Commedia stentata di Giovanni Veronesi con un cast d’eccezione, che non riesce a risollevare però le sorti del film
Regia: Giovanni Veronesi – Cast: Michele Placido, Margherita Buy, Vittorio Emanuele Propizio, Elena Sofia Ricci, Silvio Orlando, Piera Degli Esposti, Luciana Littizzetto, Max Tortora, Andrea Fachinetti, Chiara Passarelli – Genere: Commedia, colore, 110 minuti – Produzione: Italia, 2009 – Distribuzione: Filmauro – Data di uscita: 26 febbraio 2010.
“Genitori & Figli: agitare bene prima dell’uso”, l’ultima fatica cinematografica di Giovanni Veronesi, è una commedia, nel senso che non si piange, ma anche le risate sono pochine. Dopo aver realizzato tre film ad episodi il regista fatica a mettere in piedi un costrutto narrativo con i tempi e i ritmi necessari ad un racconto di ampio respiro.
I trailer della pellicola mostrano un film corale e spiritoso, ma i promo sono solamente un eccellente montaggio delle scene migliori, molto fuorviante. In realtà la pellicola mostra lo sgretolarsi di una famiglia, visto attraverso gli occhi della figlia adolescente; il resto è espediente narrativo funzionale alla storia principale.
In un susseguirsi di situazioni già viste (ragazze giovanissime che ballano sui cubi, coniugi fedifraghi, test di maternità con l’ansia adolescenziale per la paura d’esser rimaste incinta) e battute già sentite (“Mamma non è che papà non ti ascolta, è sordo!”), il racconto appare inoltre non omogeneo, frammentario, una carrellata superficiale sulla società della quale si coglie solo un aspetto, quello della mediocrità, scegliendo come contraltare delle figure appena accennate, forse perché la “normalità” non è di moda.
Se rimane scusabile la difficoltà di proporre nuove idee, da un regista che ritiene d’aver qualcosa da dire al pubblico con cadenza annuale ci si aspetta quantomeno un po’ più di fantasia nel riproporre tematiche consuete. Nonostante la protagonista, interpretata egregiamente dalla giovanissima Chiara Passarelli, riesca a discostarsi dal conformismo dilagante – i giovani visti come vuote macchinette omologate alle mode del momento bramosi di sesso come esperienza fine a se stessa – l’affresco umano mostrato dal racconto è sconfortante. Ci piace pensare che esista anche un’Italia diversa, che crede in valori forti, che non si arrende al malcostume, che esiste una generazione di giovani che non trovi così entusiasmante allenarsi a mettere preservativi ad una carota. Reclamiamo a gran voce storie di ordinaria quotidianità.
Maria Grazia Bosu