Recensione
Il diritto alla felicità: la storia tenera e delicata di un’amicizia che non ha confini
Libero ed Essien sulla carta sono diversi da più punti di vista, primo fra tutti l’età, Libero è un anziano venditore di libri usati, mentre Essien è un ragazzino immigrato, in Italia da un pugno di anni. Culture diverse, tradizioni diverse, mondi diversi, eppure tra i due scatta la scintilla, complice la condivisa passione per la lettura.
Libero ha speso tutta la sua vita per promuovere la cultura, la sua libreria si trova in una deliziosa piazzetta di un piccolo centro, accanto a un bar, ed è crocevia di clienti dai gusti più disparati, a volte fuori dal comune, ai quali l’uomo presta uguale attenzione, anche quando le passioni letterarie sono difficilmente condivisibili.
Un incontro che cambia la vita
Un giorno Essien scruta con curiosità i libri che l’uomo ha posto in un mobiletto appena fuori la porta d’ingresso, portando Libero a prestargli un fumetto: sarà l’inizio di un’amicizia attraverso la quale il bambino verrà formato alla vita, grazie ai libri che l’anziano libraio gli consiglia e continua a prestargli, sollecitandolo ad andare in profondità, a sviluppare un personale senso critico. La ‘fame di conoscenza’ di Essien sarà così soddisfatta dalla generosità d’animo dell’uomo che farà al piccolo un grande regalo, quello della ‘conoscenza’, Libero sarà un’amorevole guida umana e intellettuale che aiuterà il ragazzino a possedere i testi, non ad esserne sterilmente posseduti.
Remo Girone regala un’interpretazione toccante
Ad interpretare Libero un Remo Girone il cui talento non è scalfito dall’avanzare degli anni, l’attore offre l’affresco di un uomo dolce e generoso, mite, che pazientemente cerca di andare incontro alla girandola di umanità che varca l’uscio del suo negozio. Essien ha invece le fattezze del piccolo Didier Lorenz Tchumbu.
Un nutrito cast affianca Girone interpretando l’eterogenea clientela, un’occasione per il regista per affermare che ciò che leggiamo ci identifica, ma anche per creare qualche siparietto comico. Ricordiamo Moni Ovadia, Pino Calabrese, Annamaria Fittipaldi, Federico Perrotta, Biagio Iacovelli, Valentina Olla e Lapo Braschi. Corrado Fortuna veste egregiamente i panni del barman che lavora a fianco della libreria, un personaggio che porta una ventata di freschezza.
Un film dedicato all’Unicef
Il regista Claudi Rossi Massimi, afferma di aver sempre “creduto che l’amore e la cultura siano le strade più dirette per conquistare la felicità. L’amore, soprattutto quello per il prossimo, ci libera da ogni egoismo e pregiudizio mentre la cultura, coltivata e accresciuta attraverso i libri, ci rende più liberi e protetti dagli strali dell’avversa fortuna.” Da qui il titolo, e la dedica all’Unicef de “Il diritto alla felicità”. Mai come ora è importante affermare questo diritto, pensando soprattutto ai tanti bambini delle zone più povere del mondo, piegate dalla pandemia, piaga che si è aggiunta a guerre e carestie già in essere.
Federfarma si è spesa per patrocinare il film.
Maria Grazia Bosu
Trama
- Regia: Claudio Rossi Massimi
- Cast: Remo Girone, Didie Lorenz Tchumbu, Corrado Fortuna, Federico Perrotta, Annamaria Fittipaldi, Pino Calabrese, Biagio Iacovelli, Moni Ovadia, Lapo Braschi, Valentina Olla.
- Genere: drammatico, colore
- Durata: 81 minuti
- Produzione: Italia, 2021
- Distribuzione: Zenit Distribution
- Data uscita in Italia: n/d
“Il diritto alla felicità” è un film diretto da Claudio Rossi Massimi, incentrato sulla storia di un’amicizia tra diverse generazioni, nazionalità e vite.
Il diritto alla felicità: la trama
Libero è venditore di libri usati innamorato del suo lavoro, mentre Essien è un ragazzino immigrato che vive in Italia da qualche anno.
Tra i due nasce un’intensa amicizia, alimentata dai libri che l’uomo presta al giovane che gli fanno vivere avventure ed emozioni. Il ragazzino scopre il mondo attraverso la lettura, e grazie a questo adorabile libraio diventa ‘libero’, come lo è stata questa sua amabile guida, di nome e di fatto.
Il film procede veloce tra sorrisi e spunti di riflessione, fino a un finale malinconico, che lascia comunque spazio ad una grande speranza per il futuro.
Regia e cast
Il regista de “Il diritto alla felicità“, Claudio Rossi Massimi ha lavorato in Rai dal lontano 1978, spaziando dai documentari ai programmi di approfondimento, passando per i varietà. Autore, sceneggiatore e regista, ha riscosso molto successo con i documentari storici, e dal 2000 è direttore artistico della Imago Film. Questo film è il suo secondo lungometraggio di finzione dopo “La sindrome di Antonio”. Di grande impatto il docufilm firmato del 2017 “Papa Francesco. La mia idea di arte”, tratto da un testo dello stesso Pontefice.
Con “Il diritto alla felicità” il regista ritrova sul set Remo Girone, protagonista della pellicola, e Moni Ovadia, presente in un cameo.
Remo Girone illumina lo schermo nei panni di quest’anziano libraio, che vive il lavoro con passione, custodendo anche testi rari, e ricercando per i suoi clienti rare edizioni.