Una commedia frizzante e ironica sul problema dell’integrazione razziale tra bianchi e neri
(Guess Who) Regia: Kevin Rodney Sullivan – Cast: Bernie Mac, Ashton Kutcher, Zoe Saldana, Hal Williams, Robert Curtis-Brown, Paula Newsone, Nicole Sullivan, Niecy Nash, Kimberly Scott, Denise Dowse, J. Kenneth Campbell, Robert Hoffmann, David Krumholtz – Genere: Commedia, colore, 92 minuti – Produzione: USA, 2005 – Data di uscita: 19 agosto 2005.
L’idea di fondo è tratta dal classico del 1967 “Indovina chi viene a cena” con Spencer Tracy e Katherine Hepburn, in cui i due coniugi, dichiaratamente moderni e di mentalità aperta rimangono invece turbati dalla notizia del fidanzamento della loro unica figlia con un medico di colore. La situazione in questo caso è invertita: il problema razziale persiste, ma da parte di un padre di famiglia nero nei confronti del futuro genero bianco.
Questa volta, infatti, abbiamo Percy Jones, uomo di colore che crede di sapere sempre cosa vada o non vada bene per la sua famiglia, che rimane sbalordito quando scopre che il nuovo fidanzato della figlia Theresa, agente di borsa, che sulla carta sembrerebbe avere tutte le credenziali a posto e che Percy aveva immaginato come un affascinante incrocio tra Denzel Washington e Tiger Woods, è un bianco.
Un susseguirsi di gag e divertenti equivoci richiamano elementi sia della classica sit-com black, alla Bill Cosby, che della commedia del 2000 “Ti presento i miei”, in cui Ben Stiller cercava in tutti i modi di mostrarsi perfetto agli occhi del futuro genero Robert De Niro, creando solo guai e malintesi.
Ashton Kutcher ha una verve comica da non sottovalutare, in fondo, il suo esordio televisivo è stato proprio nelle vesti dell’imbranato Michael Kelso nel telefilm “That 70’s Show”. In “Indovina chi” fa coppia con Bernie Mac, faccia simpatica già apparsa in film di successo come “Ocean’s Eleven” e “Babbo Bastardo”, che cerca di mettere in difficoltà Kutcher in ogni modo, costringendolo perfino a gareggiare in una gara di go cart. Semplice e frizzante, il film vuole toccare il tema del problema razziale sfruttando l’ironia e la comicità delle situazioni e dei dialoghi.
Il finale, fin troppo scontato, si risolve nel giro di qualche minuto e nel modo più banale possibile come in una favola in cui tutti “vissero per sempre felici e contenti”. Si sa bene che ancora oggi un “incrocio razziale” ha una vita dura all’interno della società. Tutti si dichiarano tolleranti, ma davanti a un bambino mulatto o ad una coppia di colore fanno inconsciamente (o volutamente) una faccia storta.
Il film non intende di certo prendersi la responsabilità di risolvere questo problema, ma ogni tanto si fa bene a ricordare che non esistono razze e che siamo tutti uguali. Come diceva Einstein “Conosco una sola razza, la razza umana!”.
Silvia Caputi