La regista, per la sua ultima fatica dietro alla macchina da presa, sceglie di adattare per lo schermo l’omonimo libro di Michele Serra, “Gli sdraiati”, che tanto ha fatto discutere l’Italia per la sua descrizione un po’ dura delle nuove generazioni.
Ha subito preso la parola Claudio Bisio, che interpreta Giorgio Selva, il protagonista (volto noto della tv e padre separato, con un figlio adolescente), iniziando col parlare del suo essere padre: “Siamo padri in un’epoca difficile, io sono stato figlio negli anni settanta, mio padre non era democratico ma neppure un fascista, fumava la pipa la sera, ed era autorevole, avevo un rapporto più intimo con mia madre, ma per le scelte importanti mi diceva di consultare lui. Se gli chiedevo una cosa la sua risposta era si o no, senza spiegazioni. Quando ero alle superiori ho lottato contro l’autorità, e quando ho avuto lo scettro del potere ho cercato, sbagliando a quanto dicono gli psicologi, di motivare le mie decisioni. Io non voglio e non riesco ad essere un padre così così autorevole”.
Gli sdraiati: la Archibugi vuol raccontare una storia, nella sua unicità
La sceneggiatura è opera della stessa regista e di Francesco Piccolo, secondo cui il protagonista Giorgio “è un padre separato, un personaggio attuale”, che provando ad impartire regole dimostra la sua fragilità; “è poco autorevole, alla ricerca continua di un’intimità che in vero già c’è. E’ un modo di essere padri di questo tempo”. Gli sceneggiatori si sono liberamente ispirati al libro di Serra, che dava un unico punto di vista, quello paterno, mostrando nel film anche il punto di vista del figlio e della sua generazione.
La Archibugi ci tiene a ricordare che quel che a lei interessa è raccontare “pezzi unici”: per lei questo è un “racconto individuale, una piccola storia anomala, che non ha intenti sociologici”, ma permette ai realizzatori di mettere a fuoco quello che ci può essere di patologico in un rapporto.
Gli sdraiati: Claudio Bisio parla delle sue emozioni
Bisio, che è stato protagonista anche della trasposizione teatrale del libro di Serra, continua a parlare del suo vissuto, di quando ha capito con tristezza che il suo figlio maschio, da super coccoloni che era da bambino, con l’adolescenza è diventato refrattario al contatto fisico, e di come spera che un domani quella fisicità si possa riconquistare. Ha continuato ad aprirsi, affermando che, per la prima volta, si è quasi commosso, nel rivedere se stesso nelle scene finali del film, e per questo, seppur sia restio a parlare delle sue emozioni riguardo ad un lavoro che ha fatto, si sente di dirlo, per la sua quasi unicità.
Gli sdraiati: la parola ai giovani
E’ poi stato chiesto ai due giovani protagonisti cosa pensano dei loro personaggi, coi quali in vero dicono di riconoscersi ben poco. Gaddo Bacchini, che nel film presta il volto a Tito, il figlio di Giorgio, ci ha tenuto a precisare che non condivide la definizione di “sdraiati” che Serra da della sua generazione. E’ della stessa opinione Ilaria Brusadelli, che nel film interpreta Alice, che non si sente ‘sdraiata’ e ritiene sia importante non generalizzare.
Bacchini ha poi aggiunto che il film mostra bene le caratteristiche e le difficoltà di padre e figlio, e che a parer suo un padre deve trovare il giusto equilibrio tra presenza costante ma non soffocante e spazi da lasciare all’autonomia dei figli.
Il film uscirà nelle sale italiane il 23 novembre in ben 300 copie.
Maria Grazia Bosu