“Il Trono di Spade” è stata una delle serie più seguite e amate dal pubblico di tutto il mondo. Tra convention, interviste, red carpet e Emmy Awards, lo show HBO ha dominato le classifiche per anni, con punteggi altissimi e ascolti mai visti. Nonostante l’ultima ottava stagione abbia diviso e in parte deluso pubblico e fan, la serie rimane un punto di riferimento nella Storia delle serialità televisiva. Per quanto il finale sia stato criticato e abbia generato un certo malcontento, le prime serie e in parte anche le ultime, esclusa l’ottava, restano, senza dubbio, tra le più alte prove di cinema mai realizzate. Ma tra gli episodi ci sono delle scene che sono rimaste impresse nei telespettatori più di altre? Sicuramente sequenze e momenti iconici non mancano. Premettendo che nominare tutte le scene più memorabili era impossibile, ecco alcune delle più celebri scene di “Il Trono di Spade”.
La morte di Ned nella prima stagione di “Il Trono di Spade”
La morte di Ned, nella nona puntata della prima stagione di “Il Trono di Spade”, è traumatica e iconica per due motivi: uno dei protagonisti dello show muore, inaspettatamente per mano di Jeoffrey, che si rivela così ancor più perfido di quanto si potesse mai immaginare. Con Ned fuori gioco, tutti gli Stark sono in pericolo, in particolare Sansa e Arya, le figlie ospiti con lui ad Approdo del Re. Ma soprattutto, a livello tecnico, la morte di Ned è la prova che si è di fronte a una serie coraggiosa, dove nessuno è al sicuro, capace di far scomparire uno dei personaggi principali e più amati della serie. Una scena drammatica, ma di per sé anche poetica: una folla inconsapevole che odia il traditore, i consiglieri del Re che, esterrefatti, chiedono pietà, Sansa e Arya che capiscono e vorrebbero poter fare qualcosa, e Ned che non può far altro che accettare il proprio destino, mentre uno stormo di rondini si libbra nel cielo.
I tre suoni di corno e l’esercito dei Morti
Anche se non si tratta propriamente di una scena, ma più di una sequenza, il finale della seconda stagione di “Il Trono di Spade” è uno dei più spettacolari dell’intera serie. E inizia proprio con i 3 Guardiani della Notte oltre la Barriera che sentono dapprima un solo suono e tutto sembra tranquillo. Un unico suono non è minaccioso. Poi i suoni diventano 2 e i tre uomini sfoderano le spade: due suoni di solito preannunciano l’avvistamento dei Bruti, sono quindi pronti a combattere. Ma quando i suoni diventano 3 non possono far altro che fuggire. Alla fine della seconda stagione gli Estranei erano ancora visti da molti come una leggenda e non si sapesse se esistessero realmente. Ma 3 suoni di corno simboleggiavano comunque un pericolo. Un suono dopo l’altro, una tensione crescente che esplode sul finale con l’esercito dei morti e gli Estranei che marciano in una tormenta di neve, tutto visto attraverso gli occhi di un Sam terrorizzato e abbandonato da solo oltre la Barriera. Una scena spaventosa e rivelatrice, non solo gli Estranei esistono, ma sono a capo di un esercito agguerrito e feroce.
La supremazia di Daenerys e gli Immacolati
L’evoluzione di Daenerys da giovane Khaleesi ad amata Regina che combatte la schiavitù è forse uno degli elementi più forti della serie. La sua crescita, il suo cambiamento e il potere che lentamente logora anche il suo animo, è rappresentato perfettamente in tutte le stagioni. A parte l’ottava nella quale la follia arriva fin troppo improvvisa. Ma un vero segno della sua trasformazione e delle sua forza è visibile nel quarto episodio della terza stagione. La Madre dei Draghi, dopo essersi fatta insultare, aver venduto il suo drago al misogino e crudere Kraznys mo Nakloz in cambio di 8000 Immacolati e aver finto di non capire la lingua Valyriana, ordina al suo nuovo esercito di uccidere i Padroni e i soldati di Astapor. Kraznys, incredulo, ordina di ucciderla, capendo di aver perso gli Immacolati e di essersi fatto ingannare da una donna, ma Daenerys pronuncia la celebre “Dracarys” e Drogon brucia vivo Kraznys. Intanto un’epica colonna sonora accompagna l’omicidio dei brutali padroni da parte degli Immacolati, i draghi che mettono a ferro e fuoco Astapor e Daenerys che afferma così la sua supremazia.
Sam uccide un Estraneo nella terza stagione di “Il Trono di Spade”
L’ottava puntata della terza stagione di “Il Trono di Spade” è caratterizzata da un finale da brividi che mostra una sensazionale scoperta. Tutte le volte che i Guardiani della Notte e i Bruti avevano tentato di combattere gli Estranei, questi con le loro spade di ghiaccio avevano incenerito in mille pezzi le spade, lance o qualsiasi altra arma dei loro avversari. Solo il fuoco sembrava capace di uccidere un Estraneo. Sam e Gilly, soli oltre la Barriera, verso il Castello Nero, con il piccolo Sam appena nato, si trovano di fronte ad un Estraneo intenzionato a prendere il bambino. Non sembra esserci possibilità di salvezza: l’Estraneo frantuma la spada di Sam che rimane disarmato, e lo tramortisce. L’unica cosa che Sam può fare è usare quegli, apparentemente inutili, affilati coltelli di vetro di drago. Colpito, l’Estraneo cade a terra ed esplode in migliaia di pezzi di ghiaccio. Come Sam e Gilly sono esterrefatti, lo stesso vale per il pubblico. Con i corvi che preannunciano l’arrivo dell’Estraneo e che poi inseguono i due in fuga, si scopre che gli Estranei possono morire e non solo con il fuoco. La scena è tanto cupa quanto fa luce su una scoperta che sarà fondamentale per l’intera serie. Una delle particolarità di “Il Trono di Spade” era infatti proprio la circolarità, con elementi delle prime stagioni che tornavano a distanza di decine di puntate. Quando Sam si lancia sull’Estraneo tutto si poteva pensare, ma non che il vetro di drago fosse letale per gli Uomini di Ghiaccio.
Daenerys chiamata Mhysa
Il finale della terza stagione, cinematografico e, nell’ultimissima inquadratura, più simile a un esercizio d’estetica, che a un elemento narrativo, è emozionante e, appunto, una gioia per gli occhi dei telespettatori. Daenerys viene chiamata, dagli schiavi liberati, Mhysa, che significa Madre. Tranquilla e felice per aver iniziato a liberare il mondo dalla schiavitù si inoltra nella folla adorante che continua a chiamarla Mhysa. Un gruppo di persone la solleva e lei, con il tipico sorriso di Emilia Clarke, tende la mano a quello che è diventato il suo popolo. La ripresa si sposta poi a un’inquadratura dall’alto della folla, dove al centro spicca l’abito celeste e i capelli dorati di Daenerys, con i draghi che volteggiano e che sembrano bucare lo schermo prima dello stacco su nero.
La trasformazione del neonato in Estraneo
Una landa desolata, distese di ghiaccio ovunque, nebbia e gelo che avvolgono l’Estraneo che porta tra le braccia un neonato. Il pianto del bambino si fa sempre più forte e si teme per la sua sorte. L’Estraneo cammina lentamente in una delle location più straordinarie dello show HBO. Tra inquadrature dell’Estraneo che si avvia verso una Stonehnge di ghiaccio e del suo volto visto attraverso gli occhi di un bambino indifeso, si pensa al peggio. Pronti per una scena cruda e violenta e per capire quale fosse il terribile piano degli Estranei per i neonati, non succede altro che una trasformazione senza alcun spargimento di sangue. L’Estraneo poggia delicatamente la sua affilata unghia sul viso del neonato e gli occhi del piccolo diventano azzurri, ghiacciati e l’episodio si chiude. Dalla trama alla tecnica non si sa cosa sia più spettacolare.
L’arrivo a Valirya e gli Uomini di Pietra nella quinta stagione di “Il Trono di Spade”
Un’altra fantastica location della serie è visibile nella quinta puntata della quinta stagione di “Il Trono di Spade”, quando Mormont e Tyrion, il secondo prigioniero del primo, passano attraverso una devastata Valirya, abitata dagli Uomini di Pietra. Una piccola barca che si muove su un mare calmo e piatto e, lentamente, si avvicina alle rovine della città. Un luogo magico e tetro che si colora di nero, grigio e una punta di rosa, si intravede mentre il monologo di Tyrion racconta la storia della città che esiste da migliaia di anni. Per non parlare della vista del drago da parte dello stesso Tyrion, magistrale interpretazione dell’attore, e degli Uomini di Pietra che li attaccano, in un crescendo di tensione e azione. Si sente un rumore sinistro alle loro spalle, mentre lo spettatore vede chiaramente un uomo dalle sembianze spaventose tuffarsi in acqua a pochi metri dalla barca dove Tyrion e Mormont guardavano, ignari, il drago volare sopra di loro.
Il Re della Notte resuscita il suo esercito
La sequenza finale dell’ottava puntata della quinta stagione della serie è forse la migliore in assoluto di “Il Trono di Spade”. È il primo vero confronto con l’Esercito dei Morti, è un accordo che sigla una tregua con i Bruti, è una fuga da una morte atroce. Mentre una piccola imbarcazione trasporta Jon, Tormund, altri Guardian della Notte e i Bruti lontano dal pontile dove si stava consumando un massacro, si assiste a una delle scene più celebri della serie. Uno dei momenti più alti dello show, ripreso più volte nelle puntate successive. La neve, la nebbia, il vento, le navi che dondolano sul mare, gli occhi lucidi di Tormund che vede i compagni morire e i piedi del Re della Notte che percorrono il pontile: una sequenza di perfezione. Ogni inquadratura, ogni dettaglio è al proprio posto, preannunciando una scena che rimarrà indelebile. Il Re della Notte guarda Jon, osserva il suo esercito e le vittime, alza le braccia, sotto gli occhi di Jon che attendono e percepiscono ciò che sta succedendo. I Bruti uccisi iniziano a risvegliarsi, fino a quando ognuno di loro si rialza: gli occhi blu, altri membri dell’Esercito dei Morti sotto la guida del Re della Notte.
L’addestramento di Arya
Arya, dopo che Jaqen H’ghar le ha tolto la vista, nel terzo episodio della sesta stagione di “Il Trono di Spade”, torna al servizio del Dio dei Mille Volti e si allena per combattere. Cieca e messa a dura prova dall’Orfana, Arya si sottopone a un terribile addestramento. L’Orfana la colpisce più volte, le fa perdere l’equilibrio, trascina il bastone sul pavimento per confondere Arya che si serve dell’udito per capire dove si trova l’avversaria. Arya cade, viene ferita, si rialza, viene colpita senza pietà, ma continua a tentare di imparare a combattere, tenace e determinata come sempre. La colonna sonora accompagna le scene che si susseguono velocemente fino a una delle più soddisfacenti dello show. Arya colpisce l’Orfana che è pronta a un contraccolpo e che con rabbia si volta e cerca di ferire Arya che, prontamente, riesce a bloccarla, mettendo il bastone perpendicolare a quello dell’Orfana che l’avrebbe colpita.
La vendetta di Cersei contro la suora nella sesta stagione di “Il Trono di Spade”
Nonostante si tratti di una delle sequenze più crude e violente dello show, è una dimostrazione della crudeltà e gioia della vendetta di Cersei. Un personaggio complesso, che si prende tutto il tempo per potersi vendicare di chi le ha fatto del male. Dopo aver legato la suora e averle versato un’intera caraffa di vino addosso, ripetendo più volte “Confessa”, inizia uno straordinario monologo. Cersei le confessa i suoi peccati, le dice di aver ucciso l’Alto Passero e le ricorda una frase: “ti avevo detto che la mia faccia sarebbe stata l’ultima cosa che avresti visto prima di morire, ricordi?”. La suora, per tutta risposta è pronta, come dice “ad incontrare gli dei”. Ma i piani di Cersei sono molto diversi. Fa il suo ingresso il mostruoso Ser Gregor Clegane, pronto a fare qualsiasi cosa desidera alla povera suora legata. E mentre Cersei ripete la celebre “Shame”, “Vergogna” che la suora stessa le diceva quando lei si avviava verso la Fortezza Rossa per espiare i suoi peccati, si sente la suora urlare, capendo che i suoi ultimi giorni saranno terribili.
Il drago viene resuscitato dal Re della Notte
La morte di Viserion nella sesta puntata della settima stagione di “Il Trono di Spade”, sconvolgente e inaspettata, è seguita, nel finale dell’episodio, da un’altra iconica scena. Il fatto che Daenerys possedesse i draghi la rendeva una delle eredi al trono più potenti, pronta a sconfiggere qualsiasi esercito. I draghi per lei sono i suoi figli e già la morte di Viserion è abbastanza scioccante. Ma l’episodio si chiude con l’Esercito dei Morti che cerca di recuperare il drago caduto nel ghiaccio dopo esser stato colpito dalla lancia del Re della Notte. Mentre il drago senza vita viene riportato in superficie, il Re della Notte si avvicina, poggia la mano sulla testa del drago che spalanca l’occhio, blu, ghiacciato: anche Viserion è ora resuscitato e al servizio del Re della Notte.
Giorgia Terranova