Biografia
Horokazu Kore’eda è un regista giapponese, divenuto famoso a livello internazionale per la sua partecipazione a Festival di grande rilievo come quello di Venezia e quello di Cannes. I temi principali della sua filmografia sono la società, le contraddizioni famigliari, la malattia come male sociale e il suicidio.
Horokazu Kore’eda: l’ambizione di documentare la vita
(Tokyo, 6 giugno 1962)
Horokazu Kore’eda nasce in Giappone nel 1962 e si laurea alla Waseda University nel 1987. Prima di approdare alla regia, si sperimenta come sceneggiatore e montatore, successivamente anche come produttore.
La carriera cinematografica comincia con i documentari a sfondo sociale per una emittente televisiva, la Man Union, a partire dal 1991 dove collabora come aiuto regista. I temi che risuonano fin dall’inizio nella poetica del giovane Kore’eda sono la condizione della società, le contraddizioni della famiglia, la malattia come male provato e sociale e non ultimo il suicidio.
I documentari firmati dal 1991 al 1994 riguardano infatti i casi della vita più disparati: da “Shikashi” (1991), un caso di suicidio a “Kare no inai hachigatsu” (1994) che documenta i giorni di vita di un malato di Aids.
Malattia sociale e individuale: il risvolto nel suicidio
Il suo esordio nel lungometraggio è un film, “Maborosi” (1995), nel quale affronta con un linguaggio diverso da quello documentaristico il tema del suicidio. A sorreggere l’immagine è una solida sceneggiatura che è la lettura di un romanzo di Teru Miyamoto. La passione per la sceneggiatura comincia a delinearsi con una cura meticolosa dell’adattamento di romanzi o racconti. La pellicola, presentata al Festival di Venezia affronta il tema della malattia che lascia lo spazio alla morte che dietro l’occhio della macchina da presa, Kore-eda cerca di interpretarne il senso.
Riconoscimenti internazionali per Horokazu Kore’eda
In “After Life” (1998), Horokazu Kore’eda racconta il passaggio dalla morte terrena a quella ultraterrena segnato dalla scelta di portare con sé un ricordo gioioso della prima vita. Il film vince numerosi premi tra cui l’Holden per la migliore sceneggiatura al TFF e il premio FIPRESCI al Festivale di San Sebastian.
Anche per il film seguente il tema resta quello del suicidio. “Distance” (2001), trae spunto, invece, da un fatto di cronaca accaduto a Tokyo: un gruppo religioso, contrario al sistema di vita nel quale è esposto, decide per il suicidio di massa. Con quest’opera, Kore-eda entra nei film in concorso al Festival di Cannes dove porterà anche nel 2004, “Nessuno lo sa” che riprende un fatto di cronaca, di alcuni giovani fratelli che, cresciuti in solitudine e abbondonati dalla madre, si impregnano di violenza. Ormai cineasta stimato, Kore’eda si prova nel genere tradizionale, in costume con “Hana yori yori ma naho” (2006)
Dalla tradizione prende tutto questo straordinario regista e il suo sguardo al maestro del cinema Yasujiro Ozu, in particolare al suo “Viaggio a Tokyo” (1953), si mostra palesemente in “Auritemo, Auritemo” (2008) dove, firmando la sceneggiatura originale, racconta la storia di figli che tornano a casa per commemorare la morte del padre e rivivono la scossa di sentimenti contradditori.
La solitudine nella quale è immerso l’uomo moderno dei nostri giorni viene resa da Kore’eda con “Air Doll”, presentato a Cannes l’anno successivo. Il film è tratto da un manga di Yoshiie Goda. Il film racconta di un uomo la cui sola compagnia è data da una bambola gonfiabile, Air Doll, fino a che questa non prende vita e si innamora di un altro uomo e, lasciatolo più solo che mai, sperimenta lei stessa, suo malgrado, la stessa solitudine.
L’ascesa dei padri
Con “Father and Son” (2013) Horokazu Kore’eda sembra aver trovato un linguaggio proprio nel mettere a fuoco e definire la storia di padri e figli le cui relazioni nella famiglia sembrano compromesse dalle condizioni sociali o dagli eventi della vita, tutti estranei al sentimento dell’amore filiale. La pellicola sbarca ancora sulla costa francese, a Cannes, dove guadagna, a pieno titolo, il Premio della Giuria. Viene premiato la sua narrazione trasversale, dal tono intimistico che vede la crescita di un padre attraverso la vita e le vicende del figlio, al tono sociale e politico che vede legittimare come famiglia solo i rapporti di appartenenza di sangue e non quelli di amore e di cura offerto nel bisogno.
Un altro padre lo troviamo nel film successivo “Little Sister” (2015), tratto dalla raccolta di scritti omonima di Akimi Yoshida. Con la morte del padre, le quattro figlie scoprono di avere una sorellastra che tenteranno di includere nella famiglia rimasta. È l’ombra del genitore che incombe sulle donne, il suo vissuto nascosto e dunque le ripercussioni sulla loro vita.
Appena successivo è “Ritratto di famiglia con tempesta” del 2017, presentato al Festival di Cannes 2017, dove riceve il premio Un Certain Regard.
Horokazu Kore’eda vince a Cannes
Apprezzato e voluto, Kore’eda non manca al Festival di Cannes 2018, in Concorso con “Un affare di famiglia” dove riprende il tema della genitorialità, della famiglia che si crea anche quando non c’è un DNA comune. Il film i aggiudica la Palma d’Oro e lui entra nella lista dei migliori tra i registi del cinema nipponico.
Cambio di set
Con un volo internazionale Kore’eda affronta con altrettanto successo una produzione franco-giapponese e nei giardini della Francia scrive e dirige “Le verità” (2019), con un cast stellare capitanato da Catherine Deneuve e Juliette Binoche. Il film viene applaudito dalla critica e dal pubblico e candidato al Leone d’Oro a Venezia 2019.
Dalla Francia alla Corea del Sud: Kore’eda si sposta nell’isola più vicino al suo Paese e gira “Le buone stelle – Broker” (2022), un film drammatico dal tono grottesco dove si dipana una tratta di neonati lasciati nella baby-box di un ospedale di Seul. Kore’eda si avvale ancora una volta di un cast locale e pluripremiato come Doona Bae (“Mr Vendetta” di Park Chan-wook) e Song Kang-ho (“Parasite” do Bong Joon-ho).
Rita Ricucci
Filmografia
Horokazu Kore’eda Filmografia
Regista
Cinema
- Maborosi (1995)
- Wonderful Life (1998)
- Distance (2001)
- Nessuno lo sa (2004)
- Hana yori mo naho (2006)
- Aruitemo aruitemo (2008)
- Daijōbudearu yō ni – Cocco owaranai tabi – documentario (2008)
- Kūki ningyō (2009)
- Kiseki (2011)
- Father and Son (2013)
- Little Sister (2015)
- Ritratto di famiglia con tempesta (2016)
- Il terzo omicidio (2017)
- Un affare di famiglia (2018)
- Le verità (2019)
- Le buone stelle – Broker (2022)
Televisione
- NONFIX – serie TV documentario, 8 episodi (1991-2006)
- Dokyumentarī ningengekijō – serie TV documentario, 1 episodio (1993)
- Kioku ga ushinawa reta toki… – documentario (1996)
- Aruku yōna haya-sa de 〜 37, 319-ri no ōdishon – documentario (2002)
- Watashi ga kodomodatta koro Tanikawa Shuntarō-hen – documentario (2008)
- Hōdō no tamashī – serie TV documentario, 1 episodio (2008)
- Ayashiki bungō kaidan – serie TV, episodio 1×04 (2010)
- Going My Home – serie TV, 5 episodi (2012)
- Mirai e no tegami 2014 〜 are kara 3-nen tachimashita – documentario (2014)
- Kyō no, Akinai – documentario (2015)
- Ishibumi – documentario (2015)
Sceneggiatore
Cinema
- Wonderful Life (1998)
- Distance (2001)
- Nessuno lo sa (2004)
- Hana yori mo naho (2006)
- Aruitemo aruitemo (2008)
- Kūki ningyō (2009)
- Kiseki (2011)
- Father and Son (2013)
- Little Sister (2015)
- Ritratto di famiglia con tempesta (2016)
- Il terzo omicidio (2017)
- Un affare di famiglia (2018)
- Le verità (2019)
- Le buone stelle – Broker (2022)