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Il Vaticano svecchia l’immagine con il comico Giacomo Poretti all’apertura dell’anno accademico

L’apertura dell’anno accademico dell’Università Lateranense segna un’importante novità per il mondo accademico pontificio. Dopo l’intervento di Roberto Benigni sul sagrato di San Pietro, il Vaticano ha scelto di continuare su questa linea inclusiva e fresca. Infatti, il comico Giacomo Poretti, noto membro del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, sarà il protagonista di un evento particolare, finalizzato a rendere l’ateneo più attraente per i giovani. Questa decisione si inserisce nel contesto della crisi di iscrizioni che affligge le università pontificie, spingendo i dirigenti a rivedere e ristrutturare le loro proposte educative e comunicative.

Un evento di rinnovamento all’Università Lateranense

L’Università Lateranense è storicamente conosciuta come l’ateneo dei pontefici, un’istituzione che risponde a tradizioni secolari. Tuttavia, la modernità impone nuove sfide e il magnifico rettore ha deciso di affrontarle con audacia, dando la parola a figure del panorama culturale popolare. Con la partecipazione di Poretti, l’intento è chiaro: rinnovare l’immagine un po’ polverosa che ha contraddistinto la veneranda università e attrarre così nuove matricole, sempre più scettiche verso i percorsi formativi tradizionali.

Il Vaticano svecchia l’immagine con il comico Giacomo Poretti all’apertura dell’anno accademico

L’incontro inizierà con un saluto da parte del rettore e del cardinale, seguiti dall’intervento di Poretti, il quale presenterà un monologo intitolato «Per far un’anima». Questo approccio innovativo non è solo un modo per modernizzare il discorso accademico, ma anche un tentativo di avvicinare il mondo giovanile, che sempre più cerca risposte a interrogativi esistenziali.

“Per far un’anima”: un monologo che sfida le convenzioni

Il monologo «Per far un’anima» affronterà temi profondi e provocatori, interrogandosi sull’esistenza e la natura dell’anima. Poretti prevede di riflettere su un argomento di grande rilevanza, spesso trascurato dai manuali scientifici. I temi trattati nel suo discorso riguardano le fasi di sviluppo dell’anima in un essere vivente e la sua effettiva esistenza, con domande incisive: nasce con noi o è un costrutto sociale? Questo approccio rappresenta un continuare la tradizione di utilizzare l’umorismo per discutere di argomenti complessi, un metodo che ha reso Poretti una figura amata dal pubblico.

L’attore ha rivelato che l’idea per il monologo è nata in un momento molto personale, quando è diventato padre. Un sacerdote, in visita all’ospedale, lo ha colpito con una frase che è rimasta impressa nella sua mente: “Bene, avete fatto un corpo, ora dovete fare l’anima”. Da quel momento, il comico ha iniziato a esplorare questa dimensione, ponendosi domande esistenziali che spaziano dalla dieta appropriata per far crescere l’anima, fino a quale importanza possa avere, al giorno d’oggi, un concetto così etereo e poco tangibile.

Riflessioni sull’anima nella società contemporanea

All’interno del suo monologo, Giacomo Poretti mette in discussione l’importanza dell’anima in un’epoca dominata dalla tecnologia e dai valori materiali. In un mondo dove l’efficienza e la tecnologia sembra aver preso il sopravvento su ciò che è interiore e intangibile, l’anima rischia di diventare un concetto obsoleto. Poretti afferma: “Quando ti fermano i carabinieri, si accontentano di patente e libretto. Se fai acquisti online, bastano carta di credito e mail. L’anima sembra la cosa più antimoderna che possa esistere.”

Compare nuove parole e modi di vivere che sembrano non lasciare spazio a una dimensione più profonda dell’essere. Il rischio, avverte, è di perdere un concetto che ci definisce come esseri umani. Con una narrazione che si veste di ironia e provocazione, Giacomo invita il pubblico a riflettere su un tema fondamentale per l’umanità, portando a galla le contraddizioni e i dubbi che caratterizzano la vita moderna.

Una nuova era per le università pontificie

La scelta di invitare Giacomo Poretti a parlare all’Università Lateranense rappresenta una sfida e un’opportunità. Rispondere alle esigenze di una generazione sempre più critica nei confronti delle istituzioni accademiche è un passo necessario per le università pontificie, che devono rimanere rilevanti in un panorama in continua evoluzione.

L’introduzione di eventi che coinvolgono figure del mondo dello spettacolo non è solo un tentativo di attrarre giovani, ma anche di stimolare nuove forme di dialogo e interazione sul tema dell’educazione. Mentre le iscrizioni sono in calo, è fondamentale che le università non si limitino a proporre corsi, ma anche esperienze significative in grado di ispirare e coinvolgere gli studenti. La strada è lunga, ma con iniziative come questa, il futuro dell’Università Lateranense potrebbe essere più luminoso e affascinante.

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