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Indizi di felicità

Recensione

Walter Veltroni ritorna dietro la macchina da presa per raccontare la sua idea di felicità. Tante storie diverse dal basso per lanciare un messaggio positivo nonostante i tempi duri che viviamo.

Indizi di Felicità – Recensione: un film dominato da una tensione altissima che miscela molti generi diversi

Indizi di felicità Veltroni

Parte con un video girato nella metro di Londra di primo mattino “Indizi di Felicità”, documentario del politico/regista Walter Veltroni, grande conoscitore di cinema. Segue una sorta di blob che riassume scene di guerre varie, attentati e via dicendo, per passare a una serie di micro interviste a personaggi di vario tipo sulla felicità. Ne parlano un surfista giovane e riccioluto, che insegna ai disabili i piaceri dell’onda e un ex impiagato veneziano passato all’agricoltura urbana; ma anche, un monaco in versione trendy e un illustre fisico, che ha scoperto la cosiddetta particella di Dio. In mezzo passano dei vecchi attori dei tempi di Fellini e una signora italiana capitata per caso alle Torri gemelli quel famoso 11 settembre. Infine, dulcis in fundo, un’ex staffetta partigiana e un bel vecchio, unico sopravvissuto della sua famiglia a Auschwitz.

Durante le interviste, Veltroni non si vede mai e lascia campo libero alle facce dei suoi protagonisti, che si succedono senza un filo logico, senza quasi lasciare il segno nello spettatore; eccezion fatta per Sami Modiano, che racconta i suoi incontri a distanza con la povera sorella stremata dal campo di concentramento e il saluto silenzioso del padre la sera prima che questi si autocondannasse a morte.

Funziona bene quest’unico pezzo di tutta l’opera perché c’è una storia, la grande storia, dietro le rughe del suo protagonista. Tutte le altre, nonostante le buone intenzioni del regista, sono volatili come la piuma di Forrest Gump.

Indizi di felicità, un’opera senz’anima e senza sceneggiatura

“Indizi di felicità” nasce con le migliori intenzioni. È buona l’idea di base del regista, peccato che la narrazione manchi completamente di struttura e si cada spesso e volentieri nel banale. Il risultato finale sembra una video compilation di frasi da Baci Perugina, citate da sconosciuti presi a caso senza ritmo. Albano e Romina dicevano che la felicità è un bicchiere di vino con un panino… Nella loro basica semplicità in fondo ci prendevano di più del caro Veltroni

Ivana Faranda

Trama

  • Regia: Walter Veltroni
  • Genere: Docu-fiction, Colore
  • Durata: 103 minuti
  • Produzione: Italia, 2017
  • Distribuzione: Nexo Digital
  • Data di Uscita: 22 maggio 2017

Indizi di felicità poster

Indizi di felicità

È possibile essere felici? In un periodo storico come quello attuale, così complesso, pieno di paure, fragilità e di incertezze, nel quotidiano e nei rapporti umani, è davvero legittimo pensare di riuscire, un giorno, ad ottenere la tanto sospirata felicità?

Il film del politico, giornalista, scritto e regista italiano Walter Veltroni, non è un trattato astratto e filosofico su di un concetto così ampio come può essere quello che ruota attorno alla parola ‘felicità’. La pellicola vuole essere piuttosto un’insieme di indizi, di testimonianze, di tracce di vita vissuta, sull’esperienza di ricerca della felicità.

In “Indizi di felicità” emergono dai racconti, semplici, diretti e potenti, di chi l’ha provata, almeno una volta; di chi ne ha sentito il calore sulla pelle, per dimostrare che la felicità esiste e non è soltanto un’utopia.

Indizi di felicità, una chiave di lettura dal basso

“Indizi di felicità” racconta le storie di persone comuni, mostra un punto di vista dal basso, non parla di grandi personaggi ma delle persone, del loro vissuto quotidiano, familiare, professionale, fino a che non arriva qualcosa. Che sia un incontro importante, una notizia lungamente attesa, oppure un momento di crisi profonda, qui che si nasconde la felicità: negli occhi di chi riesce a vederla, a trovarla, anche quando appare come un miraggio; negli occhi di chi riesce ancora a crederci.

La chiave di lettura del film è la stessa del precedente lungometraggio “I bambini sanno”: un’indagine contemporanea, sul nostro tempo.

La felicità non è una condizione permanente, non ha un tempo preciso che le appartiene. Può durare un giorno, un mese, un istante; può durare il tempo di uno sguardo. È immateriale, intangibile, può vivere nel ricordo oppure essere un’esperienza.

“Indizi di felicità” è un insieme di racconti, di pensieri riguardo a quei momenti in cui i protagonisti hanno potuto sentire la pienezza intera di tutte le possibilità della propria esistenza.

Luoghi, momenti, persone, pensieri: tutti indizi di felicità. Un sentimento possibile, anche in tempi difficili e apatici come questi.

Trailer

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