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I 10 villain più cattivi delle serie tv

Nel corso dell’evolversi dei prodotti per il piccolo schermo e quindi con l’aumento delle serie tv distribuite a livello internazionale, ne sono cambiati molti elementi, in particolare quelli che ne compongono la trama e i personaggi: dalla figura dell’eroe a quella dell’anti-eroe, fino a quella dell’antagonista. Molto spesso lo stesso protagonista si trasformava in antagonista, soprattutto quando i personaggi principali erano due, basti pensare a “Breaking Bad” o a “Il Trono di Spade”.

È stato però forse principalmente il villain a diventare sempre più particolare e diverso, a volte quasi insolito. Anche l’immaginario collettivo e il tipo di pubblico è definibile in continua trasformazione, ecco che un target pubblico più ampio e, appunto, diverso, influenza la costruzione di personaggi, e viceversa, portando così a creare delle figure di antagonista sempre nuove, complesse e tridimensionali. Non c’è da stupirsi che spesso il pubblico tenda a preferire il villain al protagonista, soprattuto quando questi riesce sempre a vincere o quando la serie tende a spiegare e approfondire proprio quel personaggio, cercando di rendere più chiaro cosa l’abbia portato a diventare così folle, violento e spaventoso.

I 10 villain più cattivi delle serie tv

Anche quando gli antagonisti sono odiati dal pubblico proprio per le loro terribili ed efferate azioni, si tratta sempre di personaggi studiati e costruiti con attenzione, con un passato e un background che si cerca sempre di esplorare. Ecco di seguito una lista dei personaggi più cattivi in assoluto nella Storia delle serie tv.

1. Gus Fring di “Breaking Bad”

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Basta l’apparizione, la prima, innocua, di Gus Fring a renderlo un villain da cui stare alla larga, una persona con cui collaborare e non cercare mai di sorpassare. La prima volta che Walter White e Jesse Pinkman incontrano Fring, lui sembra semplicemente il proprietario di un fast food, gentile e posato. Ma è solo una delle sue tante maschere, forse la peggiore. Serio, pacato, essenziale e di poche parole, Fring raramente si sporca le mani, le azioni più efferate le ordina lasciandole agli altri. Lui non esclude nessuno, basta un singolo impercettibile errore per non avere più scampo. In passato Fring ha agito, a volte, come si scopre nel corso delle due serie tv “Breaking Bad” e “Better Call Saul”, e quando è accaduto è stato violento, lapidario e vendicativo. Fring sembra non provare alcune emozione, sia come postura che come modo di parlare e di impartire gli ordini.

2. Negan di “The Walking Dead”

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Negan è un villain particolare, forse uno dei più riusciti di “The Walking Dead”. Oltre all’estrema violenza,  per essere precisi una violenza sanguinaria e primitiva, che predilige morti brutali e in un certo senso “spettacolari”, cioè di fronte a tutti, a contraddistinguere realmente Negan è il sarcasmo. Lui si diverte e ironizza su quei gesti crudi e feroci che sta per compiere, deridendo e prendendosi gioco di quegli ingenui che hanno osato sfidarlo. Come dice spesso, lui non fa eccezioni, mai, non esiste il perdono né altre possibilità di salvarsi. La prima volta che si conosce Negan, all’inizio della settima stagione, lui commette due spietati omicidi davanti a una platea di persone: i suoi uomini e i compagni delle sue vittime; per scegliere chi uccidere, Negan fa una conta, per sottolineare ancor di più quanto sia tutto casuale, quanto voglia, lentamente, godersi il momento: assaporare i pochi secondi che separano una persona dalla sua morte, morte di cui lui avrà il pieno controllo.

