“Fuga di cervelli”, ‘college movie’ dall’umorismo sguaiato e forse un po’ infantile che fa storcere il naso agli adulti ma che potrebbe far divertire i teenager a cui è chiaramente destinato
Regia: Paolo Ruffini – Cast: Paolo Ruffini, Luca Peracino, Frank Matano, Andrea Pisani, Olga Kent – Genere: Commedia – Produzione: Italia, 2013 – Distribuzione: Medusa – Data di uscita: 21 novembre 2013.
Tutto ebbe inizio nel 1999 quando con il loro “American Pie” i fratelli Paul e Chris Weitz lanciarono il genere dei ‘college movie’. A questo fecero poi seguito moltissime pellicole tra cui si possono ricordare “100 Ragazze”, “Roadtrip” o “Eurotrip” che però condividevano con il loro capostipite la stessa struttura narrativa: il protagonista era sempre un vero imbranato nelle questioni di cuore ed era sempre inesorabilmente innamorato della ragazza più popolare della scuola a cui però non riusciva a dichiararsi ma per sua fortuna o sfortuna, a seconda dei punti di vista, il nostro giovane dal cuore innamorato poteva contare sull’aiuto dei suoi fidati amici.
Inutile sottolineare che per quella generazione di ragazzi nati negli USA sul finire degli anni ’80, tutte queste pellicole sono diventate un cult a tal punto da spingere anche la cinematografia europea a cimentarsi nel genere. Ecco quindi che anche nel nostro Bel Paese debutta “Fuga di Cervelli”, primo ‘college movie’ all’italiana (in realtà remake dello spagnolo “Fuga de cerebros”) che segna anche il debutto alla regia di Paolo Ruffini, volto noto della tv e del cinema grazie alla sua partecipazione a film come “Maschi contro femmine” e “C’è chi dice no”. A livello di sceneggiatura Guido Chiesa e Giovanni Bognetti scelgono di mantenersi aderenti alle linee narrative proprio di questo genere: ritroviamo infatti l’innamorato Emilio con il suo gruppo di amici sfigati, la bellona di turno che qui ha il volto della modella Olga Kent, l’ambientazione in un college, nel caso specifico l’università di Oxford. Tuttavia, i due sceneggiatori tentano di distaccarsi dal modello americano nel momento in cui cercano di inserire nella sceneggiatura anche spunti di riflessione più seria su temi universali come l’amicizia oppure quando si tratta di parlare di persone disabili, la cui condizione viene totalmente sdrammatizzata e anzi si trasforma nello spunto per alcune delle situazioni più paradossali di cui la pellicola è costellata.
Nonostante la coppia Chiesa e Bognetti, coadiuvata dallo stesso regista Paolo Ruffini, sia stata animata in fase di lavorazione dalle migliori intenzioni, “Cervelli in fuga” non può però considerarsi un prodotto riuscito. Il primo bersaglio da cogliere per una pellicola di questo genere è suscitare nel pubblico risate a non finire, ma con questo film ciò non avviene. Le situazioni comiche costruite dagli sceneggiatori sembrano basate più che su battute ficcanti su sequenze in cui a farla da padrone sono flatulenze di ogni sorta, che fanno sì ammiccare un sorriso quando proposte per la prima volta allo spettatore, ma se, come in questo caso, diventano l’elemento predominante della pellicola, finiscono per stancarlo se non addirittura con l’infastidirlo.
Oltre al protagonista, nei cui panni Luca Peracino offre l’unica interpretazione degna di nota della pellicola, a rivestire un ruolo importantissimo per la riuscita di un ‘college movie’ sono gli amici del protagonista che, non solo devono servire da spalle comiche a quest’ultimo ma devono anch’essi catalizzare l’attenzione del pubblico con le loro storie e con la loro verve. Sfortunatamente in questo caso i personaggi Lebowsky, Alonso, Alfredo e Frank, non risultano sufficientemente sviluppati rendendoli così delle maschere comiche alquanto statiche.
Nonostante sia apprezzabile il tentativo del regista Ruffini di aver sperimentato nella regia con inquadrature che riuscissero a trasformare un semplice ‘college movie’ in una commedia in stile “Amici Miei”, manca troppo a livello narrativo perché questa operazione gli riuscisse.
Sarebbe sbagliato non sottolineare come questa pellicola sia chiaramente destinata ad un pubblico giovanissimo, come dimostra la scelta del cast composto per la quasi interezza da personaggi che devono la loro popolarità a canali come Youtube, e che quindi nonostante “Cervelli in fuga” sia sotto tutti gli aspetti un film assolutamente da evitare per chi abbia superato la pubertà, è probabile che ottenga un buon riscontro da parte di quella fetta di pubblico che ha trovato esilaranti i video di Frank Matano o che adora la comicità dei Panpers.
Mirta Barisi