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I diari della motocicletta – Recensione

Un Che Guevara ventenne che attraversa con spensieratezza tutta l’America Latina in bicicletta

(Diarios de Motocicleta) Regia: Walter Salles – Cast: Gael García Bernal, Mercedes Morán, Jean Pierre Noher, Mia Maestro, Rodrigo De la Serna – Genere: Avventura, colore, 126 minuti – Produzione: Argentina, Brasile, Cile, Perù, USA, 2004 – Distriuzione: Bim – Data di uscita: 15 febbraio 2004.

i-diari-della-motociclettaCome nasce un mito? È quello che cerca di spiegarci il regista Walter Salles, ne “I diari della motocicletta”, piccolo capolavoro cinematografico che racconta in un raod movie su una motocicletta prima, e su mezzi di fortuna poi, il viaggio attraverso tutta l’America Latina di Alberto Granado e Ernesto “el Fuser” Guevara.

È durante questo viaggio del 1951 che il giovane Che scoprirà una nuova realtà e creerà la sua coscienza e i suoi ideali politici. Il regista, avvalendosi di due grandi attori come Gael García Bernal e Rodrigo De la Serna, ci conduce per mano dentro la storia di questi due idealisti che partiti per un viaggio di svago, venuti a contatto con i disagi sociali, cambieranno per sempre, diventando certamente quello che erano nati per essere.

Siamo lontani dai toni eroici di Steven Soderbergh. Ernesto è un ragazzo di 23 anni, come ce n’erano e ce ne sono ancora oggi: idealista, sognatore e sprovveduto. Ed effettivamente i due amici si muovono almeno all’inizio come due ventenni di oggi: spacconi, credono che il mondo sia loro. Solo andando avanti capiamo qual è la realtà di quel continente sudamericano abbandonato a se stesso e così la pellicola si tinge di toni malinconici e di speranza francescana.

Attraverso questa avventura El Fuser diventa il Che e può cominciare la leggenda che ha ispirato e che continua ad ispirate generazioni su generazioni. Certo è che Salles non è molto interessato a donare ai suoi personaggi un’aurea di misticità che non si addice per nulla all’universo povero e senza speranza dell’America Latina del post Seconda Guerra Mondiale.

 Il regista immerge i suoi personaggi in questo universo malato, tirando fuori il meglio dall’interpretazione dei suoi due attori, riuscendo a realizzare un’ottima pellicola sulla giovinezza di un personaggio contorto amato ed odiato. Non siamo di fronte ad un film che vuole essere politico e di sinistra, forse è più una pellicola nostalgica su un giovane che perde l’innocenza grazie ad un viaggio che lo trasformerà in un eroe.

Davide Monastra

I diari della motocicletta – Recensione

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