Jack e Jill: Gemelli sull’orlo di una crisi di nervi. Adam Sandler si sdoppia in una commedia sui valori della famiglia
- Titolo originale: Jack and Jill
- Regia: Dennis Dugan
- Cast: Melissa Baxter, Adam Sandler, Katie Holmes, Al Pacino, Shaquille O’Neal, Regis Philbin, Fatimah Hassan, Santiago Segura, Dana Carvey
- Genere: Commedia, colore
- Durante: 91 minuti
- Produzione: USA, 2011
- Distribuzione: Sony Pictures
- Data di uscita: 17 febbraio 2012
Jack e Jill sono due gemelli, ed è risaputo, che sia vero o no, che fra gemelli c’è una specie di potere, qualcosa che unisce in maniera unica, un tipo di linguaggio, un dolore, una gioia, insomma fra gemelli si crea un legame indissolubile.
Solo che a volte questo legame può risultare scomodo, soprattutto se a coltivarlo è soltanto uno dei due, in maniera completamente invadente e sconsiderata all’interno della famiglia dell’altro. E’ quello che capita a Jack, pubblicitario di successo, con una bella famiglia e una villa a Los Angeles, che ogni anno con l’avvicinarsi della festa del Ringraziamento vede la sua vita scombussolarsi dall’arrivo del ciclone Jill, ovvero sua sorella gemella, che vive dall’altra parte degli Stati Uniti. Jill non è proprio quella che si può definire un amore di donna, è rumorosa, inappropriata, fastidiosa, vistosa e incredibilmente ingenua, ma dalla sua possiede un cuore grande e un’incredibile affetto fraterno. Forse è il modo in cui lo dimostra a essere sbagliato. Fatto sta che i due sono in continuo litigio, fra riappacificazioni e siparietti comici, fino a quando il lavoro di Jack non ha bisogno di una mano da parte della sorella. Il compito arduo è convincere Al Pacino a prestare il volto per un’imbarazzante pubblicità, e l’unica che potrebbe riuscirci è proprio lei: Jill.
Adam Sandler è tornato e questa volta moltiplicato per due, interpretando sia il gemello Jack che la sorella Jill, operazione vista molte volte nel cinema, (la più famosa rimane essere quella di Eddy Murphy e il suo Professore Matto), ma in questa pellicola Sandler, oltre al fattore comico, ha voluto imprimere e cercare di raccontare, i valori familiari.
Insomma chi non ha un parente, stretto o lontano, che proprio non sopporta? Uno di quelli che anche non volendo riesce sempre a far litigare tutti, eppure si finisce per perdonargli ogni cosa proprio perché si è in famiglia. Il rapporto fra i due esplica proprio le strane, e a volte contorte, dinamiche di un gruppo familiare, con le gerarchie, e i caratteri a confronto, e per farlo ha usato la chiave comica, abusando però, di determinate scene e personaggi.
Il vero gioiellino della pellicola è senza ombra di dubbio la parte riservata al mitico Al Pacino, che ironizza sul suo status di icona indiscussa, di padrino d’altri tempi, di star hollywoodiana che tutto può e nulla stringe, inscenando un uomo bisognoso di affetti reali, che lo portino di nuovo a contatto con il ragazzo del Bronx che era, con il risultato di una comicità unica. Vedere queste grandi star, come era già successo con Tom Cruise in “Tropic Tunder”, calvo e bolso ballare una canzone rap, o a Robert De Niro nel primo “Ti presento i miei” (negli altri preferiamo non commentare), prendere in giro se stessi, scherzare con il proprio successo e il proprio status di star, ci fa ricordare che sono pur sempre persone, proprio come noi, e ce le rende tremendamente simpatiche, soprattutto in questo caso dove a farlo è Michael Corleone in persona.
Da sottolineare un piccolo cameo di Johnny Depp, che nella scena porta una maglia di Justin Bibier.
C’è da sperare che si tratti, anche in questo caso, di pura ironia.
Sonia Serafini