Jude Law, noto attore britannico, ha recentemente rivelato di aver probabilmente chiuso un capitolo importante della sua carriera, abbandonando il Marvel Cinematic Universe . La sua esperienza nel ruolo di Yon-Rogg, il villain di “Captain Marvel“, non è andata come molti si sarebbero aspettati. Nonostante l’innegabile talento di Law, il personaggio ha faticato a trovare una sua identità convincente all’interno dell’universo cinematografico Marvel. Parlando della sua esperienza, l’attore ha sottolineato che le sue idee e proposte sono state in gran parte ignorate, lasciandolo deluso e insoddisfatto.
Le aspettative del pubblico e il ruolo di Yon-Rogg
Quando Jude Law è stato scelto per interpretare Yon-Rogg nel 2019, ci si aspettava un’espansione significativa del personaggio. I fan avevano grandi speranze per un malvagio complesso e intrigante, in grado di rivaleggiare con i precedenti antagonisti del MCU. Tuttavia, le prime apparizioni del personaggio hanno rivelato una versione meno sfumata di ciò che molti avevano immaginato. La scarsa valorizzazione di Yon-Rogg ha portato Law a dichiarare che non tornerà nel franchise, rimarcando come l’interpretazione risulti piatta e poco coinvolgente.
Intervistato da GQ, Jude Law è stato chiaro circa le sue delusioni: “Fare un altro film? Probabilmente no. Il mio personaggio era un po’ arido,” ha affermato. Queste parole riflettono la frustrazione di un attore che sperava di dare vita a un antagonista più vibrante e ricco di sfumature. Law aveva proposto idee e concetti che avrebbero potuto amplificare la caratterizzazione di Yon-Rogg, ma quelle proposte non hanno trovato accoglimento da parte dei produttori e degli sceneggiatori.
Esperienza di recitazione e difficoltà fisiche
La carriera di Jude Law è stata costellata di successi, ma il suo approccio nei panni di Yon-Rogg si è rivelato complicato. L’attore non ha solo dovuto affrontare la delusione rispetto alla sceneggiatura, ma ha anche sperimentato le sfide fisiche di recitare in un costume per supereroi. “I costumi sono difficili da indossare perché sono di gomma spessa e non erano affatto comodi”, ha spiegato Law, evidenziando un aspetto spesso trascurato nella percezione del pubblico riguardo al mondo dei supereroi.
La difficoltà del costume si è aggiunta alle sfide legate alla preparazione fisica per il ruolo. “Frequenti i seminari degli stuntman per un paio di mesi, dove fai tutte queste prove di combattimento e impari a fare tutte queste cose,” ha raccontato. Quando indossa il costume, però, la realtà diventa ben diversa: “Oh cavolo! Non riesco a toccarmi le dita dei piedi! Come farò a fare tutte quelle cose con questo affare addosso?” Questa riflessione mette in risalto la complessità della recitazione in ruoli che richiedono abilità fisiche e, nel caso di Law, rende questo processo ancora più significativo.
La partecipazione a “What If…?” e la rielaborazione del personaggio
Nonostante la sua esperienza deludente in “Captain Marvel“, Jude Law ha avuto un’altra occasione di rivisitare il suo personaggio di Yon-Rogg, prestando la voce nella seconda stagione della serie animata “What If…?“. Questa nuova interpretazione ha rappresentato un’opportunità per esplorare una dimensione diversa dell’antagonista, che ha ricevuto un nuovo respiro e maggiori possibilità creative.
Nella serie animata, il personaggio ha trovato una maggiore libertà di espressione, permettendo a Law di esprimere una performance più coinvolgente. La differenza rispetto al film era palpabile, e il risultato finale ha riscosso un’accoglienza migliore da parte del pubblico e della critica. Tuttavia, ciò non è bastato a cambiare il giudizio di Law sul suo futuro all’interno del MCU. L’attore rimane fermo sulla sua posizione di voler allontanarsi dal franchise, nonostante ci siano sempre potenzialità nel mondo Marvel per altri racconti.
L’incontro tra Jude Law e il Marvel Cinematic Universe rimarrà nella memoria come un’occasione sprecata. Nonostante i risultati non siano stati quelli sperati, la carriera dell’attore continua a prosperare su altri fronti, mostrando che, anche da esperienze meno positive, si possono ricavare insegnamenti e opportunità di crescita.