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Futura (2021)

Recensione

Una nuova forma di film musicale

Futura

Futura (2021)

Un film sulla musica e con la musica, un musical sui generis, una storia fatta dai musicisti e per i musicisti: “Futura” è tutto questo, ma il genere non è comunque identificabile con quello del classico film musicale. Dal jazz alla lirica, dal rock alla musica classica, le melodie e i brani di “Futura” raccontano i sentimenti dei personaggi. Il loro animo, la loro frustrazione e il loro dolore diventano un insieme di note. I dialoghi del film si limitano a dire molto meno di quanto riescano a trasmettere gli strumenti suonati dai personaggi. La colonna sonora è qui così accompagnamento, narrazione, sottofondo musicale, desideri inespressi e sogni infranti.

Perché è di questo che parla “Futura”: di sogni. In una cornice di criminalità dove i personaggi si lasciano vivere è il sogno l’unico richiamo verso la salvezza. Un sogno che non è portavoce della propria realizzazione, ma che diventa esemplificazione di ciò che conta davvero. Quel desiderio, che sembra adolescenziale e appartenere al passato, è forse il motore che aiuta a ristabilire le proprie priorità. “Futura” è un racconto di crescita, evoluzione e cambiamento, dove a modificarsi sono le aspirazioni personali, nella speranza che sentirsi realizzati e bene con se stessi non sempre è possedere tutto ciò che si vuole. 

“Futura” e l’immobilità del proprio presente

Futura

In una Milano inedita, che da polo industriale e centro della moda e del divertimento, diventa qui tanto grigia, chiusa e buia come la vita del protagonista Louis, si assiste a una storia che procede lentamente verso la consapevolezza. Quella consapevolezza che si identifica spesso con l’età adulta, per quanto il film suggerisca che non si smetta mai di crescere. Nella notte e negli incidenti di percorso di un uomo che non riesce a prendere in mano la propria vita, il desiderio lascia spazio all’ossessione per un qualcosa che prima era linfa vitale e che poi è diventato una prigione. “Futura” coinvolge nella forte immedesimazione con il protagonista, simbolo metaforico di una generazione sola con i propri fantasmi e del tutto incerta su un futuro che fa fatica a dare delle risposte. 

Non mancano nel film i colpi di scena e un profondo arco di trasformazione. Il ritmo, escluse le melodie presenti, subisce un accelerazione, diventando incalzante nella seconda metà della storia. Anche la fotografia, nel catturare una nuova Milano, è in linea con ciò che vuole comunicare il film. Per quanto a “Futura” sembri mancare qualcosa nel delineare alcuni personaggi, riesce comunque a trasmettere quel messaggio di speranza nel futuro, esprimendo una fiducia che viene sempre più a mancare. Una maggiore chiarezza sui rapporti, affidati esclusivamente alla musica, avrebbe dato al film uno spessore e una profondità che lo avrebbe reso un prodotto completo, mentre invece rimane in superficie. Un doppio omaggio, alla Madama Butterfly di Puccini, alla figura di Massimo Urbani, al jazz e alla musica in generale, essenziale nel film come nella vita.

Giorgia Terranova

Trama

  • Regia: Lamberto Sanfelice
  • Cast: Niel Schneider, Matile Gioli, Daniela Vega, Aurora Onofri, Stefano Di Battista, Enrico Rava, Lorenzo Cosi, Giovanni Damiani
  • Genere: drammatico
  • Durata: 97 minuti
  • Produzione: Italia, 2021
  • Distribuzione: Adler Entertainment
  • Data di uscita: 17 giugno 2021

FuturaProdotto dalla Indiana Production, in collaborazione con la MeMo Films, la Lalavì Film Rai Cinema e la Rosebud Entertainment Pictures, “Futura” è il secondo lungometraggio di Lamberto Sanfelice. Dopo il film “Cloro”, nominato ai Globi d’oro e ai David di Donatello, Lamberto Sanfelice racconta un film sulla musica e sulle seconde possibilità. Con Niels Schneider (“J’ai tué ma mère” e “Les amours imaginaires”), Matilde Gioli (“Il capitale umano”, “Gli uomini d’oro”, “È per il tuo bene”, e Daniela Vega (“Una donna fantastica”), “Futura” racconta la vita di un uomo alla ricerca del senso della propria esistenza.

Futura: la trama

Louis, jazzista di talento, ha abbandonato il suo sogno musicale. La vita da trombettista jazz si è scontrata con altre necessità e con un lutto mai elaborato. La perdita di suo padre, vera icona del jazz, gli ha lasciato un eredità che lo schiaccia invece che aiutarlo a vivere. Un difficile rapporto con la moglie e la figlia lo portano a vivere una seconda vita, di notte, quando è un tassista e, insieme alla sua amica Lucya, transessuale cilena, spaccia cocaina nella città di Milano.

Tra frustrazione, senso di inadeguatezza e il richiamo lontano della musica sempre presente, ogni tentativo di Louis di impegnarsi ad essere il musicista che ha sempre sognato di essere si rivela fallimentare. Il giro di criminalità, dal quale non è facile uscire, inizia a pretendere sempre di più da Louis, mettendo in pericolo non solo lui, ma anche la sua famiglia. Il vortice che rischia di travolgere Louis lo porta a stabilire delle priorità, fino a una consapevolezza che lo porterà, finalmente, a crescere.

Le dichiarazione del regista Lamberto Sanfelice

“L’idea del film nasce da un incontro”, spiega il regista. “Un giorno camminando per strada ho sentito una tromba che suonava jazz per scoprire che il suono dello strumento proveniva da un tassista seduto al posto di guida nel suo veicolo fermo alla fermata dei taxi. Da quest’immagine sono partite delle domande: perché quest’uomo aveva smesso con la musica? Cosa sarebbe successo se il tassista volesse tornare a inseguire la sua passione per il jazz?”.

Trailer

 

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