La saga di Christian Wolff, il contabile dai talenti straordinari, è tornata sul grande schermo con il sequel “The Accountant 2”. A quasi dieci anni dal primo capitolo, il film ha debuttato nei cinema globali dopo la sua premiere al SXSW di marzo. Questo sequel, inaspettato e sorprendente, si distacca dal suo predecessore, che aveva concluso in modo soddisfacente ogni arco narrativo. Tuttavia, la figura complessa di Wolff, un contabile per criminali internazionali con un disturbo dello spettro autistico e un addestramento militare, ha aperto la strada a nuove avventure. Amazon ha colto l’opportunità di espandere la storia, portando gli spettatori a scoprire cosa accade dopo la fine del primo film.
Un action che si evolve
La trama di “The Accountant 2” si presenta come un classico action-thriller, ma con una narrazione che fatica a brillare. La storia, purtroppo, risulta un po’ forzata nel tentativo di inserirsi all’interno di un franchise che già si prepara per un terzo capitolo. Ben Affleck, protagonista e produttore, torna nei panni di Christian Wolff, affiancato da un cast che include volti noti del primo film, come Jon Bernthal nel ruolo di Braxton, e Cynthia Addai-Robinson nei panni dell’agente Marybeth Medina. Anche J.K. Simmons fa una breve apparizione nel ruolo di Ray King, ma le dinamiche tra i personaggi sono cambiate in modo significativo a causa degli eventi del film precedente.
Il legame tra Christian e Braxton è ora più complesso: i due si vogliono bene, ma la loro comunicazione è limitata. Marybeth ha assunto un ruolo di leadership nel Dipartimento del Tesoro, mentre Ray si avvia verso la pensione, reinventandosi come detective privato. La morte di Ray, causata da un misterioso assassino, dà il via a una serie di eventi violenti che portano alla luce un complotto legato al traffico di esseri umani tra Messico e Stati Uniti.
Temi e sviluppi narrativi
Sebbene “The Accountant 2” presenti una trama che si muove su binari già noti, riesce a mantenere l’attenzione del pubblico grazie a un soggetto solido. La narrazione, purtroppo, non offre grandi sorprese; i colpi di scena e gli sviluppi sono prevedibili e non innovativi. La storia si snoda attraverso un caos iniziale, che viene gradualmente chiarito, culminando in un finale che chiude senza lasciare spazi aperti per futuri sviluppi.
Un aspetto interessante è l’alternanza di generi: il film non si limita a essere un action puro, ma incorpora elementi di commedia e buddy movie, soprattutto nella seconda parte. Tuttavia, questi momenti leggeri sembrano forzati e interrompono il ritmo della narrazione, rallentando l’azione e distogliendo l’attenzione dalla trama principale.
Azione e ritmo
La componente action di “The Accountant 2” appare ridimensionata rispetto al primo film. Nonostante la durata di circa due ore, il numero di scene d’azione è limitato, con solo alcune sequenze memorabili, come una violenta apertura in una sala da bingo e una battaglia finale ben coreografata. Questi momenti, girati con attenzione e realismo, sono tra i punti forti del film, ma la mancanza di scontri più frequenti lascia un senso di insoddisfazione.
La seconda metà del film, in particolare, presenta una narrazione più lenta e alcune parentesi che sembrano superflue. Questo è un peccato, poiché quando l’azione è presente, risulta ben realizzata, dimostrando le capacità del regista Gavin O’Connor nel gestire produzioni di questo tipo.
L’evoluzione di Christian Wolff
Il vero punto di forza di “The Accountant 2” è il suo protagonista, Christian Wolff. La sua caratterizzazione si è evoluta, mantenendo però i tratti distintivi che lo hanno reso iconico. La commistione tra la sua difficoltà nelle interazioni sociali, dovuta alla Sindrome da Asperger, e le sue straordinarie abilità matematiche e strategiche, unite a un addestramento militare, continuano a rendere il personaggio affascinante.
Il rapporto con il fratello Braxton viene esplorato in modo più profondo, ma purtroppo il personaggio di Jon Bernthal rimane in secondo piano, con uno sviluppo limitato. Braxton funge da supporto per Christian, ma la sua presenza non riesce a brillare come ci si aspetterebbe. Nonostante ciò, la figura di Wolff continua a catturare l’attenzione, grazie anche alla sua “war room” tecnologicamente avanzata, che rappresenta un’evoluzione significativa rispetto al passato.
In definitiva, “The Accountant 2” si presenta come un sequel che, pur non raggiungendo le vette del suo predecessore, offre un’ulteriore esplorazione del mondo di Christian Wolff, mantenendo vivo l’interesse per il personaggio e le sue avventure.
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