3. Luca Changretta di “Peaky Blinders”

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Luca Changretta è uno dei migliori villain di “Peaky Blinders” che, in caso di antagonisti, ha sempre scelto e costruito degli ottimi personaggi. Changretta, straordinaria interpretazione di Adrien Brody, giunge a Birmingham per vendicare l’uccisione del padre, un omicidio che i fratelli Shelby hanno commesso con difficoltà, conoscendo bene la moglie di quest’ultimo che li ha implorati di risparmiarlo. È un momento drammatico nella serie: un assassinio che va commesso contro la propria volontà, e che viene ripreso a quasi due stagioni di distanza. Luca Changretta non si accontenta di vendicare una morte con un’altra morte, perché lui riesce a colpire gli Shelby, a eliminarne uno, ma ciò che vuole e si impegna a fare è ucciderli tutti, non lasciarne vivo neanche uno, e rischia di riuscirci. Avverte Thomas e i fratelli che sta per arrivare, dando un senso di esibizionismo alle proprie azioni, azioni che non vede l’ora di portare a termine, sottolineando che per lui non sarà altro che un piacere annientare gli Shelby.

4. Ramsay Bolton di “Il Trono di Spade”

Se si dovesse fare una classifica, Ramsay Bolton sarebbe sicuramente in cima alla lista, essendo uno dei più malvagi e cruenti villain nella Storia delle serie tv, anzi forse potrebbe anche competere con quelli cinematografici. Ramsay agisce solo e unicamente per se stesso; il proprio tornaconto è spesso un estremo piacere nel far del male agli altri, ma non si accontenta solo di questo, lui non adora uccidere, a lui piace farli soffrire, renderli degli schiavi. È la tortura che ama Ramsay, le morti violente e sempre le più disumane. Bolton non fa alcuna distinzione, è pronto a uccidere il proprio padre pur di essere lui l’unico dei Bolton e sembra non provare alcuna emozione, alcun rimorso ne alcuna paura: non tiene a niente e a nessuno se non alla possibilità di continuare a dar sfogo al proprio implacabile sadismo.

5. Oswald Mosley di “Peaky Blinders”

Essendo “Peaky Blinders” una delle migliori serie tv mai realizzate, lo sono anche i personaggi che la compongono, e così i villain. Mosley è un antagonista sui generis, anche lui incapace di provare empatia o sentimenti sinceri, interessato solo ai propri profitti e alla possibilità di continuare a distruggere chi considera inferiore.

Precursore di quell’antisemitismo che dilagherà in Europa agli albori della Seconda Guerra Mondiale, Mosley non si presenta solo come un uomo violento e sadico, ma è un antagonista quasi impossibile da sconfiggere, e gode nel trovare i punti deboli delle persone, colpirli nel profondo. A lui bastano poche parole per “uccidere” l’animo degli esseri umani, ma non la per puro piacere personale, ma perché non sembra riuscire a fare altro, gli unici discorsi per lui sono volti a ferire gli altri, spaventarli o farli capire che contro di lui perderanno. Le parole di Mosley esprimono un profondo razzismo e un odio verso alcune etnie e presentano come soluzione solo eliminarli dalla faccia della Terra.

6. Rowan Pope di “Scandal”

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Rowan Pope, padre di Olivia Pope di “Scandal”, è un personaggio che si scopre puntata dopo puntata e stagione dopo stagione; anche lui, come molti altri villain, sembra commettere azioni terribili senza alcune ripercussione su se stesso. Non prova senso di colpa, dispiacere, rimorso o pena, neanche per chi dice di amare. Rowan Pope è mosso dalla rabbia, dalla necessità di supremazia e di mantenere la propria organizzazione la più potente, segreta e temibile degli Stati Uniti.

Rowan Pope riesce a convincere a uccidere con estrema persuasione, puntando su un’idea perversa e cioè che la sensazione di avere in mano e poter decidere della vita di una persona sia un potere talmente forte, da non poterne fare a meno, una volta provato. Una visione del mondo davvero efferata e disumana, e sui cui purtroppo, negli anni, si è a lungo dibattuto, attraverso interviste ed esperimenti. Anche questo rende Rowan Pope un perfido villain, rappresentazione di un punto di vista assurdo, ma reale, considerato nel tempo sia falso che inevitabile.

7. Gyp Rosetti di “Boardwalk Empire”

Anche “Boardwalk Empire” vanta un’ottima costruzione dei personaggi e di villain: lo stesso protagonista Nucky Thompson si macchia di reati imperdonabili. La particolarità di Rosetti non è da ricercarsi solo nella sua brutalità estrema e nella sua incapacità di legarsi a qualcuno, pronto a sacrificare chiunque, ma nella sua follia. Rosetti commette molti omicidi preso da una rabbia e un’insensatezza fuori dal comune. Rosetti è imprevedibile, capace di uccidere qualcuno solo perché ha risposto in modo diverso da come lui si sarebbe aspettato o ha rifiutato una sua gentilezza: gli sguardi di Rosetti bloccano le persone, cercando di capire cosa dire o cosa fare per non suscitare reazioni pericolose. Rosetti è eccessivo ed esagerato anche nelle modalità: sempre violente, crude, sanguinarie e ripugnanti.

8. Fred Waterford di “The Handmaid’s Tale”

Fred Waterford è la rappresentazione del cattivo per eccellenza, perché è un uomo normale, che aveva tutto ciò che poteva desiderare, ma che, nella possibilità di esercitare il potere sugli altri, in particolare sulle donne, si rivela per chi è realmente e dà piena libertà a quella che è la sua natura. Waterford non esclude neanche la donna che dice di amare da quelle azioni feroci e brutali che compie, mostrando un leggero dispiacere per ciò che lui considera necessario, ma che una volta deciso, va svolto con la giusta violenza. Ma quella necessità è spesso stabilita da lui: la persona deve essere punita, deve imparare e quindi, perché lui non dovrebbe agire?

Più volte Waterford potrebbe lasciar perdere, non è sempre controllato da altri e quindi parte della sua violenza è sincera e sentita, non c’è ogni volta qualcuno che lo obbliga a far del male, è una sua scelta, ponderata e considerata giusta. Anche Waterford è un villain sui generis, perché lui prova emozioni, lui ha provato amore, affetto, paura, dispiacere, dolore e, forse, potrebbe essere un uomo diverso se l’universo di “The Handmaid’s Tale” non gli permettesse di fare ciò che fa.

9. Il Silenzio di “Doctor Who”

Il Silenzio in “Doctor Who” sono degli antagonisti classici, creature soprannaturali pronte a tutto per raggiungere il proprio obiettivo, anche a uccidere innocenti solo per mostrare che ne sono capaci, che il mondo appartiene a loro, da sempre.

Oltre ad essere un’entità astratta per una stagione intera e a rivelarsi quindi dopo molta attesa, hanno un aspetto che incute paura e timore, avendo le sembianze di mostri. Si tratta di mostri particolari, dotati non solo di una certa eleganza, ma anche di una calma che genera tensione. Agiscono senza armi perché loro controllano realmente la vita delle persone: la loro assoluta particolarità risiede nel fatto che si tratta di mostri di cui ci si può ricordare solo nel momento in cui li si vede, ma appena si distoglie lo sguardo ci si dimentica sia del loro aspetto che di tutto ciò che li riguarda e questo li rende invincibili. Questo altera inoltre notevolmente la mente delle persone che cerca di combatterli, dato che la loro memoria viene continuamente cancellata.

10. Frank Underwood di “House of Cards”

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Frank Underwood dell’acclamata “House of Cards” è un altro dei villain meglio costruiti nel mondo delle serie tv e che, fin dall’intro dello show, appare in tutta la sua freddezza e determinazione, con un discorso sul dolore rimasto indelebile nella mente degli spettatori. Underwood è un uomo senza scrupoli, pronto davvero a tutto per raggiungere il proprio obiettivo.

Ciò che forse lo differenzia da molti altri villain è proprio l’agire solo e unicamente per il proprio tornaconto personale, macchiandosi di terribili crimini anche contro chi gli sta accanto, nessuno escluso. Chiunque osi intralciare il suo cammino, sarà in grave pericolo. Frank Underwood opera nell’ombra, rimane sempre impunito e, stagione dopo stagione, le sue “vittime” aumentano e così il rischio di essere scoperto e di essere visto per chi è veramente. Underwood è un personaggio pubblico, interessato, apparentemente, al benessere del proprio Paese, ma agli occhi dello spettatore è una persona temibile, imprevedibile e di cui, forse, bisognerebbe davvero aver paura.

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