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Il ragazzo invisibile – Seconda generazione (2017)

Recensione

Il ragazzo invisibile – Seconda generazione – Recensione: il ritorno dei supereroi italiani

Il ragazzo invisibile - Seconda generazione scena

 

Il ragazzo invisibile – Seconda generazione (2017)

“Il ragazzo invisibile – Seconda generazione”, secondo capitolo della saga fantasy diretta da Gabriele Salvatores, continua la storia lasciata in sospeso di Michele, il giovane protagonista, ormai sedicenne: sono passati tre anni da quando la sua vita è cambiata, grazia alla scoperta di possedere un misterioso potere che gli permette di diventare invisibile, eppure le cose non sembrano essere molto migliorate.

Michele è sempre più un fantasma, non visto dai compagni e soprattutto da Stella, la ragazza che ama, che non ricorda più (la sua memoria è stata cancellata) il gesto eroico con il quale lui l’aveva salvata pochi anni prima. Ma l’esistenza del giovane ragazzo invisibile non può certo tornare alla normalità e, oltre a dover fare i conti con le battaglie quotidiane di un qualsiasi adolescente, deve fronteggiare il mondo degli adulti legato ai suoi poteri, alla madre biologica che entrerà a far parte della sua vita dopo 16 anni di assenza e alla sorella gemella che scopre solo ora di avere: un mondo in cui è necessario capire chi sono i buoni e chi i cattivi, di chi fidarsi e di chi no. Un mondo in cui Michele sarà costretto a fare delle scelte, determinando così la persona che diventerà.

Il ragazzo invisibile – Seconda generazione: un clichè che sa farsi perdonare

Il ragazzo invisibile - Seconda generazione registaLa trama di “Il ragazzo invisibile – Seconda generazione” è sicuramente già vista: il ragazzo con doti speciali, che si trova solo al mondo, che si addossa colpe che non gli appartengono, che deve imparare a destreggiarsi tra i problemi di tutti i giorni, come conquistare la ragazza che ama, e quelli che derivano dai suoi superpoteri e dall’imparare come gestirli, in una storia di buoni contro cattivi in cui però si deve avere l’accortezza di sapersi domandare “chi è davvero il cattivo?”… niente di particolarmente innovativo, di per sè. Il colpo di scena, però, sta nel fatto che qui Michele Silenzi non proviene, per dirne una, dal mondo Marvel, come altri suoi simili, ma dalla penna di tre sceneggiatori italiani e dalla regia nostrana e capace di Gabriele Salvatores, e questo non è certamente un fattore di poca importanza. Gli autori continuano, con questo film, a percorrere la strada intrapresa con il primo capitolo della saga de “Il ragazzo invisibile”,  poco battuta in precedenza nella storia della cinematografia nostrana, che è quella della saga fantasy.

Si poteva fare meglio? Forse si: la trama non sempre convince al 100%, e in alcuni tratti sembra come forzata; ma le basi ci sono, manca quel je ne sais quoi che potrebbe trasformare “Il ragazzo invisibile – Seconda generazione” in qualcosa di davvero bello e sconvolgente (e le potenzialità per esserlo ci sono davvero tutte); insomma, forse si dovrebbe aggiustare un po’ il tiro, almeno per quanto riguarda alcune fasi della storia, ma il prodotto finale, non c’è che dire, è davvero degno di nota, e può essere un valido concorrente delle grandi produzioni d’oltreoceano. Inoltre, nonostante la sceneggiatura non sia perfetta in ogni sua parte, ha il grandissimo pregio di poter essere seguita anche da chi eventualmente non avesse visto il primo film e, anzi, fa anche di più: crea quella sorta di dipendenza, quella necessità di sapere, che solo certe storie riescono a sviluppare nello spettatore, e che lo spingono sia a provare il desiderio di colmare le lacune sia a voler seguire i protagonisti per sapere quale sarà alla fine il loro destino; una qualità, sembra inutile sottolinearlo, essenziale per una saga.

Il ragazzo invisibile – Seconda generazione: un applauso agli effetti visiviIl ragazzo invisibile - Seconda generazione attore

“Il ragazzo invisibile – Seconda generazione” ha sicuramente dalla sua dei bravi attori (davvero convincente il giovanissimo Ludovico Girardello), una regia notevole firmata da Gabriele Salvatores, che si conferma così un ottimo regista, immagini significative ed esteticamente apprezzabili, e una colonna sonora molto bella: ma la vera punta di diamante di questo film sono senza ombra di dubbio gli effetti visivi. Il timore, nell’approcciarsi alla visione di un film italiano sui supereroi, in cui ci sono persone che diventano invisibili, oggetti spostati con la forza della mente, incendi lanciati dalle mani di giovani ragazze, è che il risultato possa sembrare una grottesca imitazione delle produzioni hollywoodiane (dimenticando tra l’altro che anche il cinema americano ha saputo regalarci prestazioni un pò imbarazzanti), e che quindi il risultato finale possa essere un pò da “videogioco”, graficamente parlando: un ostacolo che “”Il ragazzo invisibile – Seconda generazione” salta a piè pari, senza nemmeno perdere l’equilibrio.

Gli effetti visivi, massicciamente impiegati in questo film (oltre 21 minuti di immagini create al computer) sono gestiti magistralmente dalla mano più che capace di Victor Perez , che ha lavorato, tra i tanti, a film come “Rogue One: A Star Wars Story”. Il risultato è davvero strabiliante e non ha nulla da invidiare a produzioni d’oltreoceano con più mezzi e più risorse (in pratica, con budget più alti).

“Il ragazzo invisibile – Seconda generazione”  riesce nella sfida di rendere verosimili agli occhi dello spettatore cose soprannaturali come invisibilità e telecinesi (tralasciamo, per il momento, il fatto che le colluttazioni tra una persona visibile e una persona che non si può vedere sembreranno sempre un po’ buffe ,per quanto ben fatte), e persino scene palesemente oniriche, come una pioggia di fiamme, acquistano una credibilità che lascia senza parole per l’ottima fattura.

“Il ragazzo invisibile – Seconda generazione” è un film da non lasciarsi davvero sfuggire, una buona occasione, per chi non l’avesse ancora fatto, di dare una chance al cinema fantasy italiano.

Che dire, chapeau!

Giada Aversa

 

Il ragazzo invisibile – Seconda generazione (2017)

Trama

  • Regia: Gabriele Salvatores
  • Cast: Ludovico Girardello, Ksenia Rappoport, Galatéa Bellugi, Noa Zatta, Ivan Franek, Valeria Golino
  • Genere: Fantascienza, colore
  • Durata: 100 minuti
  • Produzione: Italia, 2017
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Data di uscita: 4 gennaio 2018

Il ragazzo invisibile - Seconda generazione poster

Gabriele Salvatores ci porta ancora una volta in un mondo di supereroi tutto italiano, con la seconda pellicola dedicata a un giovane adolescente dai poteri speciali, intitolata “Il ragazzo invisibile – Seconda generazione”.

Dopo aver scoperto i suoi straordinari poteri grazie alla timidezza e aver vissuto avventure al limite della realtà, per il protagonista della nostra storia, il giovane Michele Silenzi, è davvero impossibile tornare a vivere un’esistenza normale.

Arrivato ormai a sedici anni, un età davvero complicata anche per i ‘comuni mortali’, il supereroe si ritrova a fare i conti con un’adolescenza non troppo tranquilla, tra un rapporto conflittuale con il mondo degli adulti e un amore non corrisposto; che lo porteranno a sprofondare sempre di più nella solitudine e in una grande tristezza. Ma la situazione prende una piega diversa quando, improvvisamente, arrivano a capovolgere la sua vita Natasha, una sorella gemella che non sapeva di avere e Yelena, madre biologica di Michele. La chiamata ad una nuova avventura è una forza a cui, il protagonista, non potrà in alcun modo sottrarsi.

Il ragazzo invisibile – Seconda generazione: un sequel voluto dai fan

“Il ragazzo invisibile” – primo fortunato capitolo della saga – aveva messo d’accordo pubblico e critica nell’essere stato fortemente apprezzato. Il sequel è stato realizzato proprio in risposta alle numerose richieste dei fan di continuare a raccontare la storia di Michele, un timido ragazzo come tanti che scopre, invece, di essere straordinario.

Gabriele Salvatores – regista e sceneggiatore premio Oscar per il Miglior Film Straniero con “Mediterraneo”- ha accettato nuovamente la sfida dimostrando che, con un budget non esageratamente elevato e tanto talento nostrano, è possibile anche per un paese come l’Italia muoversi nel mondo della fantascienza e creare qualcosa di davvero originale.

Trailer

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