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il ritorno del terrore: “the substance” di coralie fargeat, un horror femminista che sconvolge

L’uscita di “The Substance” il giorno di Halloween assume una connotazione sinistra, sottolineando l’intenzione della regista Coralie Fargeat di creare un’atmosfera di inquietudine. Non si tratta però del classico horror splatter; la pellicola si distingue per la sua narrazione incisiva e i temi profondi, affrontando l’ossessione per la perfezione fisica e il terrore dell’invecchiamento. Con interpretazioni straordinarie da parte di Demi Moore e Margaret Qualley, il film invita lo spettatore a riflettere mentre fa rivoltare lo stomaco. Scopriamo insieme segreti e retroscena di questa avvincente produzione cinematografica.

demi moore, la scelta inaspettata

La regista Coralie Fargeat ha condiviso la sua sorpresa nell’aver scelto Demi Moore per uno dei ruoli principali, rivelando alla rivista People che inizialmente non credeva fosse una candidata realistica. L’idea di contattare la diva di Hollywood sembrava un’utopia, tanto che l’idea fu scartata prima ancora di essere proposta. Tuttavia, in un gesto di audacia, il copione fu inviato a Moore, la quale accettò con entusiasmo, paragonando l’emozione provata alla lettura del copione di “Ghost”. La diva ha rivelato di percepire una potenziale grandezza nella storia, anche se con il rischio di un “disastro totale”. La sua adesione al progetto ha rappresentato una mossa strategica per il film, poiché il suo nome attrae un pubblico vasto e variegato. La scelta di Demi Moore ha non solo elevato il livello di intrigo, ma ha anche conferito un’ulteriore profondità alla narrazione, rendendo il film ancora più affascinante.

il ritorno del terrore: “the substance” di coralie fargeat, un horror femminista che sconvolge

il lutto e la transizione

Un lutto inaspettato ha segnato le fasi preparatorie di “The Substance”. Il ruolo dell’inquietante Harvey era originariamente destinato a Ray Liotta, un attore iconico celebre per performance memorabili come in “Quei bravi ragazzi” di Martin Scorsese. La scomparsa prematura di Liotta ha comportato un cambio di roster e la sostituzione con Dennis Quaid, anch’esso un attore di grande talento. La scelta ha richiesto un’ulteriore valutazione e la regista ha voluto onorare la memoria di Liotta, includendo il suo nome nei titoli di coda come segno di riverenza. Questo cambiamento ha portato un peso emotivo alla produzione e ha trasformato il film in un onore al contributo artistico dell’attore scomparso, rendendo il progetto ancor più significante per il cast e la troupe.

effetti speciali pratici e l’arte dell’illusione

The Substance” si distingue non solo per la sua trama innovativa, ma anche per l’approccio alla realizzazione degli effetti visivi. Anziché ricorrere prevalentemente agli effetti digitali, la regista ha scelto di utilizzare effetti pratici, realizzati sul set. Questa scelta ha conferito un’aspetto autentico e crudo al film, catturando l’attenzione degli spettatori per la sua capacità di immersività. Gli effetti pratici includono oggetti di scena spettacolari e tecniche artigianali per rendere le sequenze splatter ancor più memorabili. La regista francese ha dichiarato di considerare il cinema come un’arte di illusioni, utilizzando questi inganni per creare un’esperienza visiva coinvolgente. La scelta ha reso “The Substance” un film dall’impatto forte e duraturo, capace di rimanere impresso nella mente del pubblico.

trasformazioni corporee e protesi realistiche

Uno degli aspetti più affascinanti di “The Substance” è l’utilizzo di protesi e di tecniche di trucco per rappresentare le trasformazioni corporee delle protagoniste, Demi Moore e Margaret Qualley. Durante la produzione, le due attrici hanno indossato tute e arti prostetici che sono stati realizzati da esperti truccatori, un processo che ha richiesto fino a sei ore di lavoro giornaliero solo per la vestizione di Moore. Margaret Qualley, d’altra parte, ha fronteggiato un’esperienza di trucco così intensa da generarle attacchi di panico, descrivendo la sensazione di sentirsi limitata e prigioniera all’interno di un costume. Sebbene la preparazione sia stata esigente, ha permesso al film di presentare visivamente ciò che la storia richiedeva. Da un lato, la sfida fisica ha rappresentato una prova per le attrici, dall’altro, ha aggiunto un ulteriore livello di credibilità e realismo, avvicinando il pubblico all’assurdità e alla grottesca bellezza della narrazione.

la scelta della location: un inganno artistico

Sebbene “The Substance” sia ambientato a Hollywood con i suoi paesaggi iconici, la verità è che le riprese si sono svolte interamente in Francia. Coralie Fargeat, con la sua astuzia artistica, ha voluto distorcere la percezione del pubblico, facendolo credere di assistere a una caratteristica produzione Hollywoodiana, mentre in realtà la scenografia è da attribuire alla bellezza dei luoghi francesi. Questo inganno serve a sottolineare l’idea centrale del film: la ricerca della bellezza e della perfezione che, in realtà, è spesso fittizia. Fargeat ha rivelato di divertirsi nell’elaborare questi inganni nel suo lavoro, rendendo “The Substance” non solo un horror coinvolgente, ma anche un’opera di intrattenimento riflessivo e provocatorio. La pellicola invita lo spettatore a mettere in discussione non solo le sue convinzioni, ma anche la chimera della realtà rappresentata dal cinema.

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