La storia di Irma Testa, pugile italiana di 27 anni e medaglia di bronzo ai Giochi di Tokyo 2020, insieme alla sorella Lucia, offre uno spaccato profondo e toccante sulla vita di due atlete che non solo combattono sul ring, ma anche nella vita quotidiana. Le due sorelle si raccontano, parlando delle loro relazioni e del desiderio di diventare madri, affrontando il tema dell’omosessualità e dei pregiudizi che ancora permeano la società e il mondo dello sport.
La scoperta dell’omosessualità
Irma Testa ha condiviso la sua esperienza personale riguardo alla scoperta della propria identità sessuale. In un’intervista rilasciata a “The Couple“, ha rivelato come il suo percorso di accettazione sia iniziato quando ha cominciato a guardare una sua amica con occhi diversi. “Mi sono accorta di guardare con occhi diversi una mia amica”, ha raccontato, sottolineando la confusione iniziale che ha provato. La pugile ha vissuto un periodo di solitudine ad Assisi, dove ha avuto modo di riflettere su se stessa e sui suoi sentimenti. La comunicazione con la sorella Lucia, che ha dovuto affrontare la notizia con difficoltà, ha rappresentato un passo cruciale nel suo percorso. “Quando me lo ha detto l’ho presa malissimo”, ha confessato Lucia, evidenziando la complessità delle dinamiche familiari.
Le relazioni e il desiderio di maternità
Irma e Lucia sono entrambe legate a donne che amano profondamente. Irma vive con Alessandra, mentre Lucia è in una relazione con Roberta da quattro anni. Entrambe le sorelle esprimono il desiderio di avere figli, un sogno che rappresenta per loro un passo fondamentale nella vita. Irma ha dichiarato: “Sento che manca qualcosa e questo qualcosa sono i figli. Non vorrei che la maternità sia un rimpianto, ma un obiettivo che ho raggiunto”. Lucia, dal canto suo, ha raccontato di essersi innamorata di Roberta e di aver stravolto la sua vita per lei, sottolineando l’importanza di costruire una famiglia insieme.
Il supporto materno e la lotta contro i pregiudizi
Un momento di grande emozione si è verificato quando la madre delle due sorelle, Anna, è entrata in studio per abbracciarle. Con lacrime di gioia, Anna ha espresso il suo orgoglio per le figlie, riconoscendo le difficoltà che hanno affrontato. “Mi dispiace non avervi potuto dare la serenità che un genitore dà ai suoi figli. Sono orgogliosa di voi”, ha affermato. Irma ha sottolineato come la madre abbia sempre sostenuto le loro scelte, senza mai negare il suo supporto. Questo legame familiare si rivela fondamentale nel contesto di una società che spesso mostra resistenza verso le diversità.
Pregiudizi nel mondo dello sport e nella società
Durante l’intervista, Irma ha affrontato il tema dei pregiudizi legati all’omosessualità, confrontando le esperienze nel mondo dello sport con quelle nella società. Ha affermato che, a suo avviso, i pregiudizi sono più radicati nella società rispetto all’ambiente sportivo. “Le persone fuori da questo mondo hanno pregiudizi verso un atleta omosessuale, che non viene visto come un eroe, ma come un’imperfezione”, ha dichiarato. Questo punto di vista mette in luce le sfide che gli atleti LGBTQ+ devono affrontare, nonostante il crescente supporto e la visibilità che stanno guadagnando.
La storia di Irma e Lucia Testa rappresenta un esempio di resilienza e speranza, non solo per le loro carriere sportive, ma anche per il loro desiderio di costruire una vita familiare in un contesto che spesso risulta ostile.
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