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Il debutto di “The Truth on Sendai City”: un viaggio nel futuro distopico di Marco Bolognesi

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Il lungometraggio “The Truth on Sendai City” segna l’esordio del regista bolognese Marco Bolognesi, presentato in anteprima al Trieste Science+Fiction Festival 2024. Questo film, che rappresenta il quinto capitolo del progetto artistico “Sendai City: The Truth“, esplora una megalopoli post-punk ispirata alla Trilogia dello Sprawl di William Gibson. Con un tour nelle sale cinematografiche, l’opera si propone di stimolare riflessioni profonde sulla verità e sulla realtà attraverso una narrazione articolata in tre capitoli.

La genesi del film

La concezione di “The Truth on Sendai City” si fonda su un’idea innovativa: esplorare il concetto di verità attraverso le esperienze di tre protagonisti. La narrazione si sviluppa in tre capitoli distinti: Amore, Potere e Libertà. Ogni segmento offre una prospettiva unica su una situazione comune, permettendo al pubblico di immergersi nelle emozioni del sergente Orange, della comandante Eva Sanchez e della ribelle Syan. Bolognesi ha sottolineato l’importanza di questo approccio, affermando che il film è parte di un progetto multimediale avviato nel 2002, dove la verità emerge come un tema centrale.

L’artista ha spiegato che la verità è spesso confusa con la realtà, ma è fondamentale distinguere tra le due. In un’epoca caratterizzata da social media e violazioni della privacy, il film si propone di interrogare il pubblico su queste tematiche. La città di Sendai, con la sua struttura narrativa, funge da coro greco, offrendo una visione complessiva della situazione, evidenziando come il contesto urbano influenzi le esperienze individuali.

La struttura di Sendai City

Sendai City è un ambiente urbano complesso, governato da un’entità nota come il Grande Cervello, che si nutre delle emozioni degli abitanti. La società è mantenuta in equilibrio da tre principi fondamentali: Ordine, Benessere e Sicurezza. Tuttavia, sotto questa facciata democratica si cela una dittatura che sfrutta i cittadini, costringendoli a vivere in una realtà distorta. La ribellione, guidata da Syan, una mutante dalla pelle di zaffiro, rappresenta la lotta contro un sistema oppressivo che cerca di omogeneizzare gli individui.

Syan, priva di ricordi, si trova a dover affrontare il suo passato legato al Generale Von Spieldorf, un personaggio chiave nel conflitto tra oppressione e libertà. La sua missione di assassinio si intreccia con le vite degli altri protagonisti, creando un tessuto narrativo ricco di tensione e conflitti interiori.

Un futuro che riflette il presente

Bolognesi ha condiviso la sua visione sul futuro, evidenziando come il film si inserisca in un contesto di riflessione sulle tecnologie emergenti e sul concetto di umanità. L’artista ha iniziato il suo percorso creativo nel 2002, esplorando temi legati al cyberpunk e al postumanesimo. Oggi, il dibattito si è ampliato per includere questioni come la clonazione e l’uso di organi sintetici, suggerendo che la nostra concezione di umano potrebbe dover essere riconsiderata.

Il regista ha notato che, nonostante il tempo trascorso, le tematiche affrontate nel film rimangono attuali e pertinenti. La narrazione è stata semplificata per renderla accessibile, ma mantiene un forte legame con opere letterarie e cinematografiche classiche, come quelle di George Orwell, che continuano a risuonare nel presente.

Il processo creativo e le tecniche utilizzate

La realizzazione di “The Truth on Sendai City” è frutto di un lungo percorso di venti anni, che ha visto Bolognesi impegnato in vari ambiti dell’arte contemporanea. Il film è il risultato di una fusione di tecniche artistiche e cinematografiche, con l’uso di animazione a passo quattro e la rielaborazione di clip storiche. Le scelte stilistiche sono state guidate dalla necessità di creare un linguaggio visivo coerente, che potesse trasmettere il messaggio del film in modo chiaro.

Bolognesi ha collaborato con diversi artisti e professionisti del settore, tra cui il direttore della fotografia Daniele Ciprì e l’attrice Jasmina Tesanovic. Ogni contributo ha arricchito il progetto, rendendolo un’opera collettiva che riflette la diversità delle esperienze e delle visioni artistiche.

Riflessioni sull’Intelligenza Artificiale

In un’epoca in cui l’Intelligenza Artificiale gioca un ruolo sempre più centrale, Bolognesi ha condiviso le sue opinioni sul tema. Ha sottolineato come le tecnologie possano essere strumenti utili, ma è fondamentale utilizzarle con consapevolezza. Nel contesto della produzione del film, l’artista ha integrato tecnologie innovative per migliorare il processo creativo, dimostrando che l’Intelligenza Artificiale può coesistere con l’arte senza sostituirla.

Il regista ha espresso un cauto ottimismo riguardo al futuro, suggerendo che l’uso responsabile delle tecnologie potrebbe portare a nuove opportunità creative. La sua visione si allinea con l’idea che l’arte e la tecnologia possano collaborare per esplorare e raccontare storie significative, rendendo “The Truth on Sendai City” un’opera di grande attualità e rilevanza.

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Lori Menea

Lori Menea

Sono Lori Menea, attrice amatoriale e laureata presso l'Accademia di Belle Arti. Amo la musica classica e il mondo dello spettacolo, esplorando gossip, serie TV, film e programmi televisivi con passione e creatività.

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