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Ghali critica il duetto pacifista di Noa e Mira Awad a Sanremo 2025: ‘è davvero uno scherzo’

Il Festival di Sanremo 2025 ha visto protagonisti sul palco artisti di rilievo come Noa e Mira Awad, che hanno proposto una versione multiculturale di “Imagine” di John Lennon, intesa a invocare un messaggio di pace. L’evento ha attirato l’attenzione dei media e dei social network, dove le reazioni sono state accese e spesso critiche. Tra coloro che hanno espresso opinioni contrastanti figura il rapper Ghali, noto per la sua militanza e le sue dichiarazioni incisive. La performance, che ha coinvolto esibizioni in diverse lingue, ha diviso il pubblico, mettendo in luce la polarizzazione dei sentimenti in merito alla rappresentazione simbolica della pace. Il dibattito ha assunto toni particolarmente serrati, soprattutto tra chi riteneva inadeguata una scelta che, se da un lato intendeva unire, dall’altro ha suscitato polemiche per il contesto geopolitico attuale. Nel corso della serata, il Festival si è trasformato in un palcoscenico per riflessioni più ampie, in cui questioni di identità e di impegno politico sono state portate alla luce. Ora di seguito, vengono analizzate in maniera dettagliata le critiche del rapper e il suo iter comunicativo sui social, nonché il messaggio lanciato durante le precedenti edizioni del Festival.

Ghali critica il duetto pacifista di Noa e Mira Awad a Sanremo 2025: 'è davvero uno scherzo'

La critica di Ghali nel post sui social

Il rapper Ghali, figura di spicco nello scenario musicale e spesso protagonista di controversie, ha espresso la sua disapprovazione attraverso un post che ha rapidamente fatto il giro dei social media. In un’immagine che ritrae le gemelle di Shining, accompagnata dalla scritta “Ditemi che è uno scherzo”, Ghali ha utilizzato toni sarcastici per mettere in dubbio la scelta artistica di invitare al palco due interpreti con radici e identità complesse. Pur non citando esplicitamente Noa e Mira Awad, il messaggio è stato unanimemente interpretato come una critica velata alla decisione dell’organizzazione di Sanremo di dare spazio a performance che si dichiarassero promotrici di un messaggio di pace, pur non facendo riferimento diretto alle attuali tensioni emanate dalla situazione nella Striscia di Gaza. Il contenuto del post ha generato un acceso dibattito tra utenti e critici dell’evento, evidenziando come, nell’epoca dei social network, anche un commento scritto in poche righe possa determinare una polarizzazione dell’opinione pubblica. Le reazioni non si sono fatte attendere, e commenti di sostegno a critiche simili si sono affacciati sul web, mentre altri hanno difeso la scelta artistica ritenendola un tentativo di superare barriere culturali e politiche. Con questa provocazione, Ghali si è così posto nuovamente al centro di discussioni che spaziano dalla libertà di espressione alla responsabilità artistica, riflettendo un clima in cui ogni decisione sul palco può assumere significati molteplici e provocare reazioni inaspettate.

Nel contesto di un Festival che da sempre si fa portavoce di sfumature emotive e culturali, il contenuto del post di Ghali ha ulteriormente infiammato un pubblico già in fermento. Le scelte artistiche, in particolare la decisione di eseguire un brano simbolico come “Imagine” in versioni linguistiche differenziate, sono state viste da alcuni come un tentativo di superare divisioni, mentre per altri hanno rappresentato una forma di autoindulgenza politica. Le critiche espresse si intrecciano così con un panorama mediatico sempre più intriso di opinioni contrastanti, in cui ogni gesto sul palco si trasforma in un campo di battaglia per l’interpretazione del messaggio d’arte e di impegno civile. Questo episodio testimonia come anche un singolo post possa dare il via a una discussione ampia e articolata, capace di spaziare dall’analisi estetica della performance fino all’esame del contesto geopolitico e delle responsabilità degli artisti.

Il messaggio di Ghali a Sanremo sul conflitto di Gaza

Nel corso della precedente edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, Ghali aveva già attirato l’attenzione per un intervento caratterizzato da tono polemico e impegno politico. Durante quella manifestazione, il rapper aveva presentato la canzone Casa mia, nella quale faceva riferimento in modo diretto agli eventi drammatici che avevano scosso il mondo, citando i bombardamenti sugli ospedali. Questa scelta artistica si inseriva in un contesto già frequentemente attraversato da simbolismi e dichiarazioni dal forte impatto emotivo. In un’altra occasione, Ghali aveva esclamato “Stop al genocidio” durante una diretta televisiva, provocando reazioni forti e immediate sia tra il pubblico che tra le istituzioni. Il suo intervento aveva suscitato critiche da parte di alcuni ambienti della Comunità Ebraica italiana, con rammenti che le sue parole non fossero del tutto in linea con il clima di festività e intrattenimento atteso da un evento come Sanremo. In quella circostanza, la Rai stessa era intervenuta pubblicamente, segnalando la delicata natura delle espressioni artistiche in presenza di conflitti e tensioni internazionali. La scelta di Ghali di portare queste tematiche sul grande palco nazionale riflette una volontà di attivismo e di denuncia, mirando a far presa sull’opinione pubblica e a stimolare una riflessione sulla situazione in corso in territori colpiti da scontri e violenze. La presentazione della canzone Casa mia e la successiva discussione sui social hanno segnato una tappa importante nella carriera del rapper, evidenziando come l’arte possa diventare veicolo di messaggi forti anche in contesti di intrattenimento, e confermando il ruolo degli artisti come portavoce di sensibilità e consapevolezza civica.

Gli avvenimenti di Sanremo hanno mostrato come ogni esibizione possa trasformarsi in un’occasione per interloquire con problematiche di portata internazionale. Il messaggio di Ghali, esposto con naturalezza e fermezza, ha rincuorato chi attende da tempo un approccio più diretto alle questioni umanitarie, sebbene non manchi di alimentare ulteriori polemiche e divisioni. La serata, dedicata alla terza puntata del Festival 2025, ha previsto la presenza di conduttori noti come Carlo Conti e protagonisti di spicco come Miriam Leone, Elettra Lamborghini e Katia Follesa, elementi che hanno contribuito a creare un palcoscenico in cui messaggi di pace e sostegno possono trovare ampio eco. La scelta di mescolare momenti di intrattenimento con spunti di riflessione politica ha alimentato il dibattito su quale debba essere il ruolo degli eventi mediatici nel trattare temi delicati come i conflitti internazionali. Nel complesso, la performance di Ghali e il successivo discorso pubblicizzato sui social consolidano una tendenza a utilizzare la visibilità di eventi di grande richiamo per esprimere posizioni politiche, lasciando spazio a discussioni che rimarranno al centro del dibattito culturale e mediatico nei prossimi mesi.

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Fede Petrini

Fede Petrini

Sono Fede Petrini, laureato in lingue e amante del mondo dello spettacolo. Mi appassionano gossip, programmi TV, cinema e serie TV, che esploro con entusiasmo e curiosità.

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