno al podismo, volendone fare un business di successo a discapito del vero spirito degli amanti della corsa, “Free to Run” entra a pieno titolo tra le pellicole più complete che trattano l’argomento in modo dettagliato e interessante.