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Grindhouse – A Prova di Morte – Recensione

Con “Grindhouse – A Prova di Morte” Tarantino rivisita il poliziottesco all’italiana e i film di arti marziali

(Grindhouse – Death Proof) Regia: Quentin Tarantino – Cast: Kurt Russell, Sydney Tamiia Poitier, Vanessa Ferlito, Jordan Ladd, Tracie Thoms – Genere: Horror, colore, 116 minuti – Produzione: USA, 2007 – Data di uscita: 1 giugno 2007.

grindhouse-a-prova-di-morte“Grindhouse” è il nomignolo che veniva attribuito negli Stati Uniti alle sale cinematografiche di terza categoria che si mantenevano proiettando spesso due film per volta, sempre di serie B e di pessima qualità. Sia Quentin Tarantino che Robert Rodriguez sono stati a loro tempo grandi frequentatori di grindhouse cinema, dove hanno imparato ad apprezzare generi di film diversissimi, dal poliziottesco all’italiana al film di arti marziali di Hong Kong. L’idea originale dei due registi era dunque quella di riprodurre nel 2007 non solo lo stile di quel cinema brutto sporco e cattivo degli anni Settanta, ma addirittura la stessa esperienza visiva, completa di pellicola malridotta e graffiata, scene saltate e trailer di altri film di serie B a corredo del tutto.

Se pensate che rifare due film di serie B sia una faccenda da nulla, dovreste pensare che il costo totale di questo esperimento è stato superiore a 50 milioni di dollari, ma ha sicuramente divertito molto i realizzatori.

Gli amici di Tarantino come Rob Zombie ed Eli Roth hanno fatto a gara per fornirgli assurdi trailer da mostrare insieme ai due episodi principali del doppio spettacolo, andando dallo slasher movie pieno di sesso e coltelli al film porno-nazi completo di lupi mannari e scienziati pazzi. Purtroppo il destino di “Grindhouse” in Europa è stato quello di essere tagliato in due, mentre i trailer si sono smarriti per strada. La sperimentalità originale dell’idea di Tarantino va così perduta, anche se forse pochi spettatori nostrani avrebbero capito il riferimento alle atmosfere della provincia americana degli anni ’70.

L’episodio di Tarantino, intitolato “A prova di morte” è forse il più interessante dei due e ha il notevole pregio di recuperare un grande Kurt Russell nel ruolo di uno stuntman impotente e maniaco omicida. Stuntman Mike ha infatti un debole per le ragazze belle e indipendenti, le segue e alla fine le uccide in incidenti stradali provocati ad arte, ai quali riesce a sopravvivere grazie al suo addestramento e alla sua macchina speciale “a prova di morte”. Nelle campagne del Tennessee però la sua strada si incrocerà con quella di tre belle stuntgirl che non si riveleranno esattamente delle facili prede.

Isabella Gasparutti

Grindhouse – A Prova di Morte – Recensione

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