Conferenza stampa di “Ho amici in Paradiso”, la nuova commedia di Fabrizio Maria Cortese con Valentina Cervi e Antonio Catania, che affianca il cinema alla disabilità. Oggi si è tenuta la conferenza stampa del film, eccovi un resoconto qui di seguito.
Arriva nelle sale il 2 Febbraio “Ho amici in Paradiso”, un film divertente che tratta temi di sostanza
Dopo il passaggio alla Festa del Cinema di Roma, nella Sezione autonoma e parallela Alice nella città, sbarca nelle sale cinematografiche di tutta Italia “Ho amici in Paradiso”, l’interessante film di Fabrizio Maria Cortese, che affronta il tema della disabilità e dell’integrazione del ‘diverso’, attraverso il registro comico. L’espediente narrativo per trattare questi temi è l’affidamento ai servizi sociali di Felice, collaboratore di giustizia, che nel centro Don Guanella, aiutando gli altri, avrà la possibilità di riabilitare se stesso.
Modera l’incontro di troupe e cast con la stampa Paola Severini Melograni, che inizia col citare “Il grande cocomero” di Francesca Archibugi e “La pazza gioia” di Virzì, a voler chiarire che il cinema italiano è da sempre sensibile a queste tematiche, fin dal lontano 1975 con “Matti da slegare”, il documentario di Bellocchio, Agosti, Rulli e Petraglia.
Quasi un decimo della popolazione italiana, poco meno di cinque milioni di persone, ha disturbi di natura psico-sensoriale, e tra questi ben centomila hanno un disturbo dello spettro autistico, a dimostrazione di come l’argomento trattato non sia purtroppo un problema che interessa una ristretta minoranza del paese.
“Il film mostra la quotidianità dei centri come il Don Guanella, che nonostante i tagli feroci della sanità ce la mettono tutta” ha chiarito una determinata Severini, per sostenere chi ne ha bisogno, aiutando le famiglie a sostenere un pesante fardello e gestire situazioni in cui purtroppo lo Stato latita. La moderatrice ci tiene anche a precisare che le istituzioni cattoliche non sono solo quella ristretta minoranza che finisce sui giornali per porcherie, ma sono sopratutto quel tessuto umano e morale che tenta di sanare molte ferite del paese, dando voce e aiuto agli ultimi.
Ho amici in Paradiso: le difficoltà dell’inclusione dei diversamente abili e il mutamento di un uomo che fa i conti con se stesso
Il vero Don Pino, al quale nella finzione cinematografica presta il volto un bravissimo Antonio Catania, ha raccontato di come “per il Don Guanella questo film sia stata un’opportunità per stimolare le istituzioni a non fare ‘parti uguali tra disuguali’ come direbbe Don Milani, perché ciascuno ha diritto ad un personale calibramento” del percorso terapeutico e riabilitativo”.
Per Fabrizio Maria Cortese, che ha scritto e diretto il film, “è stata un’esperienza durata due anni, due anni di gioco, due anni d’improvvisazioni con degli amici. Amici che sono protagonisti nella vita e sono diventati attori veri, interagendo con gli attori professionisti. Nella storia sono personaggi vincenti, che aiutano il protagonista a salvare se stesso”. Il regista ha sentito la necessità di raccontare questo mondo dopo una frequentazione personale del Don Guanella in cui andava a trovare un amico ospite: “Frequentando il centro sono cambiato, ed ho voluto, con questo film, raccontare questo cambiamento”.
“Inizialmente era molto difficile anche avere solamente silenzio”, continua il regista, che ha scritto il film in corso d’opera, mentre stava già lavorando con gli attori disabili del centro; “Tutti erano scettici sulla riuscita del lavoro, ma devo dire che Raicinema ha subito creduto nel progetto, in quest’esperimento, e con la Rai è arrivata anche la fiducia degli altri produttori che ci hanno sostenuto”.
Fabrizio Maria Cortese ha parole di ammirazione anche per gli attori che l’hanno seguito in quest’avventura e che, quando prendono la parola, confessano all’unisono di aver accettato il progetto perché travolti dall’entusiasmo e dal calore del regista.
La moderatrice conclude con un ulteriore ringraziamento alla Rai, per aver portato a Sanremo i ‘Ladri di carrozzelle’, mostrando sensibilità e coraggio.
Maria Grazia Bosu
23/01/2017