Recensione
Hotel Sarajevo: un docufilm di Barbara Cupisti in onda su Rai 1 per ricordare l’assedio di Sarajevo iniziato nel 1992 durato quattro anni
Sarà ricordato come l’assedio più lungo della storia contemporanea quello che iniziò un lunedì mattina, il 6 aprile 1992, ma in realtà la miccia fu accesa il giorno prima quando dei cecchini serbi dal tetto dell’Holiday Inn uccisero tutti quelli che cercavano di andare al Municipio situato lì davanti.
La regista è tornata lì da dove tutto è partito per incontrare tre persone che rappresentano la generazione che ha vissuto l’assedio, quella che l’ha subita e infine quella che non ne sa nulla. Sono rispettivamente Boba Lizdek fixer di guerra, Zoran Herceg giovane fumettista e infine Belmina Bajrovìc, manager dell’Hotel Holiday. Questo posto lega le due donne. Nello specifico, Boba all’epoca ventiseienne era l’occhio e l’orecchio dei reporter che vivevano nell’albergo e lì incontrò il suo grande amore Paul Marchand, cronista noto per il suo coraggio che sconfinava con l’arroganza.
Belmina, neanche nata all’epoca dei fatti è approdata al suo prestigioso lavoro dopo anni di studi all’estero. Infine, fa da raccordo tra le due Zoran, che era adolescente nel 1992, nato a Sarajevo da padre serbo che ha combattuto nell’esercito bosniaco. Lui scappò dall’assedio in Svizzera con la madre con un bus della Croce Rossa ed è tornato in patria, come dice lui stesso, da profugo. Ora sta scrivendo una grafic novel sugli eventi di quegli anni lontani ma così drammaticamente simili a quelli che stiamo vivendo ora con l’Ucraina.
Un lavoro sul trauma dei cittadini di quella che negli anni ’90 era la città più cosmopolita dell’ex Jogoslavia
L’Holiday Inn, ora solo Holiday, era diventato nel 1992 il quartiere generale dei giornalisti, come a Saigon fu l’Hotel Continental. Un luogo che se potesse parlare racconterebbe la verità sui fatti. Ci soggiornava, fino all’alba del 6 aprile Radovan Karadzic, il leader dei serbo-bosniaci che aveva appena annunciato la nascita della Repubblica Srpska e se n’era autoproclamato presidente.
Le truppe speciali dell’antiterrorismo bosniaco, guidate da Dragan Vikic, vi fecero irruzione. Barbara Cupisti incontra tutti i protagonisti di questo straordinario documentario e riesce nell’impresa di unire i fili delle loro vicende. Boba e Zoran hanno avuto, anche se in modi differenti, la vita segnata dal conflitto, la donna nello specifico è legata alle mura di quel luogo dove ha anche vissuto l’amore. Belmina scopre le ferite del suo paese.
Quello che colpisce di più del lavoro della Cupisti è la falsa normalità della vita quotidiana di Sarajevo, città piena di vita, anche se a oggi il 90% degli abitanti è di fede musulmana e la cultura è basata sulla divisione.
Lo spettatore entra nell’Hotel History Foundation, che prende vita nelle tavole di Zoran. Si affronta, grazie all’incontro con una delle donne violentate durante la guerra, che ha fondato un’associazione che si batte per il riconoscimento della verità. Infine, è rievocato il genocidio di Srebrenica, in cui le truppe del generale Mladic entrarono nella cittadina e uccisero 8372 uomini e ragazzi musulmani, gettandoli poi in fosse comuni, minimizzato fortemente da Milorad Dodik componente serbo della Presidenza della Bosnia e Erzegovina con simpatie putiniane.
Barbara Cupisti porta su Rai 1 un documento importante che evidenzia la situazione ancora incendiaria potenzialmente di un paese che nonostante gli accordi di Dayton del 1995 non riesce a trovare pace. Un documentario imperdibile, se si considera la situazione ucraina che potrebbe fare da detonatore per un incremento del conflitto.
Ivana Faranda
Trama
• Regia: Barbara Cupisti
• Cast: Slobodanka ‘Boba’ Lizdek, Belmina Bajrović, Almedina Vejzagić, Zoran Herceg
• Genere: documentario
• Produzione: Italia, 2022
• Durata: 90 minuti
• Distribuzione: Rai 1
• Data uscita: in onda su Rai 1 il 29 maggio
“Hotel Sarajevo” è una prima visione TV in seconda serata su Rai1 domenica 29 maggio 2022, durante lo Speciale TG1 dedicato al trentennale dell’assedio di Sarajevo.
Hotel Sarajevo: la trama
“Hotel Sarajevo” è il racconto dell’Holiday Inn, un luogo che è topico per la città. Fu costruito in occasione delle Olimpiadi invernali del 1984 e si affaccia su quello che fu definito il viale dei cecchini. Da quel tetto, il 5 aprile del 1992, i cecchini spararono sulla folla che manifestava davanti al Parlamento, dando inizio al conflitto più lungo e sanguinoso del XX secolo. L’albergo divenne il quartier generale dei reporter di guerra che da ogni parte del mondo accorsero per poter raccontarne i fatti.
Il conflitto (fonte Rai News articolo di Ennio Remondino)
Con la dissoluzione della Jugoslavia si identificano diversi eventi che nell’arco degli ultimi 10 anni del secolo scorso hanno portato alla fine della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia e alla nascita di Serbia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Slovenia e Macedonia del Nord. Una dissoluzione che ha provocato una guerra, la prima dal 1945 in Europa, e l’assedio, il più lungo della storia moderna, della città di Sarajevo con una stima di vittime superiore alle 12.000 e oltre 50.000 feriti, l’85 per cento dei quali civili. Solo alla fine del 1995, con la firma degli Accordi di Dayton, si arrivò ad una soluzione. Il bilancio complessivo della guerra di Bosnia, durata tre anni e mezzo, fu di 100.000 morti e 2 milioni di profughi.
All’inizio degli anni Novanta la Bosnia Erzegovina era la repubblica più multietnica tra le sei che componevano la Jugoslavia. Al suo interno convivevano bosgnacchi (musulmani), serbi (ortodossi) e croati (cattolici). Trent’anni dopo, la Bosnia Erzegovina è composta da due entità: la Federazione croato-musulmana e la Repubblica serba. Ma negli ultimi mesi i serbi hanno cominciato a creare istituzioni separate (esercito, magistratura, amministrazione fiscale), e questo ha reso più concreto il rischio di una secessione e di un nuovo conflitto.