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Henry – Recensione

Alessandro Piva, già premiato con “LaCapaGira”, realizza “Henry” un film fuori dagli schemi in un’atmosfera alla “Pulp Fiction”

Regia: Alessandro Piva – Cast: Carolina Crescentini, Claudio Gioé, Aurelien Gaya, Paolo Sassanelli, Michele Riondino, Alfonso Santagata, Eriq Ebouaney, Dino Abbrescia, David Coco, Vito Facciolla, Max Mazzotta – Genere: Drammatico, colore, 86 minuti – Produzione: Italia, 2011 – Distribuzione: Iris Film Distribution – Data di uscita: 2 marzo 2012.

henryNon la Roma dei palazzi del Vaticano e del centro, ma la periferia dei palazzoni della zona dell’Acquabulicante, brulicante di variegata umanità. Parte da qui, la storia di “Henry” di Alessandro Piva, già regista de “LaCapaGira”, vincitore del premio del Pubblico al Festival di Torino del 2010.

Una serie di personaggi si muovono in un’atmosfera che potrebbe far pensare a quella di “Pulp Fiction”. Ci sono tutti gli ingredienti: le morti violente, gli scontri tra gangster da quattro soldi e ovviamente una sana dose di ironia.

Un pusher di periferia viene ucciso con la madre. Della sua morte è incolpato un tossico giovane, che era andato lì a prendere la roba per la sua fidanzata. È coinvolto anche un vecchio eroinomane e soprattutto una banda di neri che cerca di rubare il mercato della bianca ai boss storici. Su tutto ciò indaga un commissario di polizia che sta per diventare padre. Al centro della storia ‘Henry’, come viene chiamata in gergo l’eroina tra gli afro-americani di New York, ma ci sono anche le vite di una serie di personaggi che vivono ai margini dell’illegalità. E in realtà anche alcuni poliziotti hanno nella loro vita delle zone d’ombra.

Alessandro Piva dirige un cast giovane e piuttosto indovinato in un film indie che ha molto faticato ad uscire sul grande schermo, anche perché fuori dai soliti schemi ‘all’italiana’. Non è un “Romanzo criminale”, ma uno spaccato di un’umanità alla deriva che fa sorridere amaro.

I personaggi, uno alla volta si descrivono in piccoli siparietti alla ”Basta che funzioni” di Woody Allen. Ma sono più le loro vicende a raccontarli. E così, Carolina Crescentini, ex ‘cagna’ di “Boris”, affronta il ruolo di Nina, sporco ma ironico e ne esce veramente bene. Il suo giovane boy friend è un perfetto Michele Riondino, mentre il vecchio tossico è Pietro De Silva, anche lui in parte. Il pusher Spillo è Max Mazzotta, già nel cast di “Paz” che ricorda il cattivo Zanardi di Pazienza. I due poliziotti sono l’integerrimo Silvestri (Claudio Gioè) e il discutibile Bellucci (Paolo Sassanelli).

Il risultato finale è un film caratterizzato da lunghi piani sequenza e camera a spalla che segue i protagonisti nei loro movimenti nella città. Interessantissima come location, la casa di Nina, un po’ stile “Trainspotting” e un po’ di art design. Bello il montaggio sporco e dinamico mentre non si può dire altrettanto della fotografia poco curata. Seppur nella sua imperfezione, “Henry” è un film assolutamente interessante che merita di uscire fuori per il coraggio dimostrato da Piva in un panorama italiano cinematografico piuttosto piatto.

Ivana Faranda

Henry – Recensione

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