Seppur all’interno di un cartone niente affatto innovativo, i modi cavernicoli dei personaggi di “I Croods” divertiranno grandi e piccini
(The Croods) Regia: Chris Sanders, Kirk De Micco – Cast: Nicolas Cage, Ryan Reynolds, Catherine Keener, Emma Stone, Clark Duke – Genere: Animazione, colore, 98 minuti – Produzione: USA, 2012 – Distribuzione: 20th Century Fox – Data di uscita: giovedì 21 marzo 2013.
C’era una volta una famiglia di cavernicoli, i Croods, che viveva nel terrore di tutto ciò che si trovasse fuori dalla loro buia caverna, convinti che novità fosse sinonimo di pericolo. Ma la figlia maggiore, Eep, non voleva proprio saperne delle convinzioni della famiglia ed era ogni giorno più infelice di vivere nell’oscurità e nella paura. Fu lei ad incontrare Guy, un ragazzo più evoluto dei cavernicoli e, a differenza loro, senza paura che insegnò alla famiglia Croods ad accendere un fuoco e a cacciare più rapidamente ed efficientemente. Così quando la terra cominciò a tremare a crollare sotto i loro piedi, la famiglia Croods si vide costretta ad affidarsi a Guy per sopravvivere alla fine del mondo, scontrandosi con tutti gli esseri sconosciuti che popolavano le terre fuori dalla loro caverna.
Sì, “I Croods” ha tutte le caratteristiche di una bella fiaba per bambini, ma i buffi cavernicoli divertiranno anche gli adulti. Sicuramente l’aspetto più riuscito del cartoon DreamWorks è l’aver attribuito a Grug, capofamiglia primitivo, caratteristiche riscontrabili anche nel tipico papà dell’epoca moderna, come l’antipatia per la suocera, la gelosia nei confronti della figlia o la paura che la sua immagine di paladino della famiglia venga intaccata.
Secondo a Grug arriva, per simpatia, il giovane Guy che ha aspetto e mentalità moderne e proprio per questo appare così buffamente fuori posto accanto ai componenti della famiglia Croods. Basta guardarli mentre si gustano la cena: i cavernicoli rozzi e voraci strappano la carne dell’uccello appena ucciso e la divorano, mentre Guy assapora la stessa pietanza timidamente seduto con in mano rudimentali posate ed una foglia che fa da piatto.
Grug e Guy rappresentano due generazioni a confronto, due opposti esempi di vita tra i quali la giovane Eep deve scegliere. La ragazza, però, è poco interessante nonostante sia la protagonista, ed anzi, con i suoi capelli rossi e gonfi, la sua agilità ed il suo temperamento indomito dà l’idea di una versione meno riuscita della principessa Merida del cartoon Disney Pixar Premio Oscar 2013 “Ribelle – The Brave”.
D’altronde “I Croods” fa eco sotto molti altri aspetti alla collega casa di produzione. Tantissime sono, ad esempio, le similitudini con “Alla ricerca di Nemo”: dal padre possessivo che impara a comprendere di dover lasciare libero il figlio/a di fare le proprie scelte, anche a costo di sbagliare , alla morale stessa della pellicola che vuole dirci di non vivere nel buio, ma di sperimentare, andare in cerca dell’avventura perché altrimenti si rischia di scambiare la vita con la sopravvivenza.
Insomma la DreamWorks non porta sullo schermo niente di innovativo, ma riesce comunque a far sorridere e a realizzare un prodotto valido. Oltre alla simpatia dei personaggi portati in scena, la pellicola è anche di grande impatto a livello visivo sia per la velocità e l’abilità di spostamento dei protagonisti sia per la brillantezza attraente dei colori della natura nella quale i Croods vengono catapultati quando la loro caverna viene distrutta. Peccato che proprio questi aspetti risultino invadenti se si decide di guardare il film con gli occhialetti 3D, dal momento che la terza dimensione è dettagliata e veloce a tal punto che lo sguardo si stanca facilmente.
Corinna Spirito