Trama
- Regia: Andrea Segre
- Genere: Documentario, colore
- Durata: 64 minuti
- Produzione: Italia, 2017
- Distribuione: ZaLab
- Data di uscita: 19 ottobre 2017
Una storia reale e commovente quella narrata dalla sensibilità di Andrea Segre in “Ibi”, film documentario dedicato a IIbitocho Sehounbiatou, donna e madre. Ibi nasce nel 1960 a Benin e ha tre figli ai quali provvede con le sue proprie forze dal 2000.
La donna è disposta a tutto pur di riuscire a portare il pane in tavola per la sua prole e accetta di diventare un corriere di droga. La sua esperienza nei sobborghi dello spaccio, però, dura poco e Ibi viene arrestata. Dopo tre anni di detenzione la donna non ottiene un permesso di soggiorno in Italia e neppure può tornare dalla sua famiglia, a casa; perciò è costretta a spostarsi in Campania, a Castel Volturno, condannandosi ad un purgatorio perenne pieno d’angoscia e sofferenza.
Ibi: una storia vera davanti alla macchina da presa
Attraverso la macchina da presa di Andrea Segre, si mostra in tutta la sua sincerità la vita di Ibi; una donna immigrata, costretta a lasciare il suo paese. Questo film è il racconto del suo calvario, del suo pellegrinaggio alla ricerca di un posto migliore; un viaggio come quello di tanti, obbligati a sopravvivere nella povertà. Ibi ha commesso un errore e non può tornare indietro, è prigioniera di una terra che non la vuole, ma non perde la sua dignità.
Il film è un testimone silenzioso, che accompagna lo spettatore in un faccia a faccia con la comunità di migranti Africani di Castel Volturno e si costituisce soprattutto di fatti, di storie, raccontati in presa diretta. A parlare è soprattutto Salami, il nuovo compagno di Ibi, assieme alle immagini.
Ibi è anche un’artista; da quando è arrivata in Italia ha filmato e fotografato la sua esperienza per dieci anni ed è da questi primi documenti che nasce il progetto di Segre; un progetto che ha uno scopo maggiormente didattico che artistico.