“El Diario“, disponibile su Prime Video, è un thriller soprannaturale che affronta tematiche rilevanti come la fragilità dei legami familiari e il concetto di destino. Diretto da Emma Bertrán e Alba Gil, il film offre un racconto intrigante, pur presentando alcune criticità nel suo sviluppo narrativo e nella realizzazione. La trama centra il suo focus su una madre e una figlia che affrontano non solo le sfide della separazione, ma anche fenomeni inquietanti che mettono in discussione la loro sicurezza e stabilità emotiva.
La trama di “El Diario”: una separazione e il mistero di un antico baule
Il film racconta la storia di Olga, interpretata da Irene Azuela, che dopo aver interrotto la sua relazione con il marito Victor , si trasferisce con la figlia Vera in una nuova casa. Chiaramente segnata dal trauma della separazione, Vera vive una fase complicata in cui non riesce ad adattarsi al cambiamento e non accetta la nuova compagna del padre. Si imprime in lei un profondo disagio, aggravato dall’incapacità dei genitori di affrontare la situazione narcisistica in cui sono incappati.
Nella nuova dimora, Olga scopre un misterioso baule in soffitta, riempito di oggetti inquietanti di origine ignota. Tra questi, si trova un diario che sembra contenere i pensieri di un assassino, in apparente continua evoluzione. La situazione precipita quando la madre e la figlia cominciano a percepire strani presagi e eventi inquietanti, portandole ad affidarsi al terapista della bambina, Carlos, per cercare di comprendere la vera natura delle minacce che le circondano. La narrazione si complica ulteriormente quando Olga si rende conto che la chiave per risolvere il mistero si trova proprio nell’identità dell’assassino che scrive nel diario, rivelando una verità sconvolgente.
La fragile natura dei legami familiari e il peso dei traumi infantili
Uno dei temi centrali di “El Diario” è la fragilità dei legami familiari. Il film esplora come le rotture nelle relazioni parentali possano avere serie ripercussioni non solo sugli adulti, ma soprattutto sui bambini, le cui vite vengono spesso stravolte da eventi che non possono controllare. In questo contesto, il film si addentra nei traumi infantili, evidenziando come una separazione mal gestita o la presenza di una figura estranea possano innescare conflitti interiori che portano a conseguenze devastanti.
Inoltre, la pellicola affronta anche il concetto di destino. L’idea che il futuro possa essere già scritto è esplorata attraverso le esperienze di Olga e Vera, costrette a confrontarsi con eventi che sembrano predeterminate. Il film si interroga sulla possibilità di rompere questo ciclo di eventi, rimanendo ancorato a una visione ineluttabile che combina elementi di mistero e horror. Tuttavia, la narrazione non riesce a sviluppare compiutamente questa tematica più profonda, lasciando il pubblico con interrogativi che rimangono senza risposta.
Critiche alla regia e alla sceneggiatura di “El Diario”
Uno dei principali punti critici di “El Diario” è la regia, che viene spesso giudicata piatta e poco incisiva. La direzione di Emma Bértran e Alba Gil, nonostante il potenziale della trama, si appiattisce a causa di un approccio poco originale e di una sceneggiatura che non riesce a regalare colpi di scena realmente avvincenti. Le scelte narrative risultano talvolta prevedibili e mancano di una sostanza che possa coinvolgere pienamente lo spettatore.
In aggiunta, gli effetti speciali appaiono limitati e, in alcune scene, rivelano il budget ridotto a disposizione del film, compromettendo ulteriormente l’impatto visivo e narrativo. Questo si traduce in un’esperienza di visione che si fa faticosa, con un ritmo lento che lascia spazio a pochi momenti realmente significativi. La trama, pur avendo una premessa interessante, fatica a svilupparsi in modo fluido e avvincente, risultando in un’opera che avrebbe potuto benissimo approfondire tematiche di grande importanza, ma finisce per smarrirsi in schemi narrativi prevedibili e superficiali.
“El Diario” è quindi un’opera che, pur affrontando argomenti profondi e attuali, non riesce a sfruttare appieno il suo potenziale, lasciando al pubblico un senso di opportunità mancata.