Eco Del Cinema

Into the Wild – Nelle Terre Selvagge – Recensione

Un viaggio affascinante nella natura e, con essa, all’interno di noi stessi, un un viaggio iniziatico e inesorabile

(Into the Wild) Regia: Sean Penn – Cast: Emile Hirsch, Marcia Gay Harden, William Hurt, Jena Malone, Brian Dierker, Catherine Keener, Vince Vaughn, Kristen Stewart, Hal Holbrook – Genere: Drammatico, colore, 148 minuti – Produzione: USA, 2007 – Distribuzione: Bim – Data di uscita: 25 gennaio 2008.

intothewildE’ delle terre selvagge che Sean Penn vuole parlarci in questo film di grande spessore. “Into the Wild” si apre appunto su terre quasi inesplorate, con immagini meravigliose di paesaggi sconfinati, entra nelle vene in maniera lenta, ma inesorabile, facendo infine scoprire l’anima, i suoi territori altrettanto incontrollati, imprevedibili.

Penn scrive e dirige la storia di Christopher McCandless, adattando per il grande schermo il romanzo di Jon Kracauer “Nelle terra estreme” ed è così che prendono corpo i sentimenti e le diverse sensazioni di un ragazzo che, fresco di laurea, decide di abbandonare la vita agiata e andare all’avventura senza soldi, né compagnia in cerca di felicità e verità, convinto che ciò che più conta nella vita non è “essere forti, ma sentirsi forti, essersi misurati almeno una volta”.

L’intera vicenda è presentata attraverso una serie di flashback, divisi in capitoli: è chiaro che quello di Chris è un viaggio iniziatico, il cui epilogo è ben noto a molti. Il giovane nasce realmente nel momento in cui parte (capitolo I), il suo vagare in solitudine lascia intuire che è spinto oltre che dal gusto per l’ignoto, anche dalle ferite inferte dalla famiglia e da una società ipocrita, materialista e opprimente. Fin dalle prime immagini è percepibile l’idiosincrasia del protagonista nei confronti di chi, come la madre e il padre, vive solo di apparenze. È per questo che cambia il suo nome e diventa Alexander Supertramp.

Con lo zaino in spalla Alex passa da un luogo all’altro e lascia un segno che solo le persone straordinarie possono regalare a chi le incontra. Scorre così l’adolescenza (capitolo II), mentre l’età adulta (capitolo III) si apre con la necessità di provare a tornare ancora una volta nella società dapprima rifiutata. Chris capisce allora di sentirsi realmente escluso nel profondo, perché non sopporta la violenza, la falsità e forse non riesce a fare i conti con il suo passato.

Penn, dal suo canto, sembra dargli ragione opponendo al degrado della città la solennità di una natura, comunque e in ogni caso vincente nella sua grandezza. Mentre il protagonista legge “Il richiamo della foresta”, la splendida fotografia di Eric Gautier incanta. Nel suo viaggio “l’eroe” conosce la famiglia (capitolo IV), incontrata per strada, più autentica ai suoi occhi di quella reale. Infine la conquista della saggezza (capitolo V) chiude il cerchio, Alexander Supertramp ha capito che “dal bene viene il meglio” e che c’è ancora una parte d’umanità in grado di amare. Ma ormai non può tornare indietro, deve ancora mettersi alla prova, compiere l’avventura estrema, rimanere nuovamente solo, magari dentro un pulmino dal quale non uscirà più, ma che per sempre lo farà sognare.

Laura Calvo

Into the Wild – Nelle Terre Selvagge – Recensione

Articoli correlati

Condividi