Fiorello è il protagonista della terza intervista della serie di incontri ravvicinati di questa dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Tra film, risate e attualità lo showman ha raccontato i film che hanno segnato la sua vita e se stesso.
Fiorello: i film della sua vita
“Mica sono i miei preferiti per davvero. Ho solo detto i primi cinque film che mi sono venuti in mente”.
Così è cominciato l’incontro con Rosario Fiorello, in sala Sinopoli; il comico e conduttore si è raccontato tramite i film che ha fatto e quelli che hanno segnato la sua vita.
Il primo film è “Maciste gladiatore di Sparta“. Fiorello ha dichiarato: “Quando ero piccolo c’era un cinema accanto alla caserma dove lavorava mio padre. All’epoca si poteva lasciare un bambino da solo a vedere un film. Solo che mio padre non mi lasciava al cinema a vedere un film. Mi lasciava lì dalle 4 alle 8 e vedevo i film Epici. Io ero innamorato di questa forza bruta, sai per un bambino è tutto vero e quando vedevo gli attori alzare i massi di polistirolo volevo essere come loro.”
Parlando invece di “Un uomo e una donna” di Claude Lelouch “Un mio amico noleggia la cassetta, torna e mi dice di aver noleggiato il VHS di “un uomo e una donna”. Noi pensavamo che fosse un film porno e invece era un film di Lelouch”
Passando a “Dio disse a Caino” guardando un primo piano di Klaus Kinski: “Ma guardate questo film che capolavoro è: uno che viene menato a sangue e non c’è colonna sonora, perché la colonna sonora la fa lui cadendo sulla tastiera, è uno spettacolo. Io adoravo la sonorizzazione perché nei film un pugno ha sempre un rumore pesante. Lo stesso vale per le pistole dei western, una volta sono andato a girare uno spot in Spagna, dove giravano questi film, e c’erano tra i vari oggetti anche delle pistole, quando ho visto la colt (pistola), l’ho presa e ho sparato, ma il rumore vero della colt è deludente.”
Poi è arrivato il turno di “Cinque dita di violenza“: “questo è stato il primo film in assoluto ad arrivare in Italia riguardanti le arti marziali. Quando lo vidi era vietato ai minori di 14 anni, ma io lo vidi comunque. In Sicilia si poteva andare al botteghino, chiedere due biglietti con voce grossa ed entrare. Con questo film noi ragazzini scoprimmo che si poteva menare in maniera organizzata. Mi ricordo che all’uscita dal film la gente si picchiava.”
Il quinto film è un cult: “la febbre del sabato sera“: “la camminata più bella del cinema mondiale. Questo fu il primo film evento: mi ricordo la fila lunghissima di persone. Rimasi abbagliato dal modo di camminare di Tony. Sapevo la coreografia a memoria, tant’è che durante un mio show venne John Travolta e gli chiesi di fare il pezzo con me. Mi fece i complimenti e mi confessò che ricordavo i passi meglio di lui.”
Mentre la penultima pellicola, “Fuga di mezzanotte“, segnò lo showman in quanto fu uno dei primi film tratto da una storia vera. Quando è partita la clip di “Incontri ravvicinati del terzo tipo“, il direttore artistico Monda e Fiorello si sono scambiati un abbraccio fraterno essendo questo uno dei film preferiti di entrambi.
Fiorello: dai film all’attualità
Monda ha chiesto a Fiorello dei film da lui interpretati (“Cartoni animati“, “Il talento di Mr. Ripley” e “Passione“), lo showman ha risposto: “Quando mi offrono ruoli in cui non recito mi diverto molto.”
Poi ha ricordato Franco e Sergio Citti, che l’hanno diretto in uno dei suoi primi film, “Cartoni animati”: “La particolarità di quel film è che lo girammo a Fiumicino, quindi passava un aereo ogni 7 secondi, di professionisti sul set ce ne stavano pochi, il resto erano tutte persone prese lì sul posto. Quando il film è stato montato è stato tutto ri-doppiato per via dei rumori, ma i Citti non riuscirono a recuperare tutte le persone coinvolte nel lavoro, quindi nel sonoro ci sono almeno 7 o 8 personaggi con la mia voce. Ed io mi divertivo come un pazzo ad inventare voci nuove per gli altri personaggi.”
Mentre per quanto riguarda “Il talento di Mr. Ripley“: “La cosa più interessante fu come fui scelto. Andai aduna premiazione per “Cartoni animati” a Capri, a un certo punto in un locale musicale mi convinsero a cantare qualcosa. Decidemmo di fare “tu vo fa l’americano”. Mentre cantavo vedo un uomo seduto avanti che portava il tempo, si vedeva che era straniero, lo convinco a salire sul palco a cantare. Quando mi siedo vedo quella stessa persona che si avvicina e mi chiede di fare un film, e gli dico: “ma davvero? Ma che fai il regista?”e lui: “Sì” quindi risposi: “Ma che film hai fatto?” quello disse: “Non so se hai visto Il paziente inglese” ed incredulo io risposi: “Ma che l’hai fatto te?”. Non ci credevo che l’aveva davvero fatto lui. Decise di scrivere la scena solo per me, ha ricreato quello che aveva vissuto quella sera in prima persona.”
In fine Monda ha chiesto se è vero che ha subito molestie da parte di Weinstein: Questa la risposta di Fiorello: “Nine“, di Rod Marshall. Io sono in vacanza, è agosto. Mi hanno chiamato dicendo che la produzione di “Nine” mi voleva assolutamente nel film. Era l’11 di Agosto e loro volevano vedermi di lì a qualche giorno, mi mandano il copione. Però non trovo il mio personaggio, dicono che è a pagina 121, ma niente, non lo trovo. Quindi chiedo: “Scusi, può essere che sto in un’altra pagina?” “no, legga bene” e leggo “interno notte, Guido balla con una donna in un locale elegante con drappi rossi, mentre”. Io ero il mentre. Ero scenografia ed avendo fatto già film americani in cui per dire “A” ti facevano fare la scena anche 100 volte, ho pensato che mi sarei giocato ferragosto: a Roma con 50 gradi, per fare da scenografia? No grazie, rispondo che non posso, ma tante volte desta più attenzione un no che un sì, e questo fa capire il tipo abituato sempre a sentirsi dire di sì. Così Weinstein mi scrive una lettera in cui alla fine dice “Tu non hai idea a chi hai detto di no. Non lavorerai più in America” ed io lì ero felice, ma chi ci viene a lavorare in America? Poi io faccio un altro mestiere, è come se a un calciatore dicessi “tu non giocherai più a basket”. Non è questione di essere eroico o figo o che cosa, è stata solo questione di pigrizia!”
Martina Panniello