Venezia 73 premia la star inossidabile Jean Paul Belmondo e accoglie a passi di danza Filippo Timi e Margherita Buy.
Belmondo a Venezia 73 per festeggiare la sua carriera
Un Leone alla carriera più che meritato quello consegnato ieri a Jean Paul Belmondo. La star francese, in gran forma per i suoi 83 anni lo accoglie con allegria e serenità. Lui potrebbe far sua la canzone di Edith Piaf “Non, Je ne regrette rien”, ma con allegria, quella che ha contraddisstinto la sua carriera, tante donne, bellissime per Bèbel, come lo chiamavano. Lui non era bello con quel naso storto e schiacciato per via di un cazzotto preso sul ring e nessuno avrebbe mai scommesso sul suo futuro nel cinema. Ma poi arrivò Godard con “Fino all’ultimo respiro” per farlo diventare un sex symbol e un attore di rango.
Jean Paul Belmondo è arrivato a Venezia con un rammarico, quello di non aver potuto presentare il documentario su di lui “Belmondo par Belmondo” diretto da suo figlio Paul. Purtroppo, il bellissimo ritratto che gli ha dedicato il figlio non ha trovato un distributore in Italia. Lo aspettiamo con ansia. Del resto, il Leone alla carriera servirà a far dimenticare il brutto ictus avuto nel 2001 e il naufragio del suo ultimo matrimonio. Tanti auguri Bèbel e mille di questi giorni.
Ballerini, rockstar filippine, attrici probabili vincitrici di Coppe Volpi e grandi maestri italiani per Venezia Classici” sono stati gli altri protagonisti di ieri
È arrivato danzando in modo a dir poco stravagante Filippo Timi coprotaginista con Margherita Buy di “Questi giorni” di Giuseppe Piccioni. Passato ieri in concorso non ha convinto più di tanto ed era l’utimo film imtaliano in Concorso.
È invece in odore di Coppa Volpi, Julia Vysotskaya per la sua interpretazione della principessa russa mandata a Auschwitz in “Paradise” del marito Andrei Konchalovsky. L’attrice, nota in patria anche per un programma televisivo di cucina ha incantato pubblico e critica.
Ha attraversato il red carpet con leggerezza uno degli attori del film “Singing in Graveyard” di Bradley Liew in Concorso per La Settimana della Critica. Si tratta di Joseph William Feliciano Smith, in arte Pepe Smith, una vera star nelle Filippine. Lui , con il suo gruppo aprì nel 1966 il concerto dei Beatles a Manila. Nel film Pepe Smith si racconta e a Venezia si diverte come un turista capitato lì per caso.
Ha tenuto un basso profilo il maestro Ermanno Olmi. Lui è il protagonista del documentario “E venne l’uomo” di Federico Pontiggia. Tra i suoi progetti futuri un film intitolato “Il villaggio che cammina”, sugli abitanti di un villaggio friulano emigrati tutti in blocco in Nuova Caledonia nel 1880, Olmi pensa di dirigerlo a quattro mani con l’aiuto dell’amico regista Maurizio Zaccaro.
Ivana Faranda