Recensione
Houria: un film sul coraggio delle donne algerine firmato dall’autrice di “Non conosci Papicha”
Nel 2019 a Cannes Mounia Meddour presentò la sua opera prima, “Non conosci Papicha”, su una giovane donna algerina che sogna di diventare stilista ma deve lottare contro il fondamentalismo islamico. La regista torna su un tema molto simile nel film presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022.
Sono passati tre anni, intanto, dalla nascita dell’Hirak grande movimento di protesta, prima contro la candidatura del presidente Abdelaziz Bouteflika per il suo quinto mandato, poi contro il sistema al potere, che ha sofferto per la pandemia del Covid. Houria è il nome della protagonista del film, che si chiama proprio così ed è una giovanissima algerina che sogna di diventare ballerina di danza classica finché non si rompe una caviglia. Questo fondamentalmente è l’antefatto di una storia che parte leggera per diventare pian piano sempre più cupa, ma non per questo priva di speranza.
Una storia di resilienza al femminile
L’inizio del film è pieno di gioia e luce con Houria (Lyna Khoudri) e le sue amiche alla scuola di danza, tra cui spicca Sonia (Hilda Amira Douaouda) la sua migliore amica. La violenza c’è ma è sottotraccia ed è nelle scommesse clandestine sui caproni che hanno nomi iconici come Obama, Bin Laden e Trump. È la miccia che fa scoppiare la bomba.
La ragazza è vittima di un’aggressione che la renderà muta. Qui il film decolla, ed è corale al femminile con varie figure che si trovano attorno alla protagonista, un gruppo di donne mute alla ricerca di una rinascita.
“Houria” gioca sul dualismo luce/buio, uomo/donna e parola/danza. Il silenzio della protagonista dopo l’incidente è una potente metafora della situazione incandescente dell’Algeria dominata dal patriarcato. Le donne libere come Houria e sua madre vivono senza uomini ma in preda alla paura. Ci sono tanti temi in questo film potente, il cui titolo non a casa significa liberà. E tra questi, c’è il dramma dei migranti rappresentato dalla figura tragica di Sonia, che perde la vita per tentare di scappare in Spagna via mare.
Commuovente e catartico è il balletto finale del film in onore alla ragazza morta alla ricerca di un’altra vita. Il cast è molto ben fatto e spicca tra tutti la protagonista Lyna Khoudri già diretta dalla regista nel suo primo lavoro. “Houria” appare per ora uno dei miglior film in concorso alla Festa del Cinema di Roma, per la forza della narrazione e la regia rigorosa.
Ivana Faranda
Trama
- Regia: Mounia Meddour Gens
- Cast: Lyna Khoudri, Rachida Brakni, Salim Kissari, Marwan Zeghbib, Amira Hilda Douaouda
- Genere: Drammatico
- Produzione: Francia, 2022
- Distribuzione: I Wonder Pictures
“Houria” è un film in concorso alla 17° edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione “Progressive Cinema” della regista franco/algerino Mounia Meddour.
Houria: trama
La giovane Houria è una ragazza algerina che sogna con la sua miglior amica Sonia un futuro nella danza classica. Vive con la madre rimasta vedova dopo la morte del padre ucciso brutalmente dal regime. Una sera, viene aggredita da un ex terrorista per una grossa somma di denaro guadagnata con le scommesse clandestina. Non potrà più ballare e diventerà muta. Riuscirà a risorgere.
Note di regia
“Tre anni fa, l’Algeria è stata scossa da un movimento politico di grande portata. L’Hirak, nato nel febbraio 2019, è stata l’espressione potente di un divorzio inevitabile tra il popolo e il regime che governa il Paese dall’indipendenza del luglio 1962. Purtroppo, dopo solo un anno, la crisi pandemica ha dato un colpo fatale a questo movimento popolare. Sono nata e cresciuta ad Algeri, e ho immaginato Houria come un’eroina “grandiosa” nella sua capacità di sopportazione. Un personaggio a immagine dell’Algeria: ammaccato e ferito ma ancora in piedi. Houria è il proseguimento del mio primo film, Papicha. Ancora una volta metto al centro della storia la lotta delle donne, la resilienza e la sorellanza.”