Trama
- Regia: Ilya Naishuller
- Cast: Sharlto Copley, Haley Bennett, Danila Kozlovsky, Cyrus Arnold, Ilya Naishuller, Will Stewart, Darya Charusha
- Genere: Azione, colore
- Durata: 95 minuti
- Produzione: USA, Russia, 2015
- Distribuzione: Lucky Red
- Data di uscita: 13 Aprile 2016
Diretto da Ilya Naishuller, “Hardcore!” ha vinto il premio Midnight Madness al Festival di Toronto.
“Hardcore!” è un film girato interamente in soggettiva, in cui il pubblico vede tutti tramite gli occhi di Henry, che è stato strappato dalle braccia della morte e riportato miracolosamente in vita e non ricorda assolutamente nulla del suo passato. La sua missione è quella di salvare sua moglie, Estelle, che è stata rapita da Akan (interpretato da Danila Kozlovsky) un potente capo di un gruppo di mercenari con un piano per per conquistare il mondo. Henry, il protagonista, si trova a Mosca dove incontra Jimmy, cittadino britannico interpretato da Sharlto Copley, che potrebbe rivelarsi un alleato, aiutandolo a scoprire qualcosa riguardo la sua vera identità, oppure una minaccia.
“Hardcore!” non è la prima opera cinematografica girata dal punto di vista del protagonista, un esempio dello stesso tipo ci è offerto da “Una donna nel lago” del regista Robert Montgomery o anche “Maniac” di Frank Khalfoun.
Nel cast, tra i protagonisti, troviamo Sharlto Copley (“District 9”, “Maleficient”), Haley Bennett (“Io e Marley”, “Padri e Figlie”) e Danila Kozlovsky (“Legend № 17”, “Soulless”).
Recensione
Hardcore!: un film d’azione da ‘vivere’
Era il lontano 1997 quando uscì lo scandaloso singolo “Smack my bitch up” dei britannici The Prodigy. La potente musica elettro-psichedelica con titolo e testo provocatorio suscitò un bel vespaio di polemiche: la canzone sembrava un chiaro incitamento alla violenza sulle donne mentre molto probabilmente, sotto forma di slang giovanile, era un clamoroso inno alla droga. Cosa c’entri questa stupefacente rimembranza con il film di cui trattiamo è presto detto: il videoclip che accompagnò la fama del pezzo dei The Prodigy venne girato tutto in soggettiva, il cui protagonista si svegliava, si drogava, andava in discoteca, si sballava di nuovo, faceva a botte e, per finire, andava a prostitute. Tutto in una notte.
Anche il film del russo Ilya Naishluller è raccontato completamente in prima persona e nasce dall’espansione del video musicale “Bad Motherfucker”, girato dallo stesso Naishuller per la sua band (il regista russo è anche il frontman della formazione indie-rock “Biting Elbows”). Al di là della probabile ispirazione, “Hardcore!” presenta fondamentali differenze con il video della band inglese: ovviamente ha la consistenza di un lungometraggio ed è un sorprendente caso di videogame ‘sparatutto’ geneticamente modificato. Energia, armi e munizioni sono le uniche cose che non devono mai mancare per procedere nei livelli di una storia che, tra mille ostacoli, sguscia a folle velocità come una pallottola intelligente sparata all’inseguimento del proprio bersaglio. Solo un guizzo di lucidità per capire che un folle e potente personaggio vuole il tuo annientamento e la giostra è pronta a partire: tua moglie ti ha appena salvato e riportato in vita. Ti svegli, ma non ricordi nulla. Improvvisamente l’onda d’urto di un’esplosione ti fa sobbalzare. Nel frattempo la tua premurosa consorte viene rapita da un’orda di mercenari con l’obiettivo di realizzare il piano dei piani: dominare il globo intero.
Hardcore!: un film per videogamers, ma non solo
“Hardcore!” passa ad uno step superiore rispetto a quanto visto finora al cinema su questo genere: non è solo un film ispirato ai videogiochi in prima persona, ma è forse il primo vero omaggio cinematografico a “Doom” e ai suoi fratelli. I videogamer che amano “Quake”, “Call of Duty” e “Half-life” non potranno tenere a bada il proprio cuore per quest’opera che innesca una reazione a catena scandita da citazioni, ambientazioni e inquadrature studiate appositamente per far innamorare i ‘nerd’ da consolle e non solo. Lo stesso Naishuller è un autentico patito: lo si capisce dall’estrema cura con la quale riesce a tramutare il proprio joystick in una indiavolata videocamera. Intrattenimento allo stato puro con le sembianze dell’appena nata cine-adrenalina 2.0, “Hardcore!” non dà modo di interrogarsi sui motivi del susseguirsi degli avvenimenti e trascina senza sosta fino al tradizionale e catartico scontro finale.
Riccardo Muzi