Oggi è stato presentato in conferenza stampa il nuovo film di Gabriele Muccino, “Gli anni più belli”, con la partecipazione di cast tecnico e artistico.
Gli anni più belli: un’opera in dialogo col mondo
Muccino ha esordito rispondendo a una domanda sull’impatto della storia nel film, spiegando che la grande Storia è quella che ci definisce sempre. Tutti i momenti storici a cui la pellicola fa esplicito riferimento rappresentano un cambiamento, che è poi una sfida verso il domani. Il grande motore del film è quindi il tempo, capace di porre i personaggi davanti a bivi e imprevisti davanti ai quali loro non si rassegnano. Per Muccino gli anni più belli sono slegati dall’età, perché sono quelli in cui si avverte un movimento interiore verso un traguardo.
Rispetto alle varie citazioni presenti in “Gli anni più belli”, il regista ha detto che si tratta di un’opera pregna di tutto ciò di cui lui stesso si è nutrito facendo cinema. Rappresenta per questo motivo il suo più grande omaggio alla settima arte.
Una pellicola precedente con cui è senz’altro in dialogo è “C’eravamo tanto amati”, che simboleggia tutto quello nella cui ombra è cresciuta la generazione di Muccino. Secondo lui, infatti, la sua generazione è cresciuta in maniera apolitica perché schiacciata dalla storia altrui in un periodo di difficile transizione.
Pierfrancesco Favino (l’avvocato Giulio Ristuccia) si è detto molto d’accordo con questa visione del mondo, ma ha anche aggiunto che con “Gli anni più belli” tutti loro sono riusciti a trovare una voce propria, laica, che parlasse di amicizia e di tempo. Allacciandosi a questo, Claudio Santamaria ha spiegato che il suo personaggio, Riccardo detto Sopravvissù, rappresenta qualcuno che cerca disperatamente di esprimersi.
Cast e personaggi
La parola è poi passata a Kim Rossi Stuart, che ha descritto il personaggio di Paolo come molto onesto e semplice, con una visione del mondo scevra di vittimismo grazie alla quale riesce a riscattarsi e raggiungere un’esperienza piena. Si tratta, secondo l’attore, di qualcosa di importante in un periodo in cui l’eroe è un Joker, un vittimista per eccellenza.
Sempre a proposito dei propri personaggi, Micaela Ramazzotti ha parlato di Gemma, spiegando come le privazioni affettive subite l’abbiano resa qualcuno con un grande vuoto dentro ma a cui basta un sorriso altrui per ritrovare un battito di vita. Ramazzotti ha detto di amare molto interpretare personaggi imperfetti perché l’umanità stessa è piena di difetti.
Emma Marrone ha parlato del suo esordio nel mondo del cinema, dicendo di non avere un termine di paragone ma di essersi trovata benissimo e di aver apprezzato il garbo con cui Muccino trattava tutti i membri del team, non solo gli attori. La cantante si è detta disposta a proseguire la sua avventura sul grande schermo.
Ai più giovani del cast è stato chiesto com’è stato trovarsi a lavorare in un progetto del genere. Alma Noce e Francesco Centorame hanno detto che, più che studiare la filmografia di Ramazzotti e Favino, hanno preferito osservare gli attori direttamente sul set. Andrea Pittorino si è detto d’accordo ma ha sottolineato come comunque ognuno abbia poi portato la propria unica interpretazione.
Muccino ha concluso la conferenza stampa dicendo di non poter scegliere un personaggio a lui più vicino perché ha seminato parti di sé in tutti quanti. Gemma è la sua anima femminile, Paolo quella contemplativa, Giulio rappresenta la sua ambizione corruttibile e Riccardo la paura della mediocrità.
Gaia Sicolo
30/01/2020