La Casa del Cinema di Roma ha ospitato l’anteprima stampa de “Il Grinch” e l’incontro con Alessandro Gassman che dona la propria voce al protagonista. La Illumination, al cui estro dobbiamo la creazione dei simpatici Minions, ripropone un classico natalizio e affida a Benedict Cumberbatch il compito di dare voce al temibile protagonista nella versione originale.
Il Grinch: Alessandro Gassman doppiatore d’eccezione
L’attore e regista Alessandro Gassman ha iniziato col dire che per lui il doppiaggio del protagonista del film “Il Grinch” è stato una vera e propria sfida, “un vero onore”, essendo da sempre un appassionato della storia: “Ho imparato tante cose, doppiare un film con una sceneggiatura” di questa levatura è un privilegio; “la costruzione di questo film è come quella di un film con attori in carne e ossa, ho lavorato sentendo in cuffia la versione americana, sentire la voce di Cumberbatch è stato come avere una guida, abbiamo entrambi voci profonde, la sua forse lo è ancor di più, sembra quasi metallica”.
Secondo Gassman per poter doppiare devi essere un attore, è un mestiere fisico, “non si doppia con la sola voce, io mi aiuto molto col corpo, cerco di assecondare il personaggio, se beve bevo, se mangia mangio. L’espressività del Grinch è perfetta”, non stiamo dando voce ad un qualsiasi personaggio.
All’attore romano “Il Grinch” piace perché “è vero che è un film di Natale, ma è anche la storia di un diverso, la storia di una comunità che lo accetta; basta una parola buona per farlo cambiare, e questo mi commuove e spero che anche gli spettatori facciano altrettanto. In questo sta la grandezza degli americani, nel saper creare un mondo fantastico” nel quale immergere lo spettatore completamente, creando grandi emozioni.
Per Gassman ogni film veicola tanti messaggi, ma quello che a lui è arrivato in modo diretto di questa storia è quello dell’inclusione, forse perché in un periodo come quello che sta attraversando l’umanità è quanto mai attuale. Per il carismatico interprete non esistano veri cattivi, il Grinch infatti, come tanti cattivi, all’interno nasconde altro.
Alessandro Gassman ha elogiato Marco Mete, il direttore del doppiaggio: “É straordinario, senza di lui non sarei riuscito a fare il lavoro che ho fatto, dovevamo essere credibili, la forza dei grandi cartoni sta in questo, nella loro credibilità”.
Il Grinch: il confronto con l’omonimo film di Ron Howard e i film che Gassman ha amato da bimbo
Gassman ha dichiarato che, rispetto a “Il Grinch” di Ron Howard, con il grande Jim Carrey – che l’attore nostrano ammira tanto – la versione animata della Universal “nella sua interezza è più riuscita, forse perché il cartone è il mezzo più interessante per raccontare questo personaggio, oggi poi la tecnologia ha fatto passi da gigante”, permettendo a questo film di raggiungere livelli prima inimmaginabili, “questo è il nuovo Grinch”.
Tra i film animati che vedeva da bambino, tutti di casa Disney, l’interprete ha ammesso che il suo preferito era “Pomi d’ottone e manici di scopa”, confessando: “speravo che la finestra della mia camera si aprisse, e io volassi sul mio letto al caldo”.
Ritornando al doppiaggio Gassman ha sottolineato che, pur avendo avuto altre esperienze, questa è stata la prima volta che si cimentava con un personaggio centrale; “Gatta Cenerentola”, è stata una bella esperienza, ma non paragonabile col gigantesco “Il Grinch”. “A “Gatta Cenerentola” per tre anni hanno lavorato migliaia di persone, a Napoli, con i mezzi a disposizione, hanno ottenuto un risultato straordinario, e sarebbe bello se l’animazione europea avesse la possibilità di poter salire ad alti livelli” ha continuato Alessandro.
Il Grinch: Alessandro Gassman, i suoi generi preferiti, il padre, il Natale
Impossibile non parlare del Gassman padre e del suo Mufasa ne “Il re leone”: “Aver avuto un padre Mufasa è stato bellissimo, mio figlio ci è cresciuto con quella voce lì; l’animazione, quella americana in particolare, racconta grandi storie, proponendo grandi tematiche, riuscendo comunque a divertire. Gli americani rimangono più bambini di noi, e credono in cose apparentemente leggere, se penso che hanno fatto un film su alieni contro cowboy, lavorandoci seriamente, sono straordinari e liberi, ed hanno grandi mezzi, che gli invidio”.
L’artista si è definito un appassionato di cinema horror, di fare il tifo per Frankenstein, forse perché alto come lui, e di trovare “King Kong” un film commovente. Riguardo poi alla presenza nella cinematografia italiana di cialtroni più che di veri cattivi, secondo lui è perché in Italia il vero pericolo è costituito proprio da loro: “Il personaggio che mio padre interpreta ne “Il sorpasso” è quello che ci rappresenta, se avesse prevalso quello interpretato da Trintignant vivremmo in un mondo migliore”.
Ritornando a “Il Grinch”: come non essere felici di doppiare un personaggio così scorretto, “che tira una palla di neve a un bambino buono o maltratta una vecchietta? Mi sono un po’ sfogato”.
Ovviamente si è affrontato anche il tema del Natale che, non essendo credente, Gassman vive in maniera laica: “Da bambino ci riunivamo da mia zia, decine di persone, non so neppure se eravamo tutti parenti o c’erano anche imbucati, da adulto abbiamo sempre fatto il natale in tre, io, mia moglie e mio figlio, nella nostra piccola casa in montagna, io ho sempre avuto problemi con le feste comandate, a volte abbiamo festeggiato un giorno prima e dopo, tanto per sentirmi libero”.
Gassman ha infine ribadito la sua ammirazione per Benedict Cumberbatch e per Jim Carrey, quest’ultimo gli manca un po’, visto che lavora di meno, “mi ha sempre sorpreso con le sue interpretazioni”. Sollecitato a parlare di favole, l’attore ha confessato d’avere sempre “avuto un problema con Cappuccetto Rosso”, gli faceva paura, mentre ha “un ricordo indelebile per il meraviglioso “Pinocchio” di Comencini, io ho interpretato Collodi nella versione nuova, e ho avuto il piacere di dividere il set con Bob Hoskins, che interpretava Geppetto”.
L’interprete ha concluso affermando che nel mondo del doppiaggio dei film d’animazione ad aver segnato la storia è stato “il doppiaggio di Proietti del genio, uno degli esempi più straordinario di pirotecnia vocale, inimitabile, Gigi rimane il più grande”.
Maria Grazia Bosu
07/11/2018