Spassosa pellicola in cui il regista, con abile maestria, fa ridere sulla stupidità delle ideologie assolutiste, di qualsiasi tipo siano, e esalta amore e amicizia
Regia: Leander Haussmann – Cast: Michael Bully Herbig, Jürgen Vogel, Thekla Reuten, Valery Grishko, Alexander Senderovich, Juraj Kukura – Genere: Commedia, colore, 110 minuti – Produzione: Germania, Russia, 2011.
Davvero divertente, e a tratti scoppiettante, questa brillante commedia in concorso al Festival Inernazionale del Film di Roma 2011, ambientata negli anni che vanno dalla presa del potere di Hitler e l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, con palcoscenico tra Berlino e Mosca.
Zeisig e Meyer, due attori da avanspettacolo, sbarcano il lunario interpretando Stalin e Hitler, facendo ridere a crepapelle diversi gerarchi nazisti; addirittura l’ebreo Meyer autografa loro le cartoline con lui vestito da Fhurer. Ma la storia, si sa, prese una brutta piega per gli ebrei tedeschi e in generale il sens of humor dei nazisti non dovette contemplare a lungo in quegli anni l’autoironia.
Meyer si unisce alla resistenza, mentre Zeisig vuole fuggire a Hollywood, vera Terra Promessa sia per la libertà sia per le opportunità lavorative che lui e il suo amico potranno ottenere una volta sfuggiti alla dittatura. Ma il destino ha in serbo ben altro per Zeisig: lui che interpretava con successo Stalin, si ritrova a Mosca, ospite forzato del famigerato Hotel Lux, proprio al tempo delle purghe staliniane, ed è costretto a interpretare addirittura il ruolo dell’astrologo personale del temutissimo dittatore sovietico.
La pellicola tratta con brio e leggerezza uno dei periodi storici più bui della storia d’Europa, facendo attraversare dal protagonista, che non rinuncia mai al suo personale stile bohémien, le persecuzioni contro gli ebrei a Berlino, e le persecuzioni contro gli oppositori interni, definiti tutti “controrivoluzionari Trozkisti” a Mosca. Mosso non da spirito di giustizia e dal ripudio dei totalitarismi, come molte delle persone che incontra sulla sua strada, soprattutto la bellissima Frida, sospesa nell’amore tra lui e Meyer, ma solo da puro spirito di sopravvivenza, Zeisig riesce con la sua notevole abilità istrionica a cavarsela d’impaccio anche nelle situazioni più disperate.
“Hotel Lux” è un film che, sulla ormai lunga scia tracciata da “La vita è bella”, affronta con leggerezza argomenti tragici, da ricordare l’impegno del protagonista per imparare velocemente il russo, poiché Stalin eliminava i traduttori dei loro colloqui per non lasciare testimoni.
La pellicola tedesca si diverte a mettere alla berlina anche i futuri quadri dirigenti della DDR, tutti ospiti del famigerato Hotel Lux, in realtà sede del Comintern; da ricordare su tutti Walter Ulbricht, il futuro capo del governo nel 1961, colto soprappensiero a costruire un muro di zollette di zucchero tra il tè suo e di sua moglie.
Daniele Battistoni