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Il film ‘Queer’: La rappresentazione intima del desiderio e della vulnerabilità sullo schermo

In un periodo in cui le rappresentazioni sessuali nel cinema stanno diventando sempre più controverse e oggetto di dibattito, ‘Queer‘ emerge come un’opera audace e innovativa. Questo film, che incarna la complessità delle relazioni umane e il desiderio, è apprezzato per il suo approccio sincero e diretto. La recente intervista con la star Drew Starkey fornisce importanti spunti sulla narrativa e i temi esplorati nel film.

La voce di Drew Starkey sull’intimità e il sesso

Durante un’intervista con la rivista Dazed, Drew Starkey ha delineato il suo punto di vista sull’importanza dell’intimità nelle narrazioni cinematografiche. Secondo l’attore, il sesso rappresenta “l’ultima forma di onestà mostrata sullo schermo”. Questa dichiarazione sottolinea il modo in cui le esperienze intime possono rivelare molto di più delle parole. Starkey, che interpreta il militare della Marina Eugene Allerton, ha evidenziato come il sesso sia una forma di comunicazione profonda tra le persone, un modo per esprimere la vulnerabilità e la connessione umana.

Il film ‘Queer’: La rappresentazione intima del desiderio e della vulnerabilità sullo schermo

Starkey ha inoltre parlato della dinamica tra il suo personaggio e quello interpretato da Daniel Craig, William Lee, un alter-ego di William S. Burroughs. Entrambi i personaggi condividono desideri simili, ma affrontano la loro vita da angolazioni diverse. Questo equilibrio di esperienze, secondo Starkey, offre uno spaccato significativo delle lotte interne e delle aspirazioni che caratterizzano i due individui.

L’esplorazione del desiderio in ‘Queer’

Uno degli aspetti più affascinanti di ‘Queer‘ è il modo in cui il film si addentra nel profondo desiderio dei suoi protagonisti. Starkey ha sottolineato che entrambe le figure maschili esprimono un’intensa voglia di connessione, ma mentre in Allerton questo desiderio emerge in modo più diretto, in Lee è molto più velato. Starkey ha notato un “malfunzionamento” nel personaggio di Lee, che gli impedisce di esprimere i suoi desideri più profondi, creando un contrasto interessante e complesso tra i due.

Questo tema di vulnerabilità e paura di essere realmente conosciuti si intreccia solidamente con la narrati​va di ‘Queer‘. Starkey ha rivelato che la lotta psicologica di affrontare la propria autentica identità è qualcosa con cui ha avuto a che fare per gran parte della sua vita. La paura di essere giudicati o fraintesi, secondo lui, può paralizzare e limitare le persone, rendendo difficoltoso il processo di apertura e connessione con gli altri.

La preparazione per le scene di sesso

Prepararsi per le intense scene di sesso è stato un processo impegnativo e meticoloso per Starkey e Craig. L’attore ha spiegato che, per affrontare queste sequenze, hanno collaborato con un coordinatore dell’intimità, un professionista che offre supporto e guida durante la realizzazione di scene delicate. Grazie a questo approccio, Starkey e Craig hanno potuto lavorare su prove di movimento per mesi prima che le riprese iniziarono, rendendo le dinamiche tra i due attori incredibilmente fluide e naturali.

Starkey ha descritto il processo come una sorta di danza coreografica: “Eravamo a nostro agio. È stato molto divertente.” La preparazione meticolosa ha permesso loro di affrontare le scene con professionalità e confidenza, trasformando ciò che sarebbe potuto essere un momento imbarazzante in un’esperienza artistica e bella.

Il film ‘Queer‘, visto per la prima volta all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, invita a riflettere sulle complessità delle relazioni e sul potere cathartico del sesso come forma di espressione e connessione umana. Con un approccio innovativo e intimo, ‘Queer‘ promette di rimanere nella memoria di chi lo guarda, stimolando conversazioni essenziali e necessarie sulla vita e l’identità contemporanea.

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