Recensione
Il lago delle oche selvatiche – Recensione: un violento noir dall’appeal documentaristico
Un uomo in fuga in un mondo al neon. Potrebbe essere questa la definizione più stretta e azzeccata del film di Diao Yinan. L’uomo è Zhou Zenong. Personaggio fatalmente rincorso dal crimine: appena uscito di prigione viene coinvolto in una sparatoria in cui perde la vita un poliziotto. Il neon è luce di una Cina fintamente illuminata. Un paese alla ricerca di una luce vera e salvifica, ma immobilizzato fra ombre e finti chiarori.
Il racconto è la metafora di un percorso evolutivo di una nazione centralissima e allo stesso tempo periferica. Il regista cinese dipinge un noir immergendolo in un agglomerato cupo e buio rischiarato da sapienti colpi di pennello che ogni tanto si colorano illuminando una notte che sembra senza fine.
Lontano dalle grandi città, dal fasto dei grattacieli c’è un popolo che vive in enormi condomini fatiscenti, che frequenta squallide bettole, che affida, ineluttabilmente, il proprio destino al bandito della porta accanto. Un posto in cui le bande criminali e la polizia di zona sembrano quasi intercambiabili fra di loro, sembra quasi si possa confondere il delinquente con il tutore della legge. Sarà colpa del buio della notte o di una impostazione sociale che ha fallito miseramente? La risposta è affidata a “Il lago delle oche selvatiche” e al suo mood narrativo fatto di azione dai tratti documentaristici.
Nella fuga, Zhou Zenong si imbatte in un florilegio di situazioni che assolvono all’esigenza di far emergere una realtà, altrimenti sconosciuta o poco nota, e per questo, carica di attrazione e fascino. Ma la notte come la pioggia, non può essere eterna, e prima o poi, si manifesterà qualcosa di contrario e, allo stesso tempo, complementare, come, d’altronde, insegna la filosofia orientale. Yin e Yang. Il giorno e la notte. L’uomo e la donna.
Zhou Zenong non è mai solo pur non potendo intrattenersi con nessuno: una donna innamorata lo segue da vicino e un’altra, la moglie, lo rincorre con la mente frastornata dalla paura e dall’ansia. Le due donne non rappresentano propriamente la salvezza del fuggitivo, sono il preludio di un’alba incalzante, sono la testimonianza fisica dell’avvento del prossimo giorno. E, alla luce del sole, il caos intravisto fra i meandri delle ombre notturne appena scomparse avrà un senso. Anche il più tortuoso dei labirinti ha un’uscita. Che forse è anche l’entrata.
Riccardo Muzi
Trama
- Titolo originale: Nan Fang Che Zhan De Ju Hui
- Regia: Yi’nan Diao
- Cast: Lun-Mei Kwei, Hugh Hu, Liao Fan, Regina Wan, Jue Huang, Chloe Maayan, Liang Qi
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 113 minuti
- Produzione: Cina, 2019
- Distribuzione: Movies Inspired
- Data di uscita: 13 febbraio 2020
“Il lago delle oche selvatiche” è un film noir di Yi’nan Diao, astro nascente del mondo del cinema cinese.
Il lago delle oche selvatiche: una fuga inesorabile
Il protagonista della vicenda, Zhou, è appena uscito di prigione. La sua ritrovata libertà, però, si trasforma ben presto in un incubo quando il giovane viene coinvolto in una rissa particolarmente violenta tra gang della criminalità organizzata.
Durante la rissa, infatti, le cose sfuggono talmente di mano che a rimetterci la vita è un poliziotto. Per questo motivo Zhou è costretto a fuggire non solo dai criminali rivali, ma anche dalle forze dell’ordine, particolarmente accanite a causa della morte di uno dei loro membri.
L’unica speranza di Zhou per non tornare in galera o essere ucciso è Liu, una prostituta che forse prova dei sentimenti per lui e che dice di poterlo aiutare a scappare da un mondo pericoloso, crudele e violento, i cui antichi principi d’onore sono ormai pervasi dalla globalizzazione occidentale.
Cast e produzione
Yi’nan Diao è noto alle platee internazionali soprattutto per il suo film “Fuochi d’artificio in pieno giorno”, che nel 2014 ha vinto un Orso d’oro al Festival di Berlino grazie a una storia di investigazione e trauma. Altre opere precedenti hanno tuttavia già consacrato ampiamente il cineasta racimolando nominations e premi, “Ye Che” (2008) e “Zhifu” (2003).
Il regista ha inoltre recitato in “I figli del fiume giallo” (2018), in cui è presente anche uno degli interpreti di “Il lago delle oche selvatiche”, Liao Fan.
Il film è distribuito in Italia da Movies Inspired.