In una lunga intervista con il “The Guardian”, il celebre regista di “Titanic”, James Cameron, si è lasciato andare a commenti alquanto negativi su “Wonder Woman”. La risposta della regista Patty Jenkins non si è fatta attendere.
James Cameron: “E’ un’icona trasformata in oggetto”
“Wonder Women”, uscito lo scorso maggio, ha ricevuto il favore del pubblico e della critica, incassando oltre 400 milioni di dollari in patria. Un vero e proprio successo che però non è andato molto giù a James Cameron. Ecco le sue parole:
“Tutte queste personalità di Hollywood che si scambiano pacche sulla spalla quando si parla di “Wonder Woman” è così sbagliato. È un’icona trasformata in oggetto: è quello che fanno gli uomini di Hollywood, sempre la stessa cosa. Non sto dicendo che il film non mi sia piaciuto, ma per me è un passo indietro”.
Ricorda poi la protagonista di “Terminator”, Sarah Connor, paragonandola ai ruoli femminili che troviamo oggi al cinema: “Sarah Connor non era un’icona di bellezza. Era una donna forte, aveva tanti problemi, era una cattiva madre, ma si è guadagnata il rispetto del pubblico grazie alla sua grinta. Per me è evidente il beneficio che hanno portato personaggi come Sarah nel mondo del cinema. Penso che metà del pubblico sia composto da donne!”
Patty Jenkins risponde a James Cameron
La risposta della regista di “Wonder Woman”, Patty Jenkins, non si è fatta attendere. Utilizzando il suo profilo Twitter, la Jenkins ha affermato:
“L’incapacità di James Cameron di capire cosa “Wonder Woman” rappresenta per le donne di tutto il mondo non ci sorprende; anche se è un grande regista, non è una donna. Le donne forti sono grandi. Cameron ha apprezzato il mio film “Monster” e il ritratto che ho fatto di questa donna forte, ma danneggiata. Ho apprezzato molto i suoi commenti. Ma se le donne devono essere sempre dure, difficili o turbate per essere considerate forti, e non siamo libere di celebrare la multidimensionalità o un’icona femminile perché è bella e piacevole, allora non siamo andati molto lontano. Credo che le donne possano, e dovrebbero, essere come i personaggi maschili. È il pubblico femminile che ha reso grande il film e può, sicuramente, scegliere e giudicare le proprie icone di progresso“.
Silvia D’Ambrosio
25/08/2017