Recensione
D’Annunzio il cattivo poeta
La storia di Gabriele D’Annunzio e la Storia dell’Italia, indissolubilmente legate, sono al centro del film “Il cattivo poeta”. A impersonare la figura complessa del poeta Vate uno straordinario Sergio Castellitto che, tra fisionomia e personalità, è un perfetto ritratto di un uomo simbolo del decadentismo. Senza esitazione il film dichiara da subito gli intenti, insoliti nel rappresentare la figura di D’Annunzio, di far luce su uno dei poeti e patrioti italiani più contraddittori e controversi del ‘900. Il D’Annunzio di Gianluca Jodice è un uomo recluso, solo, che ancora cerca nella droga e nella compagnia femminile quella vitalità e forza che sembra perduta.
Tra ossessione e perversione il protagonista scivola sempre di più nel baratro della sincerità e del dissenso, condannato dalla visione di un Fascismo che credeva essere il futuro e che vede lentamente trasformarsi in una dittatura. D’Annunzio, nella sua oscurità interiore, è la luce per Comini, ottima interpretazione di Francesco Patanè, che, con ingenuità e fiducia, vede nel regime la migliore prospettiva di vita possibile. La sua missione di scoperta su come D’Annunzio potrebbe minare ciò che Mussolini cerca di creare e preservare, diventa poi una presa di coscienza personale, una scoperta dell’uomo dietro il poeta e politico, nel quale il suo immaginario dell’Italia e del Fascismo si allontanano sempre di più dalla realtà.
Un biopic ambizioso
Un film storico che nel rappresentare gli ultimi anni di vita del poeta, scrittore, militare, politico e giornalista italiano, mostra anche quei mesi che rimarranno per sempre nella Storia di un’intera Nazione, nell’ultimo inverno prima della Seconda Guerra Mondiale. Lontano dalla brillante popolarità che l’esperienza di Fiume gli aveva dato, D’Annunzio capisce di non essere più utile al Partito, forse ignaro della forza che le sue parole come poeta internazionale potrebbero avere. In un contrasto tra vecchio e giovane, tra sofferta e ironica rassegnazione, e lusinghiera e fiduciosa promessa di un futuro migliore, tra il Duce e il Vate, tra scontro e incontro, “Il cattivo poeta”, con una struttura classica, realizza una pellicola che, raccontando la realtà di un uomo e di un Paese, dice qualcosa di nuovo.
Un’atmosfera cupa, una freschezza e vitalità che Comini riesce a portare nel labirintico e oscuro Vittoriale, viene espressa con colori freddi come il blu, il grigio, il verde e il nero. Scenografie e costumi rappresentano con cura ancora una volta il contrasto tra ambito personale e politico sul quale il film è costruito. Dal ricco museo di vita del Vittoriale si passa ai maestosi e asettici edifici nel quale si svolge quella subdola e segreta vita politica, con ogni inquadratura affresco dell’Italia degli anni ’30. Ogni personaggio, nell’imponenza dei luoghi in cui si muove, appare piccolo, quasi insignificante, in un’epoca in cui non era realmente concessa alcuna scelta individuale. Un momento storico in cui libertà di pensiero e parola erano il primo passo verso la reclusione, l’arresto e la morte.
Giorgia Terranova
Trama
- Regia: Gianluca Jodice
- Cast: Sergio Castellitto, Francesco Patané, Tommaso Ragno, Fausto Russo Alesi, Massimiliano Rossi, Clotilde Courau
- Genere: Biografico, colore
- Durata: 93 minuti
- Produzione: Italia, 2020
- Distribuzione: 01 Distribution
- Data di uscita: 20 maggio 2021
“Il cattivo poeta” è un film di genere biografico che ripercorre gli ultimi anni di vita di Gabriele D’Annunzio, interpretato da Sergio Castellitto.
Il cattivo poeta: la trama
1937. Il segretario del Partito Fascista Achille Starace promuove federale l’appena ventinovenne Giovanni Comini (Francesco Patané). L’incarico che il giovane è chiamato a ricoprire è particolarmente delicato: egli è inviato al Vittoriale per tenere sottocchio Gabriele D’Annunzio.
Negli ultimi anni di vita, infatti, l’irrequieto poeta si convince a combattere contro l’oppressione fascista, a tutela della propria libertà di espressione. Questo basta affinché sia visto dal Duce come un potenziale pericolo, una minaccia da sedare: niente deve ostacolare il progetto di espansione dell’Impero.
Una bella prova per Giovanni Comini: D’Annunzio, sebbene oramai vecchio e stanco, continua ad avere notevoli capacità seduttive e riuscirà a mettere in crisi la giovane spia, combattuta tra l’obbedienza al regime e la sincera stima verso il Vate.
Il cattivo poeta: cast e regia
Autore della sceneggiatura e regista del film è Giovanni Iodice, del quale si ricordano anche “Napoli 24” e “Ritratto di bambino”. In particolare, con la sceneggiatura di quest’ultimo film, ottiene nel 2001 una segnalazione al Premio Cinecittà Digital 2000. Nel medesimo anno, vince il Sacher Festival diretto da Nanni Moretti con il corto “La signorina Holibet”.
Veste i panni del poeta-vate Sergio Castellitto. Per il ruolo, l’attore ha ricevuto a Pescara il Premio del Vittoriale. Il riconoscimento gli è stato consegnato eccezionalmente dal presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani, Giordano Bruno Guerri. L’attore si è dichiarato molto orgoglioso del premio e ha confessato che sarebbe per lui un vero privilegio avere “qualche particella” del genio di D’annunzio